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In questi giorni si assiste al dibattito sul riordino delle Province: notiamo che esso è tutto
concentrato sulla soppressione della provincia di Matera.

La nostra posizione è chiara da tempo: abbiamo da sempre affermato che due enti di area
vasta, data la particolarità del nostro territorio, sono più funzionali senza ombra di dubbio. In
alternativa, però, dovendosi procedere alla provincia unica, così come prescritto dalla legge,
per una questione di equilibrio territoriale, la logica avrebbe voluto che la sede istituzionale della
provincia unica fosse Matera.

Ciò non si è fatto in modo che accadesse e quindi oggi bisogna fare i conti anche con questa
nuda e cruda realtà da cui non si può prescindere ma che si doveva e poteva evitare.

Alla luce degli atti consumatisi, la cosa poi che più ci sconcerta è che, anche in momenti di crisi
acuta come quella che stiamo vivendo, le questioni di campanile la fanno da padrone, mentre
assume un valore di secondo piano una questione che per noi ha un’importanza elevata e che
tutti stanno invece sottovalutando e su cui l’opinione pubblica va maggiormente sensibilizzata:
il destino di centinaia e centinaia di lavoratori pubblici e privati che da questa operazione
di pseudorazionalizzazione della pubblica amministrazione ne pagheranno le conseguenze e la
necessità di continuare a garantire servizi essenziali pubblici per i cittadini.

Questo ci preoccupa e non poco, perché, a conti fatti, ciò che sta dietro questa riforma è
l’arretramento della presenza dello Stato dal territorio.

Per CGIL CISL UIL di Matera è fondamentale che gli effetti dell’accorpamento delle 2 province
non si scarichino tutti sui cittadini, che avranno meno servizi, e sui lavoratori rispetto ai quali
non può determinarsi la perdita di un solo posto di lavoro.

Per questo, al sindacato preme sapere che fine faranno le funzioni che lo Stato ha riassegnato
alle regioni, perché senza chiarezza sulle funzioni e sui servizi non ci può essere chiarezza
neppure su come debba essere gestito tutto il personale (pubblico e privato).

Attualmente, a seguito dell’aggregazione delle due province lucane, risulta, nel nostro territorio,
una possibile eccedenza pari a 527 lavoratori pubblici a cui bisogna aggiungere altri 400
lavoratori privati (lavoratori addetti alla verifica degli impianti termici, lavoratori VIE BLU,
lavoratori progetto IVAM, lavoratori ex Cosin) che fanno, tramite l’APEA, capo alla Provincia di
Matera.

Quello che purtroppo registriamo in questo periodo è che la politica si attarda su assurde e
anacronistiche guerre di campanile, ma è completamente muta sui temi essenziali, quali la
salvaguardia dei posti di lavoro e la garanzia che i servizi vengano mantenuti e rafforzati sul

territorio.

Ne è un esempio lampante non solo la incapacità di presentarsi al Governo con una proposta
chiara sul destino delle province lucane ma anche la continua guerra tra Matera e Potenza
tanto da arrivare sui giornali nazionali come esempio di folklore paesano.

Ciò ci rammarica non poco poiché sul tema del riordino delle province la politica lucana
poteva dare prova di grande senso di responsabilità ma invece ha reso pubblica tutta la
sua incapacità.

Per questo è arrivato il momento di non perdere altro tempo utile, se ne è già perso tanto.

Urge che la politica lucana torni sobria ma soprattutto attenta alle questioni reali:garantire il
lavoro, garantire i servizi ma soprattutto avere attenzione per le persone a cui non vanno negati
né il lavoro né i servizi pubblici essenziali.

IL Presidente DE FILIPPO deve avviare con le OO.SS. , con urgenza, un confronto che
avrebbe dovuto intavolare da tempo; bisogna gestire una situazione che è delicata entrando
finalmente nel merito: occorre che il Presidente De Filippo dica con chiarezza quali funzioni,
oltre a quelle previste dalle legge, intende trasferire al nuovo ente o ai comuni e quali intende
gestire direttamente.
Una volta chiarito ciò, bisogna poi capire come si intendono gestire i lavoratori che rientrano in
quelle funzioni di cui ne sono, con il loro lavoro, i portatori e i garanti.

Al presidente Stella si chiede che in questa fase di transizione non un solo esubero venga
dichiarato dalla Provincia di Matera e che non un solo lavoratore, pubblico e privato, venga
abbandonato a se stesso.