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Siamo alle solite. Apprendiamo che il Consiglio Regionale continua ad approvare norme ad personam, come sempre presentate ed approvate all’ultimo minuto, questa volta grazie ad un emendamento del consigliere Benedetto che ha pensato bene di utilizzare la propria funzione istituzionale per curarsi di interessi che nulla hanno a che vedere con quelli pubblici.

Ancora una volta le istituzioni dimostrano di essere piegate e svilite alla logica del favoritismo personale e il tutto è stato fatto con l'avvallo dei consiglieri regionali che, consapevolmente o inconsapevolmente, hanno votato una norma che non ha nulla a che fare con la disciplina delle stabilizzazioni.

Infatti, l'ultima norma ad hoc in ordine di tempo, norma che ha proprio tutte le caratteristiche del vestito su misura per sistemare qualcuno, è quella contenuta nella legge regionale che interviene in materia di organizzazione amministrativa dove, con un articolo aggiunto in consiglio, senza che lo stesso fosse stato discusso in commissione consiliare, si decide di stabilizzare nel ruolo speciale istituito per le ex Comunità Montane coloro (uno?) “che hanno prestato servizio a tempo determinato per un periodo di almeno trentasei mesi, anche non continuativi, nell’arco di tempo compreso tra il 1 gennaio 2005 e la data di entrata in vigore della presente legge”. Ai sensi di quale legge nazionale in materia di precariato non è dato sapere evidentemente. Perché si indica l'anno 2005 e non l'anno 2008 o 2010 o 2011? Da quale ratio normativa di definisce questo arco temporale? È' palesemente evidente che si è con tutta probabilità in presenza di un atto che ha tutte le caratteristiche di una scelta ad personam. Un atto gravissimo in cui con molta disinvoltura e senza alcun rigore morale e rispetto delle istituzioni si approvano ormai in consiglio regionale norme e leggi che non hanno alcun legittimità.

Anche questa è una norma assolutamente illegittima che non trova fondamento alcuno nella attuale legislazione vigente in tema di salvaguardia di precariato ed è anche incostituzionale in palese violazione dell’art. 97 della Costituzione. Ancora una volta il Consiglio Regionale decide di intervenire a legiferare su materie che non sono di propria competenza e, tra l'altro lo fa non certo in nome di un più nobile interesse collettivo.

Ma il consigliere Benedetto lo sa che nel 2005 ancora non esisteva il ruolo speciale previsto con l'articolo 28 della L.R. n. 17/2011? Lo sa che in quella legge regionale per tutto il personale precario veramente in servizio presso le ex Comunità Montane fu prevista, stante l'impossibilità della stabilizzazione, una norma di salvaguardia che almeno garantisse la prosecuzione delle attività per quei lavoratori che ad oggi ancora non hanno completato il triennio di contratto a tempo determinato?

Lo sa che non è possibile decidere con una norma regionale di assumere a tempo indeterminato “chicchessia” senza concorso pubblico o senza una norma speciale dello Stato, come quelle nel tempo emesse in materia di precariato, solo perché si presenta e si fa approvare un emendamento, dimenticandosi, tra l'altro, i veri precari delle ex Comunità Montane che ancora aspettano di conoscere il proprio futuro lavorativo?

Ancora una volta dobbiamo constatare che il Consiglio Regionale continua ad occuparsi di singole istanze invece di occuparsi dei veri interessi generali della collettività lucana e continua a fare leggi incostituzionali. Ormai il consiglio regionale si sta caratterizzato per la grande mole di norme e leggi dichiarate incostituzionali. Anche questo è indice del segno dei tempi dell’agire politico istituzionale del Consiglio Regionale di Basilicata.

Anche per questa legge, come per altre già segnalate, come FP CGIL provvederemo ad impugnare l’articolo in questione, nelle sue diverse articolazioni e violazioni e a segnalare la norma per incostituzionalità manifesta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione.