Mega (Cgil Basilicata): "Senza lavoro di qualità non c'è futuro. È questo il messaggio che emerge dal rapporto Caritas sulla povertà in Basilicata. Bisogna intervenire sulle politiche del lavoro e sul welfare, con attenzione ai più piccoli che secondo il rapporto sono particolarmente a rischio"

 

“Senza lavoro e senza lavoro di qualità non c’è futuro. È in sostanza questo il messaggio che emerge dal rapporto Caritas presentato ieri a Roma e che vede la Basilicata distinguersi per una cosiddetta povertà cronica, cioè di interi nuclei familiari in uno stato di povertà da almeno quattro anni, tutt'al più con figli, con un'occupazione mal retribuita e con un rapporto di lavoro discontinuo". Lo afferma il segretario generale della Cgil Basilicata, Fernando Mega, che sottolinea come "in Basilicata bassi salari, precarietà ed elevato indice di povertà sono una bomba sociale. Bisogna intervenire subito, perché se non creiamo posti di lavoro di qualità la Basilicata sarà condannata a un inesorabile declino. Bisogna invertire la rotta adesso. Anche gli ultimi dati su salari e povertà elaborati dall’Istat sono allarmanti per tutto il Mezzogiorno e in particolare per la nostra regione, dove la crisi industriale e del settore automotive sta dando il colpo di grazia a un territorio già pesantemente segnato dal calo demografico e dall’emigrazione giovanile. Per quanto riguarda la povertà, già l'Istat aveva confermato in Basilicata un dato al di sopra della media nazionale, con il 23,6% di lucani a rischio povertà nel 2024 e il 9% di individui che vivono in famiglia a bassa intensità lavorativa (lavorano meno di un quinto del tempo). Un dato drammatico, attestato oggi anche dalla Caritas, che ha un contatto diretto con le persone che in Italia chiedono assistenza. Un dato per di più a nostro avviso sottostimato, come già abbiamo avuto modo di denunciare, perché la percentuale non comprende l'elevatissimo dato dei neet, cioè di chi nè studia nè ha una occupazione nè la cerca, che in Basilicata ha ancora cifre importanti. Se pensiamo che la retribuzione annus lorda di un lucano è in media di 27.232 euro contro i 31.856 euro della media nazionale, con un divario di 4.624 euro (- 14,5%), registrando salari più bassi in assoluto secondo i dati Istat, è evidente che è sul lavoro che bisogna intervenire e sul welfare, del tutto assente nelle politiche nazionali e regionali e del tutto inadeguato nel dare risposte ai bisogni dei cittadini e delle cittadine, soprattutto i più piccoli, che dal rapporto risultano particolarmente a rischio in Basilicata".

Potenza, 17 giugno 2025