Ddl Appalti: "Ripristinare clausola sociale o ricadute pesanti sui lavoratori.

Serve un confronto con la Regione Basilicata e le forze politiche, a partire dai parlamentari lucani. Nelle prossime settimane previste iniziative di mobilitazione”

“ll ddl Appalti è il disegno di legge che delega al Governo la stesura della riforma del codice degli appalti pubblici. Il testo, sebbene veda alcune importanti conferme di norme a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici del settore, introduce la facoltà, e non l’obbligo - previsto, invece, dall’attuale normativa - di inserire clausole sociali nei bandi di gara. Riteniamo che questo aspetto vada assolutamente modificato e migliorato”. Lo afferma Emanuele De Nicola, della Cgil Potenza. “La clausola sociale – continua De Nicola - serve a salvaguardare i livelli occupazionali e le condizioni di lavoro riconosciuti dalle imprese aggiudicatrici a lavoratrici e lavoratori nel caso di aggiudicazione ad altra impresa da parte della stazione appaltante ed è quindi importante che non sia facoltativa: dobbiamo evitare che ogni cambio di appalto diventi una crisi aziendale su cui intervenire a posteriori, con la minaccia di perdere posti di lavoro e reddito per le lavoratrici e lavoratori occupati negli appalti di servizi rivolti a tutta la collettività e la conseguente dispersione di preziose professionalità, un abbassamento della qualità dei servizi e della sicurezza nei luoghi di lavoro”.
Per il sindacato “la clausola sociale, che tutela l’occupazione nel cambio d’appalto, deve essere obbligatoria. Il ddl è già stato approvato dal Senato e nelle prossime settimane approderà alla Camera dei deputati. Per questo – afferma De Nicola - lanciamo un appello ai parlamentari lucani e a tutte le forza politiche affinché intervengano nella discussione del testo che ci sarà prossimamente alla Camera dei deputati per proporre la reintroduzione dell’obbligo di inserimento di clausole sociali nei bandi di gara, con piena conferma di quanto previsto dall’attuale articolo 50 del Codice dei Contratti Pubblici.
Sarebbe un paradosso – continua De Nicola - che, in una tale fase di crisi del lavoro, si riducano le tutele già previste nell’attuale codice e normativa derivata con la inevitabile conseguenza che ogni cambio di appalto si trasformi in perdita di posti di lavoro e di reddito per le lavoratrici e lavoratori occupati negli appalti di servizi, essenziali e di pubblica utilità per il settore sanitario e socio assistenziale, per le scuole, negli enti regionali, nei tribunali, nei trasporti, nella gestione dei servizi idrici e più in generale per la collettività”.
Come più volte denunciato dalla Cgil, “in Basilicata la legge regionale 24 del 2010 prevede espressamente la tutela del personale delle imprese appaltatrici, ma tale tutela non è esaustiva – spiega De Nicola - e pertanto abbiamo negli anni a più riprese sollecitato la Regione Basilicata ad approvare una norma cogente a salvaguardia del personale utilizzato dalle imprese appaltatrici.
Oggi diventa ancor più stringente la necessità di un intervento normativo anche a livello regionale e, nelle more, l’adozione da parte delle amministrazioni pubbliche della Regione di atti di indirizzo e protocolli di intesa tra le parti sociali per la qualità del lavoro e per la valorizzazione della buona impresa e del buon lavoro negli appalti, integrandosi anche con la legge Regionale, che vincolino nei bandi di propria competenza quali stazioni appaltanti, all’inserimento della clausola sociale e all’applicazione dei Contratti Collettivi Nazionali rispetto alle attività svolte.
Non possiamo permettere che il lavoro in appalto si trasformi in lavoro ancora più precario – conclude De Nicola - ledendo la dignità dei lavoratori e delle lavoratrici, delle loro competenze, della loro professionalità, del loro impegno e del loro salario. Pertanto, nelle prossime settimane, la Cgil unitamente alle categorie interessate negli appalti pubblici (Funzione Pubblica, Filcams, Fiom, Fillea, Filctem, Filt, Slc) metterà in campo una serie di iniziative di mobilitazione sul territorio a sostegno delle proprie proposte e invita tutte le forze politiche e la Regione Basilicata ad aprire un confronto”.

Potenza, 6 maggio 2022