Dopo il blocco, per il 2012 e il 2013, della rivalutazione per i titolari di una pensione lorda superiore a 1.441,58 (una vera patrimoniale sui pensionati), l’aumento delle addizionali IRPEF da parte di regioni e comuni, l’ IMU  sulla prima casa (ex ICI calcolata con una rivalutazione delle rendite catastali di oltre il 60%) e imposte varie, una per tutte la nuova tassa sui rifiuti, c’è un ulteriore grande danno fatto ai pensionati che, a seguito dei provvedimenti sulla tracciabilità, non potranno più percepire la pensione se non attraverso “strumenti di pagamento elettronici disponibili presso il sistema bancario o postale”: in breve saranno costretti ad aprire un conto corrente bancario o postale. Questo secondo le ultime disposizioni a partire dal 1° Maggio 2012.

Questo provvedimento danneggia soprattutto i titolari di pensioni non autosufficienti, ossia gli ultimi, che in Basilicata sono oltre 21.000 (dati INPS percettori di indennità di accompagnamento). Queste persone, qualora non avessero un conto corrente, sono obbligati ad aprirne uno entro il 30 aprile p.v., se vogliono continuare a percepire le proprie spettanze.

Ebbene i pensionati non autosufficienti per aprire e gestire un conto corrente, benché offerto in gestione gratuita, dovrebbero presentarsi di persona presso l’ufficio postale ovvero essere sostituiti da un altro soggetto che possa esibire la seguente documentazione:

-         la procura notarile generale o speciale (redatta da un notaio, se in Italia , o presso i Consolati Italiani all’estero) dalla quale si evinca il mandato di apertura del rapporto;

-         il provvedimento del Giudice in caso di minori, inabilitati, interdetti e beneficiari di amministrazione di sostegno.

Tempi ristretti e prezzo proibitivo per la produzione della documentazione (si parla di oltre 500 euro per una procura notarile), costituiscono degli ostacoli insormontabili.

 

Ancora una volta le persone che hanno lavorato e dato il loro apporto per la costruzione del Paese in cui viviamo sono trattati senza alcun rispetto. Il sistematico calpestio dei loro diritti non è più accettabile e per questo chiediamo un tempestivo intervento del legislatore che modifichi queste norme che ledono diritti e dignità dei pensionati più deboli.