Ipotesi di chiusura delle scuole in Basilicata, sarebbe un fallimento annunciato

Il Presidente Bardi convochi tavoli permanenti di confronto sulla crisi pandemica
e in particolare sulla scuola

Con viva preoccupazione e con molte perplessità abbiamo ascoltato le parole con cui il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi ha ipotizzato la sospensione delle attività in presenza anche per le scuole primarie e per le scuole secondarie di primo grado (vale a dire le scuole elementari e medie) in tutta la Basilicata.
Quali siano le condizioni e le motivazioni che hanno indotto il presidente a ipotizzare tale provvedimento non è chiaro: si parla genericamente di “estensione del contagio nelle famiglie” e di “circolazione del virus anche nelle aule scolastiche” come se la causa del contagio in Basilicata fosse ascrivibile all'ambiente scolastico che, invece, risulta essere un luogo più sicuro e meglio organizzato in termini di controllo e rispetto delle regole di sicurezza della gran parte degli spazi pubblici frequentati dai nostri ragazzi.
Affermazioni generiche e senza il conforto di numeri e stime ci rendono quindi perplessi a fronte del perseverare di scelte monocratiche e solitarie che determinano una condizione di gravissimo danno alla didattica e all’apprendimento delle fasce più giovani (e potenzialmente più fragili) della popolazione studentesca.
Ci troviamo di fronte a una palese contraddizione: o il presidente Bardi possiede dati (non resi pubblici) che indicano che la situazione pandemica e la capacità di fronteggiarla in regione siano più gravi di quanto contemporaneamente si afferma nello stesso comunicato (“basso indice di contagio”) oppure ci si muove in una logica in cui l’istruzione e il sistema scolastico diventano le prime vittime sacrificali dell’incapacità della giunta regionale di gestire la situazione.
Siamo di fronte alla cronaca di un disastro annunciato e di un fallimento prevedibile, a partire dalla completa inazione sull’organizzazione del sistema dei trasporti (abbiamo ascoltato affermazioni sulla necessità che “l’offerta didattica delle scuole debba essere modulata sulla base delle esigenze del sistema dei trasporti” anziché il contrario) per poi passare al deficit del sistema sanitario nell’organizzare un sistema di tracciamento e di test con tamponi che non vacillasse a fronte della prima ripresa dei contagi.
E dire che la Basilicata, rispetto alla maggior parte delle altre regioni, aveva condizioni relativamente vantaggiose per gestire la ripresa delle attività scolastiche, per effetto della riduzione significativa della popolazione scolastica avviatasi già alla fine degli anni ’90. Per scongiurare il rischio di risucchiare bambine/i e ragazze/i nel gorgo della povertà educativa sarebbe stato necessario affrontare in altro modo le situazioni critiche e mettere in campo un intervento sull’edilizia e sui trasporti (in particolare nei centri più grandi) per mantenere le condizioni di sicurezza anche prima dell’ingresso negli edifici scolastici.
Si pensa invece di ricorrere alla didattica a distanza generalizzata per risolvere i limiti di una gestione complessiva della pandemia insufficiente e affrontata senza il coinvolgimento delle parti interessate e che scaricherà sugli studenti e sulle loro famiglie un ulteriore aggravio economico e gestionale.
È urgente e non più procrastinabile che il presidente Bardi istituisca tavoli permanenti di confronto sulla crisi pandemica e in particolare sulla scuola, perché solo il dialogo e l’interlocuzione con le parti sociali può portare a scelte consapevoli e proficue per la comunità lucana.

Potenza, 6/11/2020

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