cgil222

Il recente voto elettorale del Paese ha determinato una situazione tripolare che conferma

un Paese diviso, che ha rappresentato il rancore e l'insofferenza sociale di tanti elettori
esprimendo così, accanto alla sfiducia, la bocciatura delle politiche fatte, a partire
dall’austerità.
Il voto si è svolto, nel sesto anno della crisi, in un Paese profondamente diviso e in una
condizione di emergenza sociale. Le condizioni delle persone sono peggiorate per reddito,
servizi, previdenza, precarietà; la disoccupazione cresce e gli effetti della legge 92 e le
scelte conseguenti del Governo hanno determinato una progressiva riduzione delle
coperture degli ammortizzatori, a partire dalla deroga.
Il voto parla innanzitutto all’Europa ed alle sue politiche rigoriste, che hanno approfondito
la recessione ed hanno contribuito a determinare processi di vera e propria
deindustrializzazione.
Il voto, pur nella sua complessità, conferma la necessità di un governo di cambiamento,
iniziando dalla rimessa in discussione della politica economica e di quadro dell'Europa.
L'esito del voto ha bocciato con chiarezza l'esperienza del governo tecnico.
Emergenza sociale, crescita della disoccupazione e delle precarietà, divisione del Paese,
impongono una stagione attenta ai temi istituzionali ed alle forme della democrazia, la
necessità di ridefinire regole certe che deve avere nella Costituzione il suo principale
referente. A questo proposito la CGIL, nelle prossime settimane, avanzerà una sua
proposta di ridisegno istituzionale.
La CGIL proporrà alle parti sociali di definire le priorità sul lavoro che devono trovare
risposte immediate ed urgenti dall'attuale governo, a partire dagli adempimenti di leggi
già in vigore quali il finanziamento degli ammortizzatori in deroga e l'estensione dei
contratti di solidarietà espansivi e difensivi, la soluzione per gli “esodati”, la
stabilizzazione dei lavoratori precari dei settori pubblici, il pagamento dei crediti alle
imprese ma anche una politica industriale che rilanci investimenti e che provi a risolvere
le tante vertenze aperte.
Investimenti pubblici da rilanciare che potrebbero anche derivare da una revisione del
Patto di Stabilità dei Comuni. Per questa ragione la CGIL sarà a fianco dell'ANCI il prossimo
21 marzo.
Le tre scadenze in arrivo -TARES – IMU – aumento dell'IVA- rappresentano un carico
economico insopportabile per i redditi da lavoro e da pensioni e, per questo, chiediamo la
cancellazione dell'IMU sulla prima casa fino ad un valore di mille euro.
Nella fase di definizione del prossimo Governo, che dovrà affrontare e tenere insieme il
tema dei costi della politica, della semplificazione istituzionale, della riforma della
Pubblica Amministrazione e di nuove regole della finanza e delle banche utili al Paese, con
l'emergenza del lavoro e della crescita, debbono essere indicate, nell'agenda delle
priorità, i temi della condizione del lavoro e delle pensioni a partire dal rinnovo dei
contratti pubblici, la revisione del sistema previdenziale e il ripristino della rivalutazione
delle pensioni, il rifinanziamento di welfare - sanità e istruzione, la cancellazione dell'art.8, i diritti dei migranti, la ripresa di una politica nazionale di investimenti per il
mezzogiorno che utilizzi al meglio le risorse dei fondi strutturali.
Tutto ciò va affrontato in una logica di forte cambiamento di prospettiva, mettendo in
atto misure per la creazione di lavoro e per sostenere un rinnovato patto sociale.
Per noi questo si traduce, da oggi, nel rilanciare la proposta di “Piano del Lavoro”,
costituendo Comitati per il Lavoro nei territori, aperti alle più ampie alleanze sociali e
quale strumento di vertenzialità, anche territoriale, per far ripartire scelte di qualità, di
investimenti e di welfare.
Così come le politiche nazionali dovranno affrontare due emergenze drammatiche su
“diritto allo studio” per le giovani generazioni e l'aumento della povertà, in particolare
della popolazione anziana, dei nuclei familiari con minori e con fragilità sociali.
Il voto del mese scorso parla a tutti, anche alle organizzazioni sindacali, ed indica la
necessità per l'insieme della CGIL, nei territori e nelle categorie, di rilanciare la
partecipazione, l'ascolto, la trasparenza, ponendosi l'obiettivo di intercettare e
rappresentare l'insieme del mondo del lavoro.
Così come non è più rinviabile la certificazione degli iscritti e del voto per l'elezione delle
RSU e per la validazione dei contratti collettivi, accompagnato da regole condivise e
democratiche sulla contrattazione, che ridiano valore e ruolo al lavoro e alle condizioni
materiali di lavoratori e lavoratrici.
Da ultimo va aperta una riflessione su come ridare protagonismo a delegati e delegate
nella definizione delle scelte strategiche della CGIL e su come rinnovare le esperienze
della bilateralità.