Primo appuntamento campagna referendaria
Sabato 11 Febbraio – Potenza – Piazza Mario Pagano – ore 11.30
Si è costituito a Potenza il Comitato provinciale di sostegno ai due Sì al referendum promosso dalla Cgil per l’abrogazione dei voucher e per la responsabilità solidale in materia di appalti. Del Comitato fanno parte il segretario generale Cgil Basilicata Angelo Summa, i segretari provinciali Giuliana Scarano, Anna Russelli, Vincenzo Esposito, Enzo Iacovino e i segretari generali di categoria: Filcams Pasquale Paolino, Filt Bruno Bevilacqua, FP Roberta Laurino, Flai Giuseppe Burdi, Ficltem Michele Palma, Flc Mimmo Telesca, Nidil Michele Sperduto, Spi Beatrice Galasso. Al comitato hanno aderito anche i segretari regionali di categoria Fiom Roberto D’Andrea, Fisac Enzo Atella, Spi Nicola Allegretti.
Primo appuntamento della campagna referendaria a Potenza è in programma per sabato 11 febbraio, in occasione della giornata di mobilitazione nazionale per i referendum promossi dalla Cgil. La Cgil scenderà in piazza per sollecitare il governo a definire al più presto la data del voto e il Parlamento a discutere la legge d'iniziativa popolare sulla Carta dei diritti universali. Appuntamento alle ore 11.30 in piazza Mario Pagano per una festa di piazza in cui, accompagnati da un aperitivo, potremmo cominciare a scambiarci idee, impressioni ed esperienze legate al mondo del lavoro nel suo complesso. Alle 12, in contemporanea a tante altre piazze italiane, si leveranno in cielo centinaia di palloncini: un gesto simbolico per sottolineare l'impegno della Cgil nella battaglia per “liberare il lavoro".
Il tema del lavoro è un tema che riguarda tutti, valicando ideologie e appartenenze. In una società in cui la disuguaglianza è diventata non solo distribuzione diseguale del reddito e della ricchezza ma distribuzione diseguale di futuro e di opportunità, con un abbassamento generale della qualità della vita dei singoli e delle comunità, parlare di lavoro e di diritti come garanzia di dignità e speranze di vita è sembrato sempre più fuori luogo.
Il referendum ha il merito di rimettere al centro del dibattito il lavoro e i diritti in capo alla persona a prescindere dalla tipologia contrattuale, rivolgendosi a tutti: collaboratori occasionali, veri o finti autonomi, professionisti atipici, flessibili, precari, discontinui. Lavoro sì, ma senza riconoscere valore alle capacità, alla fatica, al contributo di ciascuno per il progresso di tutti. Un lavoro svilito, frantumato e indebolito, una variabile sempre più dipendente dalle condizioni dell'economia e del mercato. La precarietà genera insicurezza che, muovendo dalle condizioni di lavoro, diventa insicurezza delle condizioni di vita. E i tragici avvenimenti di questi ultimi giorni, purtroppo, ce ne danno atto. Se un giovane appena trentenne decide di togliersi la vita “ucciso dal precariato”, vuol dire che siamo in piena emergenza.
Quando si parla di lavoro povero, i voucher sono l'ultima frontiera insieme alle norme sulla responsabilità nei cambi di appalto che cancellano ogni garanzia sulla esigibilità dei crediti da parte di chi sta in basso, di chi lavora, di chi occupa la parte più esposta e più fragile della catena. Una precarietà del lavoro e della vita che cresce man mano che a essere coinvolti sono quei soggetti già considerati deboli, perché privi di tutele: i giovani, le donne, i nuovi poveri, specialmente del Mezzogiorno.
#con2sì tutta un’altra Italia!