Egregi Dottori Marchionne ed Elkann, come saprete i primi ad essere interessati alla difesa e al rilancio degli stabilimenti Fiat sono e saranno sempre le lavoratrici ed i lavoratori dell’azienda e dell’indotto, le loro famiglie, le comunità locali, come dimostrano le proposte avanzate dalla Fiom-Cgil e dalla Cgil sin dalla prima presentazione del “fantomatico piano industriale Fabbrica Italia”.
Così come sicuramente saprete che, per difendere e rilanciare un’azienda, a fronte di investimenti certi, maggiore ricerca ed innovazione, rispetto dei diritti e delle tutele dei lavoratori, non ci siamo mai tirati indietro dal ragionare di maggiore utilizzo degli impianti legato alla difesa dell’occupazione, modelli e metodi organizzativi volti a migliorare le condizioni di lavoro e la qualità dei prodotti, ecc. (temi ben diversi dalla penalizzazione dei lavoratori che stanno male, dal divieto ad esercitare il diritto costituzionalmente garantito allo sciopero, dalla costante pratica di discriminazione in base alle idee o alle affiliazioni sindacali). Le centinaia di accordi sottoscritti dalla Fiom e dalla Cgil ne sono la prova più lampante. Così come lo sono le decine di accordi sottoscritti anche alla Sata di Melfi negli anni passati che hanno favorito gli investimenti e i risultati produttivi.
Ma forse sappiamo tutti che di altro stiamo parlando...
Alla vigilia della vostra venuta in Basilicata, vi poniamo allora 10 semplici domande e lo facciamo perché non rinunciamo a svolgere il nostro compito fino in fondo. Perché non ci interessano promesse vaghe o interventi tampone, ma vogliamo certezze e condizioni reali per fare bene il nostro mestiere di operai, tecnici, impiegati e di sindacalisti. In Fiat come nelle tante imprese dell’indotto.
1) Per il sito di Melfi cosa pensate della proposta della Fiom Cgil e della Cgil Basilicata, di scommettere, all’interno di una cornice che valorizzi i singoli stabilimenti su una maggiore integrazione del meta distretto meridionale (Basso Lazio, Campania, Molise, Abruzzo per i veicoli commerciali, Puglia e Basilicata) per lo sviluppo di un polo industriale strategico del Mezzogiorno, con una specializzazione sempre maggiore sulle auto a minor impatto ambientale, a tripla propulsione ibrida, con nuovi materiali e scocche più leggere?
2) Cosa pensate della nostra proposta, presentata a Melfi anche ai responsabili economici dei partiti del centro sinistra, di un Accordo Quadro Nazionale ove far confluire le risorse della nuova programmazione comunitaria 2013 e 2014-2020, dedicato a interventi massivi su ricerca ed innovazione, a nuovi prodotti e tecnologie per l’auto e nuovi sistemi di mobilità sostenibile? La Fiat parteciperebbe con proprie risorse a tale Accordo a favore di un piano straordinario di investimenti su nuove propulsioni a minor impatto ambientale, nuovi materiali, risparmio energetico, city car intelligenti?
3) Cosa pensate della proposta di modificare la missione dell’ancora non costituito Campus tecnologico lucano, focalizzandone le attività più che su innovazioni del modello organizzativo del fattore lavoro, sulla ricerca di nuovi prodotti e servizi per la filiera dell’auto?
4) In attesa di capire se e come si intendono saturare i livelli produttivi di Melfi, in attesa di un rilancio del sito Fiat, e dell’indotto, siete disponibili a garantire che la nuova Punto continuerà ad essere prodotta esclusivamente nello stabilimento lucano?
5) Non ritenete che sia giunto il momento di ammettere che, prima si chiude la stagione della contrapposizione tra diritti e lavoro, prima i tre iscritti alla Fiom-Cgil reintegrati dalla Corte di Appello torneranno a lavorare in fabbrica in ottemperanza alle sentenze dei magistrati, prima si potrà tornare a parlare del merito reale delle questioni e del futuro di un’azienda così importante per il Paese?
6) Quanto, infatti, è moderna una concezione delle relazioni industriali dove si riconosce come interlocutore solo e sempre chi si dice d’accordo con Voi?
7) Il Piano Fabbrica Italia, come avete dichiarato, era una mera possibilità. Oggi che il Piano non è più attuale (parole vostre), come pensate di recuperare il terreno perso rispetto agli altri competitor che hanno scelto di investire sin da subito su nuovi modelli, proprio sulle fasce di consumo più popolari dove la Fiat mantiene quote interessanti?
Pensate realmente che si potrà competere esclusivamente riconvertendo la Fiat sulle auto di alta gamma e su auto fortemente energivore come i SUV?
8) Non ritenete fondate le preoccupazioni dei principali analisti del settore che paventano un rapido spostamento del “cuore” e della “testa” di Fiat dall’Italia agli Usa, con una perdita evidente di valore aggiunto per l’intero sistema Paese?
9) Non sarebbe oggi un segnale di reale volontà, per mantenere gli stabilimenti italiani e gli attuali livelli occupazionali, la scelta di remunerare di meno in termini finanziari i soci, e utilizzare i contratti di solidarietà come fatto in Germania per affrontare in modo più equo e solidale la crisi del settore auto ridistribuendo tra tutti i lavoratori orario di lavoro e salario?
10) Avete discusso con il Governo, durante il lungo colloquio avuto nei mesi passati, degli impatti sociali di un nuovo piano che, prediligendo modelli di gamma alta e Suv, non riuscirà a saturare le attuali capacità produttive degli stabilimenti italiani (e relativi occupati), con ulteriori ed ancora lunghi periodi di cassa integrazione? A quali conclusioni siete giunti?




























