In Basilicata, tra le tante questioni che attanagliano il mondo del lavoro, disoccupazione giovanile, povertà, precarietà, c’è il tema dei 400 LSU impegnati in molti Comuni senza nessuna tutela, previdenziali e retributiva.

Una situazione ormai di lungo corso, che continua nella più totale indifferenza dei Sindaci e del governo regionale.

Si tratta di lavoratori che, pur svolgendo importanti e fondamentali funzioni pubbliche, che vanno dalla raccolta dei rifiuti alla gestione diretta di servizi amministrativi e tecnici propri degli enti locali, vivono una condizione di vero e proprio sfruttamento, equiparati nell'attività lavorativa ai lavoratori pubblici ma privi delle stesse tutele e della dovuta retribuzione .

Una situazione paradossale, che rasenta l'illegittimità. Cosa ancor più grave se si considera che le amministrazioni comunali hanno a disposizione, non solo incentivi economici, ma anche un quadro normativo che consente , anzi obbliga, le amministrazioni pubbliche che hanno spazi assunzionali di procedere prioritariamente alla stabilizzazione degli LSU in possesso dei requisiti .

Una precarietà insopportabile non fosse altro che è generata dalla pubblica amministrazione e dal governo regionale che, pur in presenza delle condizioni per potenziali stabilizzazioni, continua a tenere questi lavoratori stretti nella morsa del precariato.

Governare significa soprattutto scegliere le priorità, porre in essere azioni programmatiche ed amministrative guardando alle persone e alla loro condizione, liberandole dal bisogno; assistiamo, invece, quotidianamente a roboanti annunci privi di aderenza con la realtà e che lasciano irrisolti nodi storici che costellano la nostra regione.