petrolcaravan

Presentazione 2° Rapporto sulle estrazioni petrolifere in Basilicata

Dal Centro Olio di Viggiano a Tempa Rossa”

Si è tenuta oggi, a Corleto Perticara, a partire dalle ore 16, l’iniziativa voluta da Cgil Potenza, Presentazione 2° Rapporto sulle estrazioni petrolifere in Basilicata, presieduta e coordinata da Angelo Summa, Segretario Generale Cgil Potenza, a cui hanno partecipato Giuseppe Cillis, Segretario Cgil Potenza e Davide Bubbico dell’Università di Salerno che hanno presentato il rapporto, Antonio Filippi - della Cgil Nazionale – che ha presentato la relazione dal titolo “La Basilicata nella Nuova Strategia Energetica nazionale”, Rosaria Vicino - Sindaco di Corleto Perticara, Emanuele De Nicola – Segretario generale Fiom Basilicata, Michele Palma - Segretario Generale Filctem Potenza, Enzo Iacovino - Segretario Generale Fillea Potenza, Piero Lacorazza – Presidente della Provincia di Potenza, Vito De Filippo - Presidente della Regione Basilicata, Alessandro Genovesi - Segretario Generale Cgil Basilicata, Pasquale Criscuolo – Gruppo Criscuolo.

Alla presentazione sono stati anche invitati i rappresentanti di Total Italia e Shell Italia.

Le conclusioni sono state affidate a Fabrizio Solari della Segreteria Nazionale CGIL, che ha chiarito la posizione della CGIL sulle questioni energetiche lucane e nazionali.

La presentazione del secondo rapporto avviene a distanza di quasi 4 anni dal primo, avvenuta nel mese di gennaio 2009, in cui venne formulata anche la proposta del Contratto di Sito, firmato il 5 ottobre, dopo una vertenza durata 3 anni.

La scelta di Corleto, per presentare il rapporto non è casuale, e dipende dall’avvio dei lavori delle compagnie Total e Shell, che proprio sul territorio di questo comune stanno costruendo un secondo centro olio per la lavorazione del petrolio, del gas e dello zolfo che proverrà da 8 pozzi e che presenterà per molti versi un’attività industriale molto simile a quella realizzata dall’Eni in Val d’Agri.

Per questa ragione la richiesta della CGIL e di tutto il movimento sindacale (Cisl e UIL), ma è corretto dire di tutti i lavoratori, è di un contratto di sito specifico che, agli stessi contenuti di quello appena approvato con l'Eni (relativamente a 118, vigili del fuoco, clausole sociali negli appalti, tutela dei livelli occupazionali, rappresentanti territoriali per la sicurezza, ecc.), aggiunga due specifiche clausole:

  1. il massimo e più ampio possibile coinvolgimento delle istituzioni, dell’Arpab e delle comunità locali per la costruzione delle reti di monitoraggio e prevenzione ambientale, forti del fatto che – mentre a Villa d’Agri il contratto di sito è intervenuto ad impianto già in funzione – a Tempa Rossa, essendo il tutto ancora da edificare, si avrebbero maggiori margini di intervento;
  2. l'obbligo per la Total che almeno l’80% dei lavoratori da assumere sia direttamente dalle imprese (in appalto) di costruzione degli impianti (in questo caso proponendo che il 70% siano cittadini lucani, possibilmente beneficiari di ammortizzatori in deroga che Regione e Provincia devono formare, su indicazione dei fabbisogni professionali delle aziende, per meglio rispondere ai bisogni di sviluppo del territorio).


Come in occasione del primo rapporto anche questo si è basato su un lavoro di indagine sul territorio, durato circa un anno e realizzato da Davide Bubbico, ricercatore dell’Università di Salerno.

Il secondo rapporto analizza, a distanza di anni, le modificazioni intervenute sul piano occupazionale e dell’indotto anche relativamente al livello di coinvolgimento dell’imprenditoria locale. Si tratta di temi da sempre all’attenzione della Camera del Lavoro Territoriale di Potenza e delle singole categorie della Cgil che vengono presentati all’opinione pubblica per contribuire ad una discussione importante dal punto di vista economico, sociale ed ambientale.

Il rapporto è diviso in otto parti:

  1. Nella prima parte è stato ricostruito il quadro delle intese istituzionali tra Regione Basilicata, ENI e Governo nazionale a partire dall’Accordo di Programma Quadro del 1998 per giungere fino alla bozza di memorandum e alla più recente decisione della Giunta e del Consiglio Regionale di Basilicata in tema di moratoria dei permessi di ricerca.
  2. Nella seconda parte l’attenzione è stata portata ai dati dell’attività estrattiva in Basilicata e delle royalty che ne derivano.
  3. La terza parte quella più estesa, contiene i dati della ricerca condotta su un campione delle imprese dell’indotto Eni della Val d’Agri. Questa parte della ricerca ha reso possibile una maggiore conoscenza delle attività delle imprese, dei livelli occupazionali, della diffusione del lavoro a termine, degli investimenti, delle relazioni con Eni e in genere di tutte quelle problematiche che si registrano a distanza di quasi vent’anni dall’inizio dell’attività estrattiva (le gare d’appalto, il coinvolgimento delle imprese locali e il loro posizionamento nella parte a minor valore aggiunto della catena del valore della filiera petrolifera) che in parte hanno trovato delle prime risposte all’interno del Contratto di Sito. La terza parte del rapporto si conclude, inoltre, con un esame dello stato di attuazione del Contratto di Rete promosso nel novembre 2010 da Confindustria Basilicata tra alcune aziende dell’indotto Eni e altre esterne a questo.
  4. Nella quarta parte abbiamo realizzato, invece, una mappatura delle imprese insediate nella zona industriale di Viggiano, che costituisce l’area di localizzazione del Centro Olio Val d’Agri (COVA) e che, di recente, è stata interessata dall’insediamento di nuove aziende, non tutte legate all’indotto dell’Eni.
  5. Nella parte quinta abbