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La posizione del consigliere regionale Gianni ROSA sulla situazione dei lavoratori dell’Indotto Eni di Viggiano sembra suggerita da chissà quale centrale di potere e di quali interessi, altrimenti non si spiegherebbe il ritardo con cui questo consigliere regionale, dall’alto dei suoi 12.000 euro mensili a spese della collettività lucana, chiede la revoca visto che l’accordo sindacale per i trattamenti salariali dei lavoratori dell’indotto eni di viggiano è stato sottoscritto il 6 Agosto 2014 tra le associazioni datoriali e CGIL CISL UIL e approvato all’unanimità dai lavoratori il 8 agosto 2014 in una assemblea pubblica tenuta davanti al centro oli di Viggiano.

E’ utile solo ricordare che l’accordo del 6 agosto 2014 prevede la parificazione dei trattamenti salariali dei lavoratori dell’Indotto ENI con i trattamenti già in essere per i lavoratori dell’eni di Viggiano in particolare le voci retributive si riferiscono ai Buoni Pasto, alla disagiata sede, alla reperibilità sul riposo etc., voci che saranno inserite direttamente nei capitolati di appalto dell’eni alle scadenze in essere e per la fase transitoria sarà erogato ai lavoratori 1.000 euro lordi all’anno pari a 83,33 euro lordi al mese.

Ora che il consigliere regionale Gianni ROSA voglia chiedere la REVOCA della parificazione salariale perché lo ritiene un “privilegio” verso quei lavoratori che ogni giorno si recano al lavoro a Viggiano senza che ci sia una linea di trasporto pubblico una mensa etc è un fatto che nessuno gli può negare , ma allo stesso tempo i lavoratori interessati potrebbero chiedere a lui dall’alto dei suoi 12.000 euro al mese se gli bastano per combattere contro i lavoratori o se è necessario una sottoscrizione tra i lavoratori da destinare al consigliere ROSA.

I lavoratori unitamente alle OO.SS. RINGRAZIERANNO ulteriormente il consigliere G. ROSA qualora voglia prendere in esame le sue DIMISSIONI da consigliere regionale per manifesta incompatibilità a svolgere il suo mandato da 12.000 euro al mese.