Cominciano ad intravvedersi, seppur ancora un po’ offuscati, spiragli di luce all’orizzonte della riapertura dei cantieri della SS.655 Bradanica. La “ eterna” incompiuta costituisce ancora oggi un asse viario di grande valenza per la Basilicata. Al riguardo facciamo il punto sullo stato dell’arte con il Coordinatore Regionale della Fillea-Cgil Basilicata Angelo Vaccaro. - In effetti non è irragionevole, tanto meno irrealistico, ipotizzare che, nel corso dei prossimi anni, a condizione che vengano rapidamente affrontate e risolte alcune criticità, si possa realizzare il definitivo completamento di questa infrastruttura di collegamento strategica per la nostra Regione. Allo stato attuale, intanto, quali sono le problematicità più urgenti da affrontare? - In primo luogo, la riapertura immediata dei cantieri del 1° tronco- 1° lotto “ della Martella”, sospesi ormai dal mese di febbraio per l’insorgere di problemi di natura finanziaria della impresa Intini. Dopo numerose iniziative di mobilitazione della Fillea Cgil di Matera e degli altri sindacati di categoria Confederali, abbiamo preso atto di quanto anticipato alcune settimane addietro da fonti del Ministero delle Infrastrutture, in ordine al fatto che l’Anas debba pronunciarsi entro la fine del 2012 sul subentro della Aleandri Spa alla Intini Angelo srl nell’ATI aggiudicataria dell’appalto, ai fini della ripresa della esecuzione di lavori. Ma le Istituzioni locali che peso hanno avuto in questa vicenda? - Non posso non rimarcare anzitutto la grande sensibilità ed il ruolo di sprone avuti dalla Prefettura di Matera e la sollecita iniziativa istituzionale della Provincia e del Comune. Quali sono le altre problematiche che ancora permangono? - L’altra criticità che deve essere portata a soluzione, attiene alla necessità- dopo un lungo contenzioso tra Anas e impresa aggiudicatrice che ha avuto come epilogo la rescissione del precedente contratto d’appalto- di velocizzare la indizione di una nuova gara di appalto per l’esecuzione dei lavori del primo stralcio del II° tronco- III° lotto, cosiddetto del “ Capo Posto” ( all’altezza della SP comunemente chiamata S. Lucia), tra Palazzo San Gervasio e Spinazzola. Il relativo finanziamento di poco più di 15 milioni di Euro è inscritto nel Documento Programmatico per la Regione Basilicata, nella specifica sezione dedicata ai completamenti, di attuazione del Piano Sud- Asse Mobilità, approvato dal CIPE il 03 agosto 2011, cofinanziato con fondi FAS e finanziamenti di sponda Regionale preesistenti. Ma per il totale completamento dell’opera, non figurava anche il famosa svincolo nel territorio di Irsina? - In verità questo specifico intervento costituisce una integrazione progettuale all’originario tracciato. La necessità di realizzare uno svincolo dalla SS 655 Bradanica in direzione Matera, di confluenza sulla SS 96 Bis in direzione Irsina- Oppido- Potenza, in prossimità della Bretella di collegamento all’abitato di Irsina, si pone in modo sempre più stringente per una fondamentale ragione di sicurezza del transito. L’impegno finanziario di 1,5 milioni di Euro già assunto dalla precedente Giunta Regionale ci risulta essere confermata dall’attuale, tant’è che è in corso la ridefinizione progettuale dell’intervento presso la competente struttura del Dipartimento Regionale Infrastrutture e Mobilità.
Per accelerare le fasi di cantierizzazione di quest’opera, sarebbe importante che l’Amministrazione Comunale di Irsina fuoriuscisse dallo “stato inerziale” che l’avviluppa e svolgesse anch’essa una
essenziale funzione di pungolo nei confronti della Regione. Qual è in definitiva la valenza strategica di questo importante asse della mobilità Regionale?
- La rilevanza strategica di questa infrastruttura viaria risiede nella possibilità di realizzare un fondamentale corridoio di aggancio alla dorsale Adriatica della mobilità autostradale per una
vastissima area che parte dall’arco Ionico- Metapontino, passa per la città di Matera, attraversa la valle d’Irsi, l’Alto Bradano ed il Vulture, San Nicola di Melfi, fino allo snodo di Candela. Al
contempo con essa si realizza una importante ricucitura relazionale tra sistemi territoriali e distretti produttivi, che, nonostante le incertezze della fase attuale e la crisi di importanti settori produttivi,
conservano un significativo potenziale produttivo imprescindibile per la stessa reimpostazione di nuovo modello di sviluppo territoriale e Regionale.