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Il prossimo 19 luglio ci sarà una grande mobilitazione nazionale a Roma di tutte le categorie

dei lavoratori pubblici di CGIL e UIL per protestare contro un’ennesima manovre che rappresenta
una vera e propria mannaia per i servizi pubblici, dove a pagare saranno sempre i lavoratori e i
cittadini.
L’appuntamento rappresenta l’avvio di un percorso di mobilitazione che, se non ci saranno
cambiamenti, porterà all’indizione di uno sciopero generale di categoria per il mese di settembre.
Protesteremo davanti a Palazzo Vidoni, sede del Ministero della Funzione Pubblica per
dire che siamo contrari alla riduzione dello spazio pubblico in questo Paese e, conseguentemente,
alla negazione dei diritti di cittadinanza già fortemente compromessi dalle precedenti manovre
economiche.
Contrariamente agli impegni assunti con l’accordo del 3 maggio scorso in merito alla
volontà di un confronto vero con le Organizzazioni Sindacali, per una revisione indirizzata a colpire
i veri sprechi per migliorare la qualità della spesa pubblica, questo Governo ha dimostrato di voler
continuare sulla strada dei tagli lineari ed indifferenziati.
La spending review approvata dal Governo è una mannaia per il lavoro pubblico (esuberi,
mobilità, licenziamenti), per la scuola, l’università e la ricerca (dove sono stati tagliati ulteriori 560
milioni di euro), per la salute dei cittadini (riduzione del fondo sanitario di altri 5 miliardi di euro)
e per i territori (in ginocchio il sistema delle autonomie con un’ulteriore decurtazione per quasi
6 miliardi di euro). Con questa spending review si farà solo un favore al privato, dove le minori
prestazioni pubbliche si tradurranno in maggiori costi per i cittadini e agli evasori fiscali per effetto
dei minori controlli e della riduzione delle sanzioni. Nessuna vera spending review sui poteri forti,
sui costi della politica, sulla giungla delle consulenze e sul sistema degli appalti e delle forniture.
Il prossimo 19 luglio ci mobiliteremo per chiedere al Governo di cambiare questa manovra
che con la sola logica di fare cassa lede i diritti del lavoro e dei cittadini.