++ CONFINDUSTRIA: 1,5 MLN POSTI LAVORO PERSI A FINE 2013 ++

Il comunicato trimestrale dell’ISTAT sulla domanda di lavoro delle imprese, fotografa per l’Italia una situazione di recupero dell’attività economica in linea con l’andamento registrato nelle settimane precedenti.

Il lieve miglioramento degli andamenti del mercato del lavoro sia in termini congiunturali che su base annua, fanno registrare un recupero nei comparti legati alla domanda interna.

Non una fuoriuscita dalla crisi ma segnali di miglioramento proseguiti ininterrottamente dal 2013. Pur sempre segnali di un Paese, l’Italia, tra gli ultimi in Europa per crescita.

L’analisi degli occupati per settori che IRES ha comunicato nelle settimane precedenti e riferiti al contesto regionale, delinea una certa coerenza con quanto avviene a livello nazionale: trattandosi di un lieve miglioramento nel mercato del lavoro per i settori dei servizi (soprattutto sul lavoro dipendente) e per quello delle costruzioni che, è opportuno ricordare, ha conosciuto nel 2013 il suo annus horribilis e pertanto soggetto alle maggiori variazioni congiunturali.

Per quanto riguarda l’industria (e in tal caso anche i settori dei servizi avanzati e le dinamiche di internazionalizzazione) c’è ancora qualche attenzione e bisogna usare la massima prudenza. In particolare in Basilicata, come confermato dai dati sull’export della scorsa settimana, il settore è trainato dall’automotive. Ancora troppo presto per segnalare, come avvenuto sabato 12 settembre sul quotidiano La Repubblica, un balzo in avanti degli altri settori quali la meccanica, la chimica, l’elettronica e il tessile.

Continuiamo a ritenere che si presenti, dai segnali dell’export e da quelli riferiti al mercato del lavoro, un quadro di moderato miglioramento in alcuni settori, con segnali ancora troppo altalenanti e discontinui sull’industria, con bassa capacità nell’export, con scarsi livelli di internazionalizzazione. Pertanto occorre ulteriormente rafforzare le politiche e gli investimenti rivolti all’internazionalizzazione, specie nel Mezzogiorno, affinché in quest’area e in Basilicata cresca la dimensione d’impresa e la capacità di competere e guardare ai mercati esteri per esistere, non soltanto resistere.