E' noto che nelle ultime settimane le principali testate giornalistiche nazionali si stanno occupando delle notizie riguardanti INTESA SAN PAOLO.

Il Gruppo, che presenterà il nuovo piano industriale il 6 febbraio 2018, pare stia instaurando una trattativa con la società scandinava Lindorff/Intrum Justitia, colosso degli NPL, per la cessione di un portafoglio del valore di circa 10/15 miliardi di crediti deteriorati.

Come dichiarato dal CEO Carlo Messina la Banca si è posta l'obiettivo di imprimere una energica accelerata sulla riduzione dei crediti deteriorati, necessità rappresentata dalle crescenti pressioni del mercato.

Secondo talune indiscrezioni, l'azienda starebbe valutando anche la cessione della piattaforma di gestione delle sofferenze, dunque del personale addetto, dando così una brusca sterzata all'orientamento finora perseguito.

Infatti, la gestione interna dei crediti deteriorati è risultata vincente ed ha consentito alla Banca di ridurre lo stock di crediti deteriorati di 11 miliardi in 18 mesi.

La FISAC – CGIL si oppone con fermezza alla possibilità di esternalizzazione del personale.

Sono proprio tali risorse che con preparazione, dedizione ed impegno (riconosciuto in più occasione dalla stessa Banca) hanno consentito il raggiungimento dell'importante risultato in termini di riduzione dello stock anzidetto.

Le risorse attualmente impiegate nell'attività di gestione delle sofferenze sono dislocate lungo tutto il territorio nazionale ed il 50% di esse sono occupate nel sud Italia.

Una particolare riflessione merita la situazione dei 100 dipendenti impiegati fra il Presidio e l'Ufficio Recupero Crediti di Potenza.

INTESA SANPAOLO, per la creazione di una struttura in Basilicata, ha ricevuto una contribuzione pubblica regionale, assumendo i dipendenti per la durata di 4 anni con contratto di apprendistato professionalizzante, applicando condizioni in deroga al CCNL (retribuzione decurtata del 20%, buono pasto di valore inferiore e tutta una serie di ulteriori svantaggi di natura economica).

Fra questi 100 lavoratori vi è un consistente numero di pendolari che per recarsi sul luogo di lavoro devono percorrere a proprie spese un consistente “kilometraggio” giornaliero in quanto provenienti da tutte le parti della Regione.

I lavoratori hanno accettato tali condizioni in quanto l'accordo prevedeva che al termine dei 4 anni di apprendistato la Banca li avrebbe assunti ed equiparato il loro contratto al resto dei dipendenti.

INTESA SANPAOLO, dopo aver ricevuto contributi pubblici regionali e usufruito di vantaggi fiscali, non può “disfarsi” di tali risorse, fra l'altro stabilizzate da soli 3 anni.

La FISAC – CGIL ribadisce la sua contrarietà all'eventuale esternalizzazione del personale e si opporrà fermamente a scelte aziendali che andassero in tale direzione.

FISAC CGIL

Segreteria Regionale Basilicata