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Non si abbassi la guardia sulla sanità .

Le notizie apparse oggi sulla stampa sull’ ipotesi di un disegno di legge che azzererebbe tutto il lavoro di razionalizzazione e programmazione regionale portato avanti in questi anni sarebbe nefasto per l’itera sanità lucana.

Occorre in questo avvio della nuova legislatura aprire un confronto con le organizzazioni sindacali del comparto e della dirigenza per poter continuare a portare avanti il processo di riforma avviato  in questi anni.

Riforme essenziali che hanno contribuito ad elevare significativamente il livello della sanità lucana e che, allo stato attuale, necessitano di una maggiore e rinnovata stagione di impegno se si vuole effettivamente salvaguardare la tenuta del sistema sanitario.

Si parta dal dare immediato corso alla istituzione della centrale  regionale unica d’acquisto: scelta che potrebbe portare non solo notevoli risparmi al sistema sanitario, ma rappresenterebbe anche un importante segnale di trasparenza e uniformità nella gestione degli acquisti.

Occorre non abbandonare la strada della razionalizzazione e della programmazione regionale, rifuggendo dalle logiche e dai tentativi di una nuova spinta verso una inopinata deregulation che rischierebbe di compromettere il buon lavoro e i sacrifici fatti dai lavoratori per la tenuta del sistema sanitario regionale . La sanità lucana è l'unica nel mezzogiorno d'Italia ad avere i conti in ordine ed è l’unica che ha  raggiunto un livello di eccellenza tale da proiettarla tra le prime nel panorama delle regioni italiane.

Un risultato che è stato raggiunto grazie ad un lungo percorso di riforme che  partendo dal riordino delle ASL ha saputo scegliere e differenziare l'offerta attraverso la specializzazione e qualificazione delle diverse strutture presenti sul territorio, dando ad ognuna di esse una propria connotazione.

Le scelte programmatiche sul potenziamento delle strutture e dei servizi e le di politica del personale in campo sanitario devono, infatti, partire da una  visione unitaria regionale in cui la differenziazione dell’ offerta risponda ad una esigenza di efficienza ed ottimizzazione e non certamente ad una competizione tra aziende all’ interno dello stesso territorio che  porterebbe solo ad una inutile duplicazione di attività e   alla implosione di tutto il sistema.

 

 

 

Bisogna dare attuazione al piano sanitario, affrontando le tante criticità facendo scelte ben precise rispetto ai servizi da potenziare in relazione alla domanda di salute e sulla base della quale definire piani di assunzione e figure professionali.

Demandare il tutto in capo alle singole aziende sanitarie potrebbe far sprofondare pesantemente il nostro sistema in una fase pericolosa di sforamento e di arretramento rispetto ai risultati fin qui raggiunti. Le due aziende sanitarie provinciali si possono giustificare solo e soltanto se si assume la  programmazione regionale come elemento di pianificazione delle offerta sanitaria.

C'è sempre più bisogno di regole e direttive regionali in grado di indirizzare e differenziare l’ offerta sanitaria; un’inversione di tendenza rispetto a questa logica può solo determinare un peggioramento dei servizi offerti ed un aumento di indebitamento della sanità lucana che si scaricherebbe direttamente sui cittadini.