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A distanza di oltre un mese dalle intese raggiunte nella notte del 30 dicembre scorso con le Organizzazioni Sindacali i 48 tecnici agricoli precari dell’Alsia e i 32 tecnici forestali precari del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata sono ancora senza contratto e ad, oggi, ancora non è dato sapere quando potranno riprendere le rispettive attività.

I tecnici agricoli dell’Alsia costituiscono il precariato storico dell’Agenzia e sono in possesso del requisito previsto dall’art. 4, comma 6-quater del D.L. 101/2013 che gli riconosce il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato avendo gli stessi già espletato nel passato una procedura concorsuale ai sensi  dell'art.  1,  comma  560, della legge 27 dicembre 2006, n. 296. I tecnici forestali del Dipartimento Ambiente, già sottoposti nel passato a ben due procedure selettive,  sono  in possesso dei requisiti previsti dall’art. 4, comma 6  dello stesso D.L. 101 che gli riconosce il diritto di poter partecipare a procedure concorsuali riservate che potrebbero far superare loro la condizione di precarietà.

Nelle more di definire il percorso di stabilizzazione per entrambe le tipologie di precariato, si era chiesto e deciso, cosi come previsto dalla legge, la prosecuzione dei rapporti di lavoro, ovvero il mantenimento in servizio di questi lavoratori.

E’ sconcertante constatare  che, a distanza ormai di oltre un mese, quella che doveva essere una semplice proroga  sia diventata una quotidiana telenovela a causa di una classe dirigente che continua, è il caso di dire, “a perdersi tra le carte” e a non volersi assumere responsabilità. E’ inaccettabile questa lentezza organizzata da parte di chi continua a trovare sempre un motivo per non svolgere fino in fondo il proprio ruolo anche in spregio a tanti altri che magari quel ruolo lo svolgono o lo vorrebbero svolgere.

Ora non è che da un dirigente si pretenda che abbia “cuore”, né tantomeno che abbia la sensibilità di comprendere lo stato di disperazione dei lavoratori che da un mese sono senza lavoro, ma certamente quello che si deve pretende è che ciascuno faccia semplicemente il proprio dovere, assumendosi responsabilità rispetto a diritti certi e riconosciuti dalla legge, nonché rispetto ad accordi sindacali raggiunti oltre un mese fa.

Tanto per aggravare il già pesante bilancio dei lavoratori in mezzo ad una strada, domani scadranno anche i contratti di altri 87 lavoratori precari che si occupano dell’assistenza tecnica sul pofers. Anche per questi lavoratori si era raggiunta un’intesa, a partire dalla rassicurazione che non ci sarebbero stati ritardi nella prosecuzione delle attività, nelle more di definire un nuovo bando di selezione con l’impegno che lo stesso sarebbe stato concertato con le Organizzazioni Sindacali anche al fine di evitare i problemi che hanno accompagnato la stesura del precedente.

Anche in questo caso si ripete la storia: gli accordi che si definiscono ai tavoli non vengono poi rispettati perdendosi nei meandri della gestione amministrativa.

Come Funzione Pubblica CGIL crediamo a questo punto che in Regione Basilicata ci sia una grave problema che sicuramente attiene alla classe dirigente ma, ancor di più, in questo momento un serio problema di governo dei processi.

Per questa ragione chiediamo al Presidente Pittella di intervenire con ogni urgenza nel governo di quei processi che, diversamente, si tradurranno sempre più in “anarchia organizzata” e che in questo momento stanno scaricando tutte le loro inefficienze sui lavoratori precari. Chiediamo che la vera rivoluzione democratica parta dalla tutela del  lavoro e dalla immediata riorganizzazione dell’intera macchina regionale affinché la stessa sia veramente a servizio dei lavoratori e dei cittadini.