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Lo scorso agosto il Governo Nazionale, grazie anche alla mobilitazione unitaria di CGIL CISL UIL, ha assegnato 400 milioni di euro, di cui circa 4 mln alla Basilicata, per l’erogazione delle mensilità arretrate 2014 relative agli ammortizzatori in deroga. Le risorse stanziate copriranno orientativamente 2 o 3 mensilità. Insufficienti e in ritardo, dunque.

Ma il problema più grave e irrisolto resta la fuoriuscita di gran parte dei lavoratori dall'attuale platea dei beneficiari, in seguito ai nuovi criteri adottati che sanciscono un allungamento dei limiti a 11 mesi massimo per la sola cassa integrazione e per il solo 2014 e massimo 8 mesi per la mobilità in deroga. Il che significa che gran parte della platea dei lavoratori lucani, già dal 1° settembre, sarà esclusa dalla possibilità di fruizione di ogni sussidio economico.

Ribadiamo, quindi, la necessità urgente di reperimento delle risorse minime necessarie per l'avvio del Reddito Minimo di Inserimento in Basilicata, come previsto dal Piano del Lavoro di CGIL CISL UIL, e come da impegno assunto dalla Regione in più occasioni, da ultimo con la creazione di una apposita voce di bilancio nella legge di assestamento. La Regione deve destinare almeno 10/15 milioni da subito e a regime (dal 1 Gennaio 2015) almeno 40/50 milioni, individuando già i settori dove attivare piani di lavoro di utilità sociale.

Il tempo è scaduto, il Governo Renzi si sta assumendo la responsabilità di una rottura sociale senza precedenti e la Regione Basilicata deve ora passare dalle parole ai fatti.

Come CGIL proporremo nelle prossime ore CISL e UIL di organizzare una grande manifestazione di piazza da tenersi nel mese di ottobre per rivendicare il mantenimento degli impegni assunti e l'inclusione da subito tanto dei beneficiari Copes che dell'attuale platea di lavoratori in mobilità dentro il Reddito Minimo di Inserimento. La Cgil non lascerà soli le migliaia di persone che stanno pagando una crisi economica di cui non hanno responsabilità.