Si è tenuto questa mattina, presso il Park Hotel a Potenza, il convegno dal titolo “diritti, welfare, crisi”, organizzato dallo SPI Cgil Basilicata nell’ambito della mobilitazione per chiedere al governo misure più eque e giuste per uscire dalla crisi, partecipato da oltre 600 pensionati.

I lavori sono stati introdotti dalla relazione di Maria Lorusso, Segr. Gen. Spi Cgil Basilicata, che ha impostato il suo discorso sull’impegno dei pensionati nella mobilitazione contro le decisioni del Governo Monti che mette in discussione ruolo e funzione del sindacato confederale.

La pratica dell’ascolto, inaugurata dal Governo Monti, non ci appartiene, ha sottolineato Lorusso, perché le relazioni con le parti sociali devono portare ad una concertazione delle risposte da dare la Paese. Il blocco della rivalutazione annuale delle pensioni superiori a 1100 euro, il fenomeno degli esodati, le addizionali Irpef, l’aumento dell’Iva, l’Imu, graveranno sui bilanci delle famiglie come una scure pericolosa ed iniqua.

Welfare significa politiche e diritti per l’infanzia, politiche per la casa, politiche per la previdenza, per la sanità, assistenza per i non autosufficienti. E proprio su questi argomenti Lorusso ha stimolato al tavolo dei relatori l’Assessore alla sanità Attilio Martorano sul terreno dell’attuazione del piano regionale integrato della salute e dei servizi alla persona e alla comunità. La CGIL è convinta che l’opera di razionalizzazione della rete ospedaliera debba essere effettuata anche e soprattutto tenendo conto del mantenimento dei livelli essenziali nell’erogazione dei servizi sul territorio.

Il Presidente dell’ANCI Basilicata, Vito Santarsiero, ha puntato l’attenzione sulla condizione dei comuni che con l’introduzione delle addizionali Irpef purtroppo peseranno sulla condizione materiale dei pensionati e delle famiglie, sottolineando, comunque, l’impegno a dell’aministrazione a limitarne il più possibile gli effetti.

Al convegno è intervenuto anche il Segretario Generale della CGIL Basilicata, Alessandro Genovesi, che ha rimarcato la necessità, in questo delicato momento storico per il Paese, di difendere il lavoro ed i diritti, in modo tale da trovarci, in fase di uscita dalla crisi, in condizione di riavviare il Paese in una nuova fase di sviluppo economico e sociale. In questo senso ha sottolineato l’impegno della Cgil che da sempre, nel secolo scorso come in questo, nei momenti di maggiore difficoltà per il Paese, ha saputo dare il suo contributo fattivo senza arroccarsi in inutili e demagogiche questioni di principio dando prova di essere un’organizzazione democratica e progressista.

La conclusione dei lavori è stata affidata a Celina Cesarei, della Segreteria Nazionale dello SPI CGIL, con delega al welfare, che ha contribuito al dibattito rimarcando il fatto che fare dei sacrifici è giusto se l’equità è il valore di ispirazione. Il segretario nazionale ha parlato anche della indispensabilità di ripensare il sistema di welfare che non può avere la caratteristica di operare a posteriori, in funzione esclusivamente assistenziale ma deve avere l’ispirazione di operare in fase preventiva con la funzione di agevolare la vita delle persone, in special modo di quelle più deboli, nei momenti di crisi come quello che stiamo vivendo.