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La crisi economica e sociale nel materano potrebbe ulteriormente acuirsi se non si interviene seriamente con politiche di sviluppo che possano dare respiro e prospettiva ai tanti che hanno perso il posto di lavoro e ai molti che lo cercano.

 

E certo non sono risolutivi i provvedimenti legislativi che il Governo Nazionale sta mettendo in campo di fronte a quello che sta per accadere sul nostro territorio.

 

Nell’immediato bisognerà fare i conti con la nuova disciplina sugli ammortizzatori sociali: recenti provvedimenti legislativi nazionali hanno cancellato l’istituto della mobilità in deroga a partire dal 2017 ed hanno ridotto i tempi del beneficio per coloro che già ne usufruivano; questo, per il territorio materano, significa che circa 1000 persone si troveranno entro la fine dell’anno in corso senza reddito e senza prospettiva di reimpiego.

 

Su questo tema, la ns. organizzazione ha presentato una proposta, su cui è urgente che si attivi un confronto con la Regione: il reddito minimo di inserimento potrebbe essere lo strumento attraverso cui realizzare non mera assistenza ma servizi di utilità pubblica dopo avere rilevato i bisogni, analizzato i contesti e individuati i settori di intervento.  Da questo punto di vista, il Piano del Lavoro, presentato unitariamente, da CGIL CISL UIL Basilicata, nei mesi scorsi, rappresenta una traccia di lavoro e di progetto da cui partire. Ma occorre che soprattutto il Governo nazionale, sui temi del lavoro, faccia la sua parte affinchè il job act diventi occasione con cui garantire ammortizzatori sociali universali e strumenti con cui risolvere il problema degli esodati, ridurre la precarietà, estendere diritti ai precari, proteggere i lavoratori sprovvisti di tutele dai licenziamenti ingiusti.

 

La vera priorità nell’agenda della politica nazionale deve diventare creare occupazione stabile e tutele per chi viene espulso dal mondo del lavoro; non si può pensare che l’unica risposta sia la riduzione dei diritti o la flessibilizzazione dei contratti di lavoro. L’Istat ci ha consegnato in luglio uno scenario drammatico: l’occupazione cala, la disoccupazione aumenta; questo è segno che manca un progetto serio e concreto sullo sviluppo e sugli investimenti e che diminuire le tutele non crea nuova e stabile occupazione.

 

La CGIL di Matera e la CGIL di Basilicata realizzeranno, in Matera, sul tema degli ammortizzatori sociali una iniziativa pubblica il giorno 3 ottobre p.v.  a cui parteciperà il Segretario Confederale CGIL Nazionale, Serena Sorrentino, che ha la delega del mercato del lavoro. Questa scelta non è casuale visto l’andamento della vertenza Natuzzi e degli annunciati 1500 esuberi; viste le 1000 espulsioni dal mercato del lavoro prodotte dalla chiusura di Nicoletti, di MID e delle altre aziende del mobile imbottito: lavoratori e lavoratrici che a fine anno si troveranno senza ammortizzatori sociali.

 

Di fronte a questo scenario, tante le nostre proposte, al momento però finite nel vuoto: nessun confronto ha avuto luogo in Regione a seguito della richiesta e del documento unitari del 7 luglio u.s. relativi alla reindustrializzazione per la Valbasento e all’azione di bonifica per quell'area; nè sono state programmate opere di rilievo nel settore edile, nonostante le tante possibilità: blocco del cantiere del campus universitario, il collegamento Ferrandina-Matera è fermo ancora allo studio di fattibilità, la cantierizzazione dell'edilizia scolastica registra ritardi.

 

Per non parlare della necessità di ripensare un piano dei trasporti provinciale che sia più adeguato alle nuove esigenze dei cittadini e che assuma come prioritaria la necessità di collegare in maniera veloce ed efficiente Matera a Bari Aereoporto e a Bari stazione mettendo così gli abitanti delle aree interne nella condizione di non rimanere isolati.

 

Sul trasporto urbano e' invece necessario mettere in campo azioni che decongestionino il centro città a favore di un trasporto pubblico efficiente, puntuale e veloce, attraverso la creazione di corsie preferenziali e l’ampliamento delle aree pedonali, determinando la creazione delle condizioni perché si abbia finalmente un terminal bus. In luglio le OO.SS. hanno rappresentato alla Amministrazione Comunale la necessità di confrontarsi, ma al momento non vi è traccia di convocazione.

