“Non è ammissibile che nel 2015 vengano calpestati i diritti di madre, di operaia e di persona”. Esordisce così il segretario generale della CGIL della Basilicata, Angelo Summa rispetto alla “deprecabile” vicenda che vede come vittima una lavoratrice lucana dipendente della Fenice SPA e prima ancora (dal 1992) della FIAT/FCA nello stabilimento SATA di San Nicola di Melfi.

Per Summa, “non si tratta di una questione meramente sindacale ma di un segnale di inciviltà che va immediatamente ricomposto e ricondotto nei termini della giustizia alla persona e ai suoi sacrosanti diritti. Il fatto: una operaia e tesserata FIOM assunta a San Nicola di Melfi da oltre 20 anni al rientro sul posto di lavoro, al termine dell’astensione per maternità, si è vista recapitare una doppia amara sorpresa. Prima ha subito un demansionamento e poi ha ricevuto una comunicazione di trasferimento presso la sede di Chivasso in provincia di Torino.

“Si tratta – spiega il segretario generale della CGIL della Basilicata – di una vera e propria azione discriminatoria da parte della azienda nei confronti di una neo mamma a cui viene imposto un trasferimento dalla propria casa di oltre mille chilometri; una forma di ritorsione per aver utilizzato istituti normativamente e contrattualmente previsti a tutela della maternità calpestando diritti e tutele frutto di conquiste di civiltà”.

“E' inevitabile pensare – sottolinea Angelo Summa – che questo sia uno dei primi effetti di quella barbarie legislativa che è il JOBS ACT”. Al netto delle azioni già messe in essere a livello parlamentare , “la CGIL di Basilicata chiede – dichiara Summa – al Presidente della giunta regionale lucana, Marcello Pittella di “intervenire immediatamente sulla azienda e su tutti i livelli istituzionali possibili per restituire con urgenza e immediatezza alla operaia il proprio diritto a essere madre e donna. Perché non è una questione che interessa solo il sindacato ma tutta la società: è un attacco contro il livello minimo di civiltà che pensavamo non potesse mai essere messo in discussione.

La maternità letta come forma di assenteismo: inaccettabile per la CGIL, ma inaccettabile per chi riveste ruoli di rappresentanza istituzionale in questo paese ed in questa regione.

Il segretario generale della CGIL della Basilicata conclude confidando in un immediato intervento del Presidente Pittella e delle massime istituzioni lucane ma ribadendo: “Il Sindacato in ogni caso non starà a guardare. Non si escludono azioni di protesta durissime qualora la vicenda non fosse risolta in tempi brevi”.