Mega (Cgil Basilicata): "I dati della Banca d'Italia confermano le nostre preoccupazioni e smentiscono le narrazioni del governo Bardi. L'economia ristagna, se il lavoro cresce è precario e l'industria è in forte affanno. Subito un tavolo nazionale per le crisi industriali della Basilicata e accelerare con urgenza con il Pnrr"

 

"Il ristagno dell'economia lucana accertato dal rapporto della Banca d'Italia, così come attestato anche dal nostro rapporto Ires Cgil presentato alle Giornate del lavoro di Potenza, smentisce la narrazione propagandistica del governo Bardi". Lo afferma il segretario generale della Cgil Basilicata Fernando Mega commentando i dati sull'economia lucana diffusi dalla Banca d'Italia. "Non solo la Basilicata ristagna - sottolinea il dirigente sindacale - ma peggiora per certi versi rispetto all'anno precedente. L'attività economica, infatti, si è ridotta dello 0,2 per cento a fronte di un incremento che, seppur contenuto, è stato registrato nel resto del Mezzogiorno e in Italia. Ciò per la forte riduzione della produzione del distretto dell'auto di Melfi, che ha condizionato anche l'export regionale. Anche sul mercato del lavoro le notizie non sono entusiasmanti e confermano le nostre preoccupazioni. Nel 2024 l'occupazione lucana ha decelerato e il rallentamento ha riguardato le principali forme contrattuali di lavoro dipendente ed è stato particolarmente intenso nell'industria in senso stretto, che ha risentito in misura maggiore del peggioramento del quadro congiunturale. Quindi è aumenta sì l'occupazione, ma quella a termine e discontinua, lasciando ai margini le donne e i giovani".

Il quadro per Mega è "desolante. Una regione destinata al declino se guardiamo anche ai dati dello spopolamento e alle drammatiche previsioni Istat in termini di perdita di popolazione da qui al 2050. Servono interventi urgenti e servono ora. La situazione del settore industriale in Basilicata è drammatica. In Stellantis la produzione è quasi ferma: si continua a procedere con la cassa integrazione e gli incentivi all’esodo. Le compagnie petrolifere intanto non mantengono fede agli impegni assunti e in questo senso la sospensione del progetto dei droni da parte di Total, in barba ai protocolli di sito sottoscritti con sindacati e Regione, potrebbe non essere un caso isolato. I ritardi sul no oil, denunciati da tempo dalla Cgil – continua Mega ,- sono il segnale di una chiara volontà politica di disinvestire in Basilicata, dove si continuano a chiudere fondamentali siti produttivi senza alcuna alternativa, delocalizzando importanti progetti altrove. La Regione deve aprire un tavolo nazionale per l'industria in Basilicata e deve accelerare sui progetti del Pnrr, altra nota dolente per la nostra regione così come accertato dalla Banca d'Italia.
È inaccettabile che tra novembre 2021 e dicembre 2024, in regione i lavori conclusi sono solo un quinto del numero delle gare, sono stati avviati cantieri solo per un terzo, mentre ancora non sono stati avviati per una quota prossima al 50 per cento".

Potenza, 11 giugno 2025