“Il tempo sta per scadere, per l’Eni, per Confindustria Basilicata e per gli stessi lavoratori e cittadini della Val d’Agri. La Regione nelle prossime ore, dopo aver consegnato la settimana passata il testo definitivo del possibile protocollo, deve solamente registrare il si o no di Confindustria ed ENI e, ovviamente, trarne tutte le conseguenze. Se qualcuno pensa di poter fare impresa nel nostro territorio contro il sacrosanto diritto al lavoro e alla salute dei cittadini lucani deve sapere che non è il benvenuto e che troverà nella CGIL, nei lavoratori, nei disoccupati lucani e – siamo certi – nelle istituzioni locali pane per i propri denti. Si sta in queste ore discutendo di marce e proteste varie a Roma per qualcosa che deve ancora arrivare, ma quale credibilità si potrà avere se, su un tema ormai in campo da qualche anno e che ha visto mobilitarsi intere comunità, le imprese, Eni in testa, si vanno dimostrando sorde ed insensibili?. Forse insieme a Cisl, Uil, sindaci, associazionismo e Regione la prima marcia dovremmo organizzarla nelle prossime settimane proprio in Val d’Agri”. Così dichiara in una nota Alessandro Genovesi, Segretario Generale della CGIL Basilicata.
“Come CGIL facciamo un appello al Presidente della Regione perché a questo punto si rompa ogni indugio e già nelle prossime ore vi sia l’assunzione da parte sua e della Giunta di una posizione chiara, rendendo noto alla pubblica opinione, alle comunità locali, ai sindaci il testo della mediazione proposta dal Presidente stesso, accettata non senza qualche criticità dal sindacato e – al momento –nemmeno degna di una risposta da parte dell’ENI, azienda – ricordiamo – con azionisti pubblici”.