Egregio Prefetto,
alla luce di quanto si sta verificando alla Venum 3.0 e in vista dell’incontro che si terrà il prossimo 15 novembre, la Filcams Cgil di Potenza specifica quanto segue.
Alle spalle del caso Venum 3.0 vi è una particolare imprenditoria locale i cui soci sono stati amministratori di aziende chiuse o in liquidazione - basta verificare l’estratto della Camera di Commercio - e che nascono appositamente per essere esecutrici di un’unica commessa. Commessa che, guarda caso, puntualmente poco dopo comincia ad avere problemi con ripercussioni sull’azienda e sui lavoratori a causa della scarsa solidità della stessa, che non riesce ad affrontare il rischio d’impresa. La conseguenza di tutto ciò è il mancato pagamento degli stipendi, con i lavoratori trattati come ultima ruota del carro.
Ma non finisce qui. Per salvarsi Venum cerca di farsi ricevere dalla Regione Basilicata per trovare altre commesse che, qualora dovessero arrivare, servirebbero a mantenere una ventina di lavoratori.
Il tutto, ribadiamo, con l’utilizzo di un contratto nazionale più basso di quello che dovrebbe essere e in assenza di relazioni sindacali o perlomeno in relazione con una sigla unica, in modo da poter condizionare meglio i lavoratori.
Come Cgil ci auguriamo che in sede di confronto con la Regione Basilicata quest’ultima metta l’azienda davanti alle proprie responsabilità nei confronti delle maestranze e della mancanza di democrazia e rappresentanza sindacale.
La Filcams Cgil, intanto, ha denunciato all’Ispettorato del lavoro il mancato pagamento degli stipendi e l’errata applicazione del Contratto collettivo nazionale del lavoro nonché la sospensione illegittima delle attività come dichiarato dall’azienda.
La Filcams Cgil, infine, si ritiene del tutto contraria all’ipotesi emersa in questi ultimi giorni a seguito dell’incontro che si è svolto sabato scorso alla presenza di alcuni legali, sulla cessione ai lavoratori del credito maturato da Venum nei confronti di Axélero, unico suo committente .
Una soluzione che ancora una volta servirebbe all’azienda a tutelarsi mettendo a rischio i lavoratori in quanto le azioni ordinarie di Axélero, quotata in borsa, sono sospese dalle negoziazioni dal 28 maggio 2018.
A oggi, nostro malgrado, ci risulta che molti lavoratori della Venum 3.0 abbiano deciso di dimettersi poiché la situazione risulta ormai insostenibile sia dal punto di vista economico che psicologico, date le numerose pressioni che i lavoratori sono costretti a subire per la firma di atti in alternativa alla paventata cessione del credito, finalizzati a far valere la responsabilità solidale direttamente su Axélero, e che i lavoratori sono stati chiamati a firmare senza avere la possibilità di prenderne visione prima.
Chiediamo pertanto al Signor Prefetto di essere convocati con urgenza considerato che la scrivente organizzazione sindacale non ha avuto fino a oggi la possibilità di incontrare l’azienda, dato il suo perdurante rifiuto. Ciò in violazione di tutte le norme che disciplinano le relazioni sindacali. Per questa ragione siamo stati costretti a rivolgerci per ben due volte al giudice del lavoro, per vederci riconosciuto il diritto a esercitare le prerogative sindacali a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori che operano nell’azienda.

Michele Sannazzaro
Segretario generale Filcams Cgil Potenza