Lettera Cgil Cisl Uil Basilicata al governatore Vito Bardi

 

Occorre far ripartire con estrema urgenza i servizi socio-assistenziali e socio-educativi
interrotti nella prima fase dell’emergenza covid19.
Le famiglie più fragili e in difficoltà in queste hanno subito un duro contraccolpo, vedendosi
abbandonate a se stesse, e gli stessi lavoratori operanti nel privato sociale sono stati lasciati a casa.
Il comma 1 dell’art. 47 del Cura Italia stabilisce che sull’intero territorio nazionale, allo
scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus e tenuto conto della difficoltà di far
rispettare le regole di distanziamento sociale nei Centri semiresidenziali a carattere socioassistenziale, socio-educativo, polifunzionale, sociooccupazionale, sanitario e socio-sanitario per
persone con disabilità, l’attività è sospesa. Tuttavia il comma 2 precisa che l’Azienda sanitaria
locale può, d’accordo con gli enti gestori dei centri diurni socio-sanitari e sanitari, attivare interventi
non differibili in favore delle persone con disabilità ad alta necessità di sostegno sanitario.
La sospensione, pertanto, non ha mai significato fermare “tout court”, come è stato fatto, i
servizi ma, come specificato nel successivo art. 48 del decreto, si dovessero “variare” le modalità di
erogazione degli stessi, utilizzando il personale già impiegat. Ovvero: poiché non erano possibili le
modalità “tradizionali”, bisognava fare uno sforzo progettuale per ridefinire le prestazioni da
erogare agli utenti.
Con l’inizio della fase 2 e l’allentamento del lockdown diventa più che mai indispensabile
procedere celermente alla predisposizione e sottoscrizione di un protocollo di intesa tra Regione,
comuni capofila nell’ambito socio assistenziale, organizzazioni datoriali e organizzazioni sindacali
al fine di facilitare a livello territoriale l’attuazione delle disposizioni di cui al citato articolo 48,
creando le condizioni per dare risposte urgenti ai bisogni delle famiglie degli anziani, dei disabili e
delle persone in difficoltà e salvaguardare al contempo la continuità lavorativa e retributiva degli
operatori di tali servizi.
Bisogna far ripartire con immediatezza i servizi di assistenza domiciliare e implementarli.
Bisogna riattivare i servizi sad che hanno l’obiettivo di aiutare la persona nel disbrigo delle
attività quotidiane sollevando in parte la famiglia dal carico assistenziale e i servizi adi, che
permettono ai pazienti un’assistenza a casa con programmi personalizzati al fine di evitare, ove
possibile, il ricovero ospedaliero. E’ necessario superare l'attuale visione ospedalocentrica in favore
di un rafforzamento della rete territoriale che ci faccia affrontare in maniera migliore la sfida della
cronicità, liberando i nosocomi di quel carico accessorio che, spesso in modo inappropriato, ne
impegna le strutture in un’attività a prevalente vocazione ambulatoriale. In quest’ottica l’assistenza
domiciliare ha un ruolo prioritario.
Ovviamente basilare è la sicurezza dei lavoratori cui vanno forniti congrui e adeguati
dispositivi di protezione individuale, che al contempo servono a tutelare la sicurezza degli stessi
pazienti, rientranti in una fascia di popolazione fragile considerata più a rischio di altre in questa
pandemia di sarscov2.
E’ imprescindibile che la Regione Basilicata attivi il confronto con le organizzazioni
sindacali e datoriali ed emani delle linee guida ai comuni capofila, perché la gestione dei servizi
alla persona non può essere lasciata ai singoli territori, creando disuguaglianze tra i fruitori del
servizio e di riflesso tra i lavoratori, minando ancor più la tenuta dei livelli essenziali di assistenza e
del welfare locale.
Occorre invece ricostruire un sistema di welfare e di convivenza sociale fondato sul diritto a
vivere in modo autonomo e libero, possibilmente a casa propria, e comunque contrastando le
tendenze ad istituzionalizzare in strutture le persone anziane e disabili. La drammatica emergenza in
atto ha dimostrato che, al di là delle intenzioni e dell’impegno dei singoli operatori, occorre
ripensare e superare le forme di “residenzialità pesante” a favore di nuove forme di assistenza
domiciliare e di welfare di comunità.

I Segretari Generali
CGIL CISL UIL Basilicata
A. Summa E. Gambardella V. Tortorelli