cgil222

Si è tenuta questa mattina, a partire dalle 9 e 30, presso il Park Hotel a Potenza, l’iniziativa voluta da Cgil Potenza e Filcams Cgil Potenza dal titolo: “Appalti: mettiamoci una firma sopra”.

La garanzia dei trattamenti dei lavoratori impiegati negli appalti privati e pubblici; il contrasto alle pratiche di concorrenza sleale tra le imprese; la tutela dell'occupazione nei cambi di appalto, il tema della responsabilità solidale del committente. Sono in estrema sintesi i punti che qualificano la proposta di legge di iniziativa popolare sul tema appalti promossa dalla Cgil e di cui hanno discusso oggi istituzioni, sindacato e imprenditori.

I Lavori sono stati introdotti da Angelo Summa, Segretario Generale Cgil Potenza, a cui sono seguiti gli interventi di Vito Marsico, dell’Ufficio Dir. Gen. Dip. .Pres. Regione Basilicata, Nicola Fontanarosa, Direttore Regionale CONFAPI Basilicata, Paolo Laguardia, Presidente Alleanza Cooperative Basilicata, Pasquale Paolino, Segretario Generale Filcams Cgil Potenza.

Le conclusioni sono state di Maria Grazia Gabrielli, Segretario Filcams Cgil Nazionale

La parola “Appalti” è in qualche modo collegata ad una visione negativa, perché sempre più spesso è avvicinata dai media a concetti di malaffare. La logica del massimo ribasso, che induce le aziende, pur di non perdere l’appalto, a chiedere di tagliare il salario dei lavoratori con la cancellazione degli integrativi, oltre che di sacrificare parte dell’occupazione con i licenziamenti, va a scapito della qualità del servizio richiesto ma apre anche le porte all’illegalità ed alla corruzione.

La relazione annuale dell'AVCP evidenzia che i servizi dati in appalto da parte della pubblica amministrazione hanno raggiunto la quota di 50 mld. di euro, superando di gran lunga i finanziamenti, pari a 17 mld di euro , degli stessi, che hanno subito pesantemente in questi anni la scure della spending review. Uno scarto di ben 33 miliardi.

Inoltre, bisogna aggiungere il dato secondo cui la cattiva gestione degli appalti alimenta il fenomeno della corruzione, che porta ad una diminuzione degli investimenti esteri del 16% e fa lievitare il costo complessivo degli appalti di almeno il 20%. Per cui, alla fine dei conti, le amministrazioni non risparmiano ma sia i lavoratori, sui quali sono scaricati enormi costi, che la qualità del servizio, subiscono pesanti ripercussioni.

Sono circa un milione i lavoratori che ogni giorno si interrogano su quando si svolgerà la gara del loro appalto e di come andrà ad incidere sul loro lavoro, sul loro salario e sui loro diritti. Lavoratori che stanno diventando sempre l’anello povero del nostro paese, quelli sui quali maggiormente si scarica l’abbattimento forzato dei costi sia attraverso trattamenti collettivi sempre meno favorevoli che veri e propri inadempimenti degli obblighi contrattuali, previdenziali, fiscali e delle norme a tutela della salute e sicurezza del lavoro

Il disegno di legge della Cgil nasce prima della discussione in Parlamento sul Ddl per attuare in Italia la direttiva europea sugli appalti che va recepita entro il 18 aprile 2016 in quanto il nostro obiettivo è quello di intervenire sulle modifiche peggiorative introdotte dalla legislazione nazionale, passando da quelle del governo Monti, che con la Fornero ha cancellato la responsabilità solidale, norma che prima ancora che di tutelare i singoli dipendenti serviva per responsabilizzare le imprese e le pubbliche amministrazioni committenti nella scelta degli affidatari e nel controllo sul rispetto degli standards lavoristici, fino ad arrivare al Jobs Act. Per effetto dell’art 7 del Decreto emanato il 24 dicembre scorso dal Governo, infatti, nel cambio di appalto i vecchi assunti rischiano di trovare lavoro presso l’azienda subentrante solo accettando un contratto “a tutele crescenti”: “un’ingiustizia nell’ingiustizia” per dei lavoratori con anzianità di servizio anche significative ma “colpevoli” di lavorare in regime di appalto o concessione, che si potranno anche trovare nella condizione di essere licenziati senza le tutele dell’articolo 18.

In realtà gli appalti, se organizzati e gestiti in maniera trasparente e puntale, possono diventare garanzia di qualità di servizi ed infrastrutture per cittadini e lavoratori

Occorrono regole chiare e certezze. Perché, ormai sempre di più, “gli appalti sono il nostro lavoro, e i diritti non sono in appalto”.