“Pur con limiti e criticità, l’azione di mobilitazione di questi giorni (a partire dai presidi unitari svoltisi in Basilicata il 13 e 14 dicembre scorsi e la stessa manifestazione di ieri a Roma, sotto il Senato) sta cominciando a dare dei primi frutti. Vanno infatti attribuiti all’azione sindacale di queste ore, oltre che alla comune posizione assunta da tutti gli assessori regionali al lavoro, i passi avanti registrati con l’approvazione in Parlamento, venerdì scorso, di una serie di emendamenti che portano la dote complessiva di risorse per gli ammortizzatori in deroga per il 2013, dagli 800 milioni previsti nella prima proposta di legge di stabilità a oltre 1,7 miliardi”. Così dichiarano in una nota i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Basilicata, Genovesi, Falotico e Vaccaro, che sottolineano come queste risorse non permetterebbero di garantire comunque, a fronte anche dell'assenza di eventuali residui di quest’anno, una copertura completa per l'intero 2013 degli attuali beneficiari di ammortizzatori in deroga nella nostra regione.
“In particolare, pur ritenendo la somma ancora insufficiente soprattutto per realtà come la Basilicata (come sindacato abbiamo stimato essere necessari per il solo 2012 oltre 2 miliardi a livello nazionale, tenendo conto che da gennaio ad oggi si sono registrate oltre 330 milioni di cassa integrazione in deroga per un totale, tra cassa ed indennità, di oltre 230 mila lavoratori beneficiari e riteniamo che per la nostra regione solo quest'anno sono stati necessari oltre 20-24 milioni di euro), prendiamo atto con soddisfazione che, nella nuova versione della legge di stabilità per il 2013, agli 800 milioni di euro inizialmente previsti si aggiungono ora ulteriori 500 milioni di euro, individuati dalla terza ed ultima riprogrammazione del Piano di Azione Coesione (somma destinata alla 4 regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia che, per tanto, non parteciperanno alla distribuzione delle altre risorse previste); si aggiungono ulteriori 200 milioni dai fondi non utilizzati per la decontribuzione dei premi di produttività, e si andranno a sommare ulteriori 246 milioni prelevati dai fondi destinati alla formazione dei lavoratori (in questo caso permanendo però tutte le criticità già a suo tempo avanzate come Cgil, Cisl e Uil per aver stornato risorse da fondi connessi al rilancio e alla salvaguardia professionale dei dipendenti).
“Ovviamente la mobilitazione deve continuare: per consolidare i nuovi testi normativi ed impedire passi indietro oltre che per aumentare ulteriormente la dote finanziaria ed evitare di penalizzare i fondi per la formazione (anche perché è prevedibile che la crisi occupazionale continui, se non peggiori, per tutto il prossimo 2013).
Soprattutto – concludono i segretari di Cgil, Cisl e Uil – la mobilitazione dovrà continuare a livello nazionale e regionale, al fine di dare maggiori garanzie fino a fine 2013 a tutti i lavoratori in difficoltà, magari all’interno di una serie di interventi legislativi nazionali che migliorino quanto previsto dalla riforma Fornero in materia (che ricordiamo ha comunque fortemente penalizzato i lavoratori meridionali riducendo da 48 a 18 mesi, a regime, la copertura in caso di disoccupazione). E soprattutto perché si dia concretezza a quel Piano del Lavoro, più volte richiesto dal sindacato e annunciato dalla Giunta Regionale, perché quello che chiediamo sono prima di tutto vere politiche attive, la creazione di occasioni di lavoro stabile, opportunità per essere utili a se stessi e alla comunità, non assistenza”.




























