Dalla giornata odierna il 118 lucano parte con una nuova organizzazione del lavoro per il personale infermieristico, con turnazioni condivise tra le Postazioni Territoriali di soccorso (PTS), ovvero le ambulanze, e i Punti di Primo intervento (PPI), postazioni fisse allocate nei presidi ospedalieri territoriali con sedi di Pronti soccorso attivi.

Una decisione che riteniamo profondamente sbagliata e finanche pericolosa, sia per gli operatori che per la stessa utenza.

Scelta sulla quale da mesi chiediamo all’Asp, senza essere ascoltati, l’attivazione di un confronto, invitando l’Azienda a non mettere in atto modifiche nelle turnazioni sino allo svolgimento del richiesto contraddittorio con le rappresentanze dei lavoratori .

Riteniamo estremamente grave questa chiusura al confronto, quale si è rivelata nei fatti, su un tema così delicato, anche alle luce delle sollevate criticità e rischi che questa scelta comporterà per i lavoratori.

Sino ad oggi oggi presso i PPI erano in servizio infermieri non in grado di turnare sulle ambulanze anzitutto per età anagrafica; diversi tra loro, tra l’altro, da tempo hanno chiesto di effettuare visite con il medico competente aziendale per valutare alcune patologie che potrebbero far intervenire limitazioni, ma le procedure sono in stallo.

Che cosa accadrà a questo personale, messo in turno, seppur solo in affiancamento per questo mese di ottobre, sulle ambulanze?

Le gravi carenze di personale che da anni sconta il servizio di emergenza urgenza e le cospicue richieste di mobilità verso altri servizi di personale assegnato al Dires, aggravano una scelta a nostro avviso profondamente scorretta, che costringerà a un allontanamento verso altri Dipartimenti di personale formato ed esperto, che vorrebbe restare nelle delle Postazioni di Primo intervento, nelle quali da anni presta il proprio servizio con grande professionalità e acquisita autonomia e probabilmente meriterebbe rinnovate attenzioni e non scelte penalizzanti quali quelle che l’Azienda ha scelto di intraprendere, con l’aggravante di sguarnire di ulteriore personale un dipartimento in cronico affanno.

Paradigmatico esempio di ciò quanto avvenuto nell’ambito di Venosa nei mesi passati: la scelta di spostare subitaneamente gli operatori con alcune limitazioni (non incompatibili con la permanenza nel PPI, ma solo per il servizio sulle ambulanze) ha costretto l’Asp a chiudere a singhiozzo la PTS di Venosa per coprire i turni del PPI, creando ingiustificabili e ingiustificati disservizi all’utenza.

La Fp Cgil di Potenza si attiverà con ogni mezzo per la tutela dei lavoratori e dei cittadini, affinché non debbano pagare scelte inopportune, nei modi e nei tempi, sulle quali urge un confronto serio e immediato.