«UN annuncio da vecchia politica»: non
usa mezzi termini Angelo Summa commentando
il piano di assunzioni promesso
da Marcello Pittella giovedì scorso
durante una riunione a porte chiuse
del Partito democratico a Lauria. Il segretario
generale della Cgil Basilicata
si trova d’accordo con chi - come i consiglieri
regionali Nicola Benedetto e
Gianni Rosa - avevano subito bocciato il
governatore uscente che, a quanto pare,
starebbe preparando la piattaforma
programmatica per il secondo mandato
a via Verrastro.
«Che modalità ha previsto Pittella per
un’operazione di questo tipo?» chiede
provocatoriamente Summa. «Mi sembra
un rituale dietro al quale non c’è la
ricerca e lo sforzo di voler dare davvero
delle risposte alla crisi occupazionale e
ai bisogni dei territori. Penso ai Comuni
e alla perenne carenza di risorse». Secondo
il numero uno della Cgil lucana,
inoltre, «ci sono già alcuni strumenti
come la legge Madia che permettono di
rigenerare le platee occupazionali della
Pubblica amministrazione con un innesto
di giovani individuati grazie a criteri
selettivi basati sul merito e la trasparenza
». Di qui il riferimento ai «concorsi
fermi da vent’anni a favore di interinali
e lavoro a chiamata», altro campo di
battaglia del sindacato che proprio sulla
precarizzazione della sanità pubblica
e l’abolizione dei concorsi, nei mesi passati
aveva espresso tutta la propria contrarietà
proponendo che
si revocasse la procedura
di gara per l’affidamento
del servizio di somministrazione
di lavoro temporaneo
per le Aziende del
servizio sanitario regionale
e per i Dipartimenti
della Regione Basilicata.
A proposito di sanità,
«aspettiamo ancora che la
magistratura – incalza
Summa – ci dia una risposta
dopo l’esposto presentato due mesi
fa in Procura sui commissari».
Alla domanda se la nuova rotazione
dei dirigenti regionali prefigurata dal
presidente della giunta non suoni come
uno spoil system, Summa risponde che
«si tratta di un’operazione che si fa
quando ci si insedia... Quella di Pittella
mi è sembrata un‘uscita quasi per scaricare
su altri la responsabilità di un operato
poco soddisfacente».
Sul bando per 1.300 giovani assunzioni
tra pubblico e privato completamente
spesate per due anni muove dei
dubbi anche Piero Lacorazza: il consigliere
regionale dem ne approfitta per
rilanciare la propria battaglia in Aula
sull’articolo 116 che, conferendo maggiore
autonomia alle Regioni in fatto di
spesa e assunzioni, potrebbe garantire
tra le 400 e le 500 unità nel pubblico, in
primis tra scuola e sanità. «In sanità –
argomenta l’ex presidente del Consiglio
regionale – per assumere più personale
per abbattere le liste d'attesa e dare più
qualità al servizio» e «nella scuola
per avere la possibilità di ampliare gli
organici che penalizzano le aree interne,
gli studenti con disabilità e i docenti
che sono dovuti andare via dalla Basilicata
». Un «federalismo differenziato»
da «declinare su cose concrete» e che ha
avuto un primo passaggio istituzionale
con la risoluzione approvata all’unani -
mità nell’ultima seduta del Consiglio
regionale.
Bisogna vedere se i temi sollevati da
Lacorazza saranno anch’essi inglobati
nei temi della lunga campagna elettorale
che porterà al voto regionale. E’ un
fatto, comunque, che il cronoprogramma
in otto punti che il Quotidiano del
Sud ha rivelato l’altro ieri ha subito incendiato
il dibattito politico lucano, soprattutto
in riferimento ad alcuni argomenti
(le porte girevoli tra i dg e le promesse
di posti di lavoro).
Pittella aveva anzitutto guardato in
casa propria (il Pd di Polese), non rinunciando
ad anticipare le ipotesi di liste da
schierare nella propria ricandidatura
(una decina accanto a quella del presidente,
16 candidati per lista e 2 per comune),
ma aveva annunciato che è quasi
pronto un bando regionale per finanziare
l’assunzione da parte delle imprese
di 1000 giovani per due anni «pagati
da noi», più altri 300 giovani nella pubblica
amministrazione «con percorsi
successivi di stabilizzazione».
Poi la criticato al lavoro svolto in questi
anni da una parte degli uffici regionali:
«C’è stata una burocrazia amministrativa
non all'altezza della sfida».
Quanto basta per suscitare una reazione
da parte dello stesso Lacorazza, che
in un tweet, pur senza mai nominare il
governatore, scrive, a caldo: «Credo che
la politica sbagli quando scarica ogni
responsabilità su