 

Bisogna recuperare le mancanze endemiche di alcuni appalti comunali, come quello dei parcheggi a pagamento, dell'igiene ambientale, degli asili nido, della mensa scolastica. Così come urge confrontarsi sui temi della povertà e dell’assistenza agli anziani. Ma il confronto con l’amministrazione comunale tarda ad avere inizio nonostante i continui solleciti.

 

Rimane ancora lettera morta un tema importante che è quello della tutela ambientale, settore che può dare risposte occupazionali di lungo respiro se si inizia a crederci e ad investire seriamente, formando e specializzando squadre di operai forestali per interventi particolari sul territorio, sugli alvei fluviali, sulle aree in frana, ecc.

Evitando di spendere risorse ulteriori appaltando lavori a terzi, avendo già a disposizione manodopera specializzata.

 

La task force sul lavoro irregolare, attualmente impegnata nel Vulture Melfese, deve estendere la propria azione anche all'area jonica, perché possano regredire i fenomeni di illegalità che interessano in particolar modo i settori agricolo e turistico.

 

A metà settembre, presso il MISE, dovrebbe riprendere il confronto per la vertenza FERROSUD: 140 posti di lavoro da mettere in sicurezza nonché il rilancio di un’attività storica del ns. territorio che potrebbe dare ulteriore occupazione.

 

IL confronto per il Centro Ricerca Enea deve avere continuità: ricerca e servizi esternalizzati abbisognano di certezze e di una prospettiva che non va negata ma anzi assicurata.

 

La gente che rappresentiamo ci consegna quotidianamente disagi, drammi, disperazione ma soprattutto un incarico: ci affida la responsabilità di reagire se la politica continuerà ad essere disattenta e di lottare in un contesto di crisi, consapevoli che il paese ha delle difficoltà ma che queste non si possono risolvere continuando a far pagare il conto ai più deboli.

 

Gli annunci sono stati troppi: servono i frutti, i fatti. IL Paese arretra. Si ha la sensazione che si miri ad una stabilità imprevista e imprevedibile e quindi regna sovrana quella incertezza che non attutisce la disperazione ma la esaspera.

 

IL Lavoro avrebbe dovuto essere il traino della ripresa: e invece, anziché confrontarsi per creare il lavoro, ci si esercita a togliere tutele a chi un lavoro ce l’ha e a non garantirle a chi un lavoro vorrebbe averlo.

 

Tutto ciò non aiuta i singoli territori. Ma ciò non ci impedisce di essere comunque in campo accanto a chi ha bisogno di sostegno, tutela, supporto.

 

La CGIL lucana e materana non si sottrarrà dall’essere presente in tutte le vertenze e dall’elaborare proposte a difesa del lavoro, di coloro che in questo momento lo hanno perso, di coloro che sono in difficoltà, degli anziani e dei tanti giovani a cui va consegnata la speranza di una prospettiva vera.

 

Nei prossimi giorni prenderà il via, anche nella provincia di Matera, la raccolta firme STOP Austerità per la presentazione di 4 quesiti referendari: in concomitanza con l’avvio del semestre europeo, il nostro Paese ha l’occasione di dire chiaro e forte che vuol ricominciare a crescere e a produrre.

La proposta è firmare per 4 referendum con i quali abrogare le parti della L.243 del 2012 che impongono vincoli aggiuntivi rispetto alle norme europee ed al fiscal compact.

 

Infine, la CGIL di Matera, insieme alla CGIL di Basilicata, sarà in piazza, a Matera, il 20 settembre con un'iniziativa pubblica che avrà l’obiettivo di riportare, al centro del dibattito politico, il tema del valore del sindacato nella vita delle persone e dei lavoratori, in un momento in cui da più parti si tende a screditare il ruolo del sindacato confederale che tanta importanza ha avuto nella storia della repubblica italiana e che tanta importanza continua ad avere nelle vertenze grandi e piccole che ogni giorno vedono impegnati dirigenti e militanti.