“Lavoro di qualità, quale futuro per le donne del Mezzogiorno”

 

Segretario generale Cgil Basilicata Fernando Mega:

“In Basilicata e nel Mezzogiorno il gender gap è tutt’altro che sanato. Mancano gli investimenti necessari per creare lavoro, rafforzare la coesione sociale e contrastare le disuguaglianze a partire dal sistema pubblico e da un Piano straordinario per l’occupazione pubblica, leva fondamentale in particolare per l’occupazione femminile e giovanile”

 

“Le regioni del Sud ancora una volta non recuperano il gap che le separa dal resto del Paese quanto a occupazione e, soprattutto, quanto a occupazione femminile”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Basilicata e della Cgil di Matera, Fernando Mega, in occasione dell’incontro promosso da Cgil, Cisl e Uil Matera dal titolo “Lavoro di qualità, quale futuro per le donne del Mezzogiorno” in programma oggi alla Camera di Commercio.

Al sud il tasso di occupazione femminile si attesta al 34,0% (rispetto al 51,4% nazionale) e si distanzia di ben 25 punti percentuali dal tasso di occupazione maschile, pari al 59,1% (pur sempre più basso di 10 punti percentuali rispetto al corrispondente dato nazionale). In Basilicata l’occupazione femminile è al 39,4%, con una riduzione dell’1,6% rispetto al 2021. “Un dato tra i più bassi in Italia – ha detto Mega - anche se in una posizione leggermente migliore rispetto alle altre regioni del Mezzogiorno. Un gap che si esprime non solo in termini di occupazione, ma anche di qualità contrattuale e retributiva”.
In generale in Italia a penalizzare le retribuzioni femminili, oltre alla minore presenza nei ruoli dirigenziali, c’è una maggiore incidenza del lavoro part-time (svolto dal 31% delle donne, contro il 9% degli uomini) e di impieghi intermittenti o discontinui nel tempo, dovuti spesso alla necessità di conciliare il lavoro fuori casa con l’accudimento della famiglia. “Le regioni con il maggior tasso di occupazione femminile – ha sottolineato il segretario - sono quelle con più servizi per conciliare il lavoro in casa e quello fuori casa. E le donne che lavorano generano nuova occupazione femminile proprio nel settore dell’accudimento dell’infanzia, degli anziani e dei servizi alla persona.
La Basilicata non fa eccezione – ha proseguito Mega - Il dato è stato confermato dallo Svimez prima ma anche dal rapporto dell’Ispettorato del lavoro presentato in occasione dell’8 marzo: in Basilicata, nel corso del 2021, l’85 per cento di chi ha scelto volontariamente di abbandonare il proprio lavoro è donna e le ragioni sono da attribuire alla mancanza di sistemi di welfare aziendali e sociale. La carenza dei servizi pubblici nella nostra regione e la desertificazione dei servizi sociali, fa sì che il gender gap sia tutt’altro che sanato. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza si pone l’obiettivo di favorire la parità di genere attraverso un incremento sensibile dell’occupazione femminile, che dovrebbe essere realizzato anche con specifiche clausole di condizionalità, quote e vincoli nei bandi (in primis riservando alle donne il 30% dei posti di lavoro derivanti dai contratti pubblici finanziati dallo stesso Pnrr). Questi obiettivi sono stati però indeboliti dalle numerose deroghe previste dal legislatore nelle condizionalità dei bandi legati al Pnrr.
Oltre al Pnrr – ha concluso Mega - anche la legge di Bilancio 2023 non ha soddisfatto le aspettative, come purtroppo avevamo previsto. Mancano gli investimenti necessari per creare lavoro, rafforzare la coesione sociale e contrastare le disuguaglianze a partire dal sistema pubblico e da un Piano straordinario per l’occupazione pubblica, leva fondamentale in particolare per l’occupazione femminile e giovanile”.

Potenza, 11 marzo 2023