Giovani1

L’approvazione, lo scorso dicembre, della legge sullo spettacolo, la prima per la Regione Basilicata, è stato un importante risultato – al quale riteniamo di aver contribuito in maniera determinante - per una regione che tra l’altro si appresta, a partire da Matera 2019, a voler fare della cultura uno strumento reale di sviluppo.

La CGIL, anche con l’Assemblea Generale dello Spettacolo tenutasi a Matera, lo scorso 23 giugno, alla quale parteciparono delegazioni di lavoratori, rappresentanti di associazioni del settore e soggetti istituzionali, provenienti da tutto il Sud Italia, ha portato avanti – negli scorsi mesi - un percorso di organizzazione, tutela, formazione dei lavoratori di questo settore, tra i più esposti a precarietà e lavoro nero.

Si tratta di un settore dalle grandissime potenzialità e di difficile sindacalizzazione, considerata la forte precarietà delle condizioni di lavoro che lo caratterizza.

Ciò non ci spaventa. Non ci ha mai spaventato. Sappiamo bene che una delle sfide più ardue del sindacato, oggi, è proprio riuscire a dare rappresentanza a quella parte del mercato del lavoro che mai ne ha avuto.

Ciò che invece ci spaventa e ci preoccupa è la possibilità che tutto quanto si muoverà intorno a questo percorso possa non essere trasparente e intellegibile. Certo che, quanto avvenuto nelle scorse settimane, ovvero la convocazione, da parte della Dirigente preposta, di un tavolo (di concertazione? di trattativa? di chiacchiericcio?) sui futuri regolamenti attuativi della legge, quindi ancora più importanti della legge stessa, con soltanto “alcuni” dei soggetti interessati (chi? perché? scelti come?), ci preoccupa non poco.

Se il criterio di gestione delle risorse dedicate a cultura e spettacolo, presenti e future, deve essere quello del governo oligarchico con la complicità, gravissima, di soggetti istituzionali, e con l’esclusione pressoché assoluta della parte più debole, cioè i lavoratori, la CGIL non ci sta. Lavoratori, spesso datori di lavoro di sé stessi, tra mille difficoltà quotidiane, ai quali noi stiamo cercando di dare voce.

Per questi motivi, chiediamo al Presidente, che in prima persona si assunse l’impegno di portare a termine il percorso, di fare chiarezza sulla vicenda, convocando tutte le parti interessate, quanto prima.