Assemblea generale Cgil Basilicata “Libera il lavoro. Con 2 sì tutta un’altra Italia”
Oltre 1000 delegati, storie di lavoratori di appalti e voucher

Summa: “Non è una semplice campagna referendaria, quella che si apre è una stagione di diritti e di libertà che guarda al futuro”

Oltre 1000 delegati Cgil Basilicata hanno partecipato all’assemblea generale “Libera il lavoro. Con 2 sì tutta un’altra Italia” che si è svolta oggi a Potenza nell’Aula Magna dell’Università di Basilicata al Campus di Macchia Romana in vista del referendum per l’abrogazione dei voucher e per la responsabilità solidale in materia di appalti
Dalla Basilicata la Cgil lancia la sfida di riscrivere, attraverso la Carta dei diritti universali del lavoro e i referendum, i diritti del lavoro e lo Statuto dei lavoratori affinché i diritti siano in capo alle persone e non alle tipologie contrattuali, per ridare dignità al lavoro in questi anni svilito e frammentato.
All’incontro sono intervenuti Alessandro Amadori (vice presidente Istituto Piepoli), Angelo Summa (segretario generale Cgil Basilicata), Vincenzo Colla (segretario nazionale Cgil) e soprattutto alcuni lavoratori che hanno raccontato le loro storie, lavorative e umane, portando una testimonianza di come la propria condizione di persona, ancora prima di lavoratore, sia cambiata con l’utilizzo dei voucher o con il cambio di appalti. Da Annamaria Cianciarulo e Antonio Votta, addetti alle pulizie dell’ospedale di Villa d’Agri a Tina Molinari, lavoratrice di call center alla CallMat che con il cambio appalti hanno rischiato di perdere il posto di lavoro. E ancora, Antonio Blasi lavoratore interinale dell’indotto Total a Tempa Rossa che viene assunto con contratti anche a quindici giorni e la giovane laureata al conservatorio di Potenza Carmelita Pasquariello che per mantenersi agli studi lavora da otto anni come cameriera ed è pagata con i voucher.
“Non è una semplice campagna referendaria – ha detto Angelo Summa - quella che si apre è una stagione di diritti e di libertà che guarda al futuro. Il nostro primo obiettivo è portare tutto il Paese a interpretare questi mesi come una importante ed irrinunciabile occasione di riscatto dal lavoro sfruttato e svilito, dalla solitudine di una generazione a cui vogliamo, invece, offrire una prospettiva di futuro, fatto di lavoro e opportunità, dalle falsità e distorsioni di un sistema che ha condizionato la politica economica e i provvedimenti in tema di lavoro senza, peraltro, produrre alcun effetto in termini di aumento dell’occupazione e miglioramento delle condizioni generali di vita delle persone.
La nostra iniziativa ha l’ambizione di riportare al centro del dibattito politico le questioni vere, che sono i temi del nostro Paese e la condizione di milioni di persone cui è negata ogni possibilità di una vita libera e dignitosa. In questa situazione di frammentazione lavorativa, di precarietà di vita, di bassa qualità delle relazioni sociali i voucher, ed il loro smisurato utilizzo, specie negli ultimi tre anni, sono l’ultima frontiera della mortificazione del lavoro, l’ultima stretta di vite per uomini e donne senza speranza, senza fiducia, senza la prospettiva di un inserimento sociale, di un’affermazione umana e familiare. qui i numeri della crisi sociale e lavorativa sono impietosi.
I dati dicono che in Basilicata sono stati venduti circa 1 milione di voucher nel 2016, con un aumento medio del 27% rispetto al 2015. I voucher venduti nel 2014 erano stati 531mila e via calando fino ai circa 1000 del 2008, primo anno di estensione dello strumento. In Basilicata c’è bisogno di rilanciare un piano del lavoro per i nostri giovani – ha concluso - C’è bisogno di rilanciare produzione e industria ed evitare di accomodarsi su qualche dato saltuario di ripartenza occupazionale legata ai servizi. La vera sfida è ripensare, con un po’ di coraggio, l’intero sistema coniugando politiche sociali, politiche del lavoro e dello sviluppo economico, costruendo una nuova architettura istituzionale di cui l’istruzione, la conoscenza siano l’architrave”.
Ha detto Vincenzo Colla: “E’ la più grande operazione democratica dal basso. Mentre tutti parlano dall’alto verso il basso, la Cgil parte del basso con un’operazione democratica che non ha precedenti. Sono state raccolte 1 milione e mezzo di firme per la proposta di legge di iniziativa popolare, cui la Basilicata ha dato un grande contributo con 60.000 firme. Il primo risultato è che questa proposta di legge di iniziativa popolare, la Carta dei diritti universali del lavoro, verrà discussa in Parlamento. Il lavoro torna al centro del dibattito politico. I lavoratori riprendono il podio e scendono dai loggioni. Siamo noi che vogliamo cambiare verso, rottamare le leggi sul lavoro. Non si crea lavoro con la precarietà, non c’è sviluppo con la precarietà, con i voucher e con questi appalti. La precarietà fa produzioni precarie, perché oltre a togliere respiro alle persone crea uno sviluppo precario”.

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