unitario

Si è tenuta sabato 14 dicembre 2013, a partire dalle ore 9 e 30, presso il Park Hotel a Potenza, l’assemblea generale regionale indetta da CGIL, CISL e UIL Basilicata nell’ambito delle iniziative programmate in tutta Italia per il lavoro e contro la legge di stabilità.

Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato, oggi, in tutta Italia Manifestazioni per protestare contro una legge di (in)stabilità con cui il Governo non dà risposte ai lavoratori, penalizzando pensionati e lavoratori, confermando la sottrazione della contrattazione ai lavoratori pubblici, non presentando soluzioni agli esodati, lasciando nell'incertezza i finanziamenti alla CIG in deroga e ai contratti di solidarietà.

Nonostante piccoli segnali positivi figli della mobilitazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil, (l’emendamento sulla rivalutazione delle pensioni, le risorse rintracciate per far fronte alla questione esodati, per ulteriori 20.000 persone), non è possibile dichiarare soddisfacenti questi interventi. C’è bisogno di una scossa che aiuti a risollevare le sorti di un sistema economico sempre più basato sull’aumento delle esportazioni, che non può reggere le sfide di un sistema in sofferenza. C’è bisogno di restituire, al sistema sociale e produttivo, risorse fresche, in grado di rimettere in moto l’economia; risorse che possono essere recuperate attraverso la tassazione dei grandi patrimoni (in Italia il 10 per cento della popolazione detiene il 50 per cento della ricchezza). A questo è necessario aggiungere una significativa riduzione della pressione fiscale sul lavoro, e un aumento delle detrazioni per le lavoratrici e i lavoratori dipendenti e per i pensionati, con una diminuzione del carico fiscale per le imprese che assumono e investono.

È stato sottolineato, poi, dall’assemblea, la necessità di creare buona occupazione, attraverso interventi efficaci che sappiano valorizzare i tanti giovani che purtroppo scelgono di andare all’estero per la ricerca ma anche per avviare aziende innovative in grado di creare posti di lavoro.

E ancora sblocco del turn-over nella pubblica amministrazione, intervento qualificato nelle politiche attive del lavoro e nei servizi all’impiego, per trovare la giusta quadra tra chi trova e chi cerca lavoro.

 

All’interno di questo scenario c’è bisogno di governare anche le emergenze, a partire dal decreto che, di fatto, a partire dal 2014, esclude dagli ammortizzatori sociali tutti i lavoratori che ne beneficiano da più di tre anni (in pratica quasi tutta la platea meridionale). Per questo motivo chiediamo all’ex presidente de Filippo e al neo presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella, così come altri presidenti di Regioni, di fare un appello esplicito al ministero dichiarando di non condividere il decreto che taglia e riduce la copertura degli ammortizzatori, stabilendo una copertura di massimo 8 mesi per il 2014 e 6 mesi per il 2015 ed il 2016, come se la crisi fosse finita e il Paese fosse già in ripresa.

A questo va aggiunta la modifica al decreto che riduce di 850 milioni la bolletta energetica e che introduce i minibond per le PMI.

 

La crisi, in Basilicata, ha bruciato 17 mila posti di lavoro e nuove forme di povertà

interessano fasce sempre più ampie di popolazione (quasi la metà dei lucani è in condizione di vulnerabilità sociale).

Il tasso di occupazione si è ridotto di oltre 3 punti percentuali e la disoccupazione è passata dal 9,5%, prima della crisi al 15,5% del 2013. La disoccupazione giovanile, che aveva toccato il suo minimo nel 2007 (31,4%), è letteralmente esplosa arrivando al 49,5 per cento nel 2012. Ma ci sono altri numeri a rendere ancora più fosco il quadro del lavoro nella nostra regione:

  • 37.000 percettori di indennità di disoccupazione 3.000 lavoratori in mobilità;
  • 2.300 lavoratori in mobilità in deroga;
  • 5.000 lavoratori interessati dalla cassa integrazione ordinaria;
  • 1.500 lavoratori in cassa integrazione in deroga;
  • 2.000 lavoratori licenziati senza alcun sostegno al reddito;
  • 800 lavoratori socialmente utili;
  • 3.000 beneficiari del programma regionale di sostegno al reddito denominato
  • Copes.


 

Si può quindi stimare che, nel corso del 2012, circa 50 mila lucani sono stati coinvolti da

programmi d’intervento sociale per un costo che si aggira sui 100 milioni di euro.

L'ammontare della spesa, e gli impercettibili risultati sui principali indicatori del mercato del lavoro, testimoniano l'inadeguatezza delle misure e degli interventi ordinari per risollevare il mercato del lavoro lucano e colmare le disuguaglianze sociali ed evidenziano, allo stesso tempo, la necessità di adottare misure strutturali straordinarie che impieghino in maniera più efficace le risorse disponibili, razionalizzando la spesa ed eliminando i troppi sprechi che si annidano nei bilancio pubblici; risorse che nel prossimo ciclo di programmazione 2014-2020 dovrebbero ammontare a circa 200 milioni di euro annui.

 

Cgil, Cisl e Uil Basilicata, in definitiva, chiedono un’azione economica di emergenza, basata su tre interventi strutturali:

  • esclusione dal patto di stabilità dei pagamenti per interventi in opere pubbliche e infrastrutture;
  • mettere in condizioni le regioni e gli enti locali di programmare ed eseguire investimenti mirati;


creare occupazione buona e stabile che sia considerata un parametro su cui si misura l’efficacia dell’azione di governo a livello nazionale e locale.