L.S., 46 anni, andrà in pensione nel 2039 vale a dire a 69 anni. Ma c’è chi è più giovane ed andrà in pensione nel 2052. Sono alcuni dei casi segnalati dalla Uil Pensionati della ’busta arancione’ che l’Inps sta inviando anche a lavoratori lucani. “Le preoccupazioni per chi le riceve – commentano Donato Allegretti,Enzo Zuardi,Vincenzo Tortorelli, segretari regionali dello Spi Cgil Fnp Cisl Uilp Uil- in alcuni casi diventano un autentico colpo al cuore perché la data prevista per andare in pensione è lontana e chi assicura che tra 20-30 anni le cose stanno ancora così, vale a dire, il posto di lavoro, i contributi versati regolari… Gli esperti del nostro patronato mettono in guardia: l’Inps disegna uno scenario un po’ troppo ottimistico, a bocce ferme insomma. Mentre nessuno ci assicura che le cose continueranno così. Sia chiaro noi siamo favorevoli all’iniziativa di Boeri. La sua non è un'idea balzana. Anzi la “busta arancione” è un fatto di trasparenza e consente di riflettere sulla possibilità di sottoscrivere un fondo previdenziale integrativo e come destinare il proprio Tfr, facendo da adesso qualche calcolo. Resta il problema delle indennità pensionistiche generalmente basse.
Per questo subito dopo il primo maggio anche i pensionati lucani parteciperanno a fianco degli “attivi” e dei “disoccupati” alla manifestazione unitaria con lo slogan “A TESTA ALTA”: tutti insieme per rivendicare diritti e dignità dei pensionati”. Intendiamo chiedere a Governo e Parlamento il rispetto di quei diritti che fino ad ora sono stati negati: difesa delle pensioni di reversibilità; tutela del potere d’acquisto delle pensioni; recupero del danno prodotto dal blocco della rivalutazione; separazione tra previdenza e assistenza; uguali detrazioni fiscali per lavoratori dipendenti e pensionati; estensione degli 80 euro alle pensioni più basse; modifica delle legge Fornero per facilitare la flessibilità in uscita e permettere l’entrata dei giovani nel mondo del lavoro; maggiori risorse per l’invecchiamento della popolazione e una legge quadro per la non autosufficienza. Sono questi i punti essenziali dell’iniziativa unitaria che il prossimo 19 maggio le tre organizzazioni sindacali porteranno in piazza a difesa dei pensionati i quali, da anni ormai, sono diventati il bersaglio di una politica che specula sulla loro pelle solo per fare cassa.
“Vogliamo che il governo riprenda il tavolo di confronto avviato mesi fa – spiegano Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil – per trovare insieme a noi le soluzioni più adeguate che possano mettere fine, una volta per tutte, ad una situazione di perenne difficoltà nella quale i nostri pensionati sono costretti a vivere. Tutto ciò – proseguono – anche a danno dei nostri giovani che non riescono a trovare alcuna prospettiva lavorativa che permetta loro di costruirsi un futuro. E’ per questo – concludono le tre organizzazioni – che il 19 maggio ci ritroveremo tutti insieme a Piazza del Popolo per far sentire la nostra voce e pretendere che il governo ci dia ascolto”.