Domani mattina presso il Museo Archeologico di Potenza terremo – come FILLEA e CGIL di Basilicata - una iniziativa per la presentazione dell’Osservatorio Edilizia e Legalità, istituito di recente dalla Fillea nazionale.

Scopo fondamentale dell’ Osservatorio – che si avvale della preziosa opera di analisi ed elaborazione di un Comitato Scientifico presieduto dal Dott. Piero Luigi Vigna, già Procuratore Nazionale Antimafia- è quella di concorrere a contrastare, attraverso la diffusione della cultura della legalità partecipata, le infiltrazioni mafiose e delle altre forme di criminalità economica e di allocazione di capitali di derivazione illegale  nel comparto delle costruzioni e dei lavori pubblici, lo sfruttamento delle persone che lavorano e ogni forma di intermediazione illegale della manodopera,  l’uso distorto del denaro pubblico, lo scempio e le devastazioni dell’ambiente e del territorio.

E’ nostro intendimento, con il dibattito, a cui parteciperanno il Prefetto di Potenza, il Sindaco ed il Presidente della Provincia di Potenza, anche nelle vesti rispettivamente di Presidente dell’Anci e dell’Upi regionali, declinare  contestualizzare la finalità principale  dell’Osservatorio nel quadro della grave crisi  che investe l’edilizia e delle specifiche condizioni della Basilicata.

Una Regione,infatti, certamente non raffigurabile nello stereotipo dell’ “isola felix”, né tantomeno definibile ad alto tasso criminale.  Una Regione che, tuttavia, in base ad una lunga esperienza giudiziaria ed investigativa, presenta tutte le caratteristiche di vulnerabilità al rischio di penetrazione della criminalità organizzata sia in ordine al funzionamento del sistema economico-finanziario, sia per taluni aspetti del  funzionamento delle istituzioni pubbliche.

In virtù di tale valutazione di fondo, focalizzeremo, quindi, il confronto di domani su una serie di fattori che riteniamo svolgano una funzione molto problematica nelle dinamiche del mercato del lavoro e dei lavori pubblici.

Ci riferiamo alla necessità di affrontare – facendo leva sulla legislazione già vigente -  il nodo critico dell’ eccessiva frammentazione delle stazioni pubbliche appaltanti, promuovendo ed accelerando la costituzione di Centrali Uniche di Committenza(SUA), nonché alla necessità di porre un freno al fenomeno, ormai patologico, della rincorsa delle offerte al massimo ribasso negli appalti pubblici ed alle gravi distorsioni che si determinano sul lavoro e la qualità delle opere.

Ci riferiamo pure ad un sempre maggior rischio usura per le imprese meno strutturate, connesso all’accentuarsi delle difficoltà dell’accesso al credito ed ai ritardi nei pagamenti delle Pubbliche Amministrazioni.

Ma ci riferiamo anche alla necessità di sviluppare tutte le potenzialità – sul terreno dell’attivazione di controlli di legalità più pervasivi ed efficaci – offerte dalle nuove “Linee Guida”,approvate dal CIPE, per la stipula dei cosiddetti “Protocolli di Legalità” presso le Prefetture, tra  forze sociali, imprese appaltatrici e stazioni appaltanti, non solo nei casi previsti di grandi opere ed infrastrutture, ma anche nei casi in cui i lavori appaltati, pur non rientrando nelle fattispecie specificamente previste, assumano, tuttavia, consistenza economica e complessità di esecuzione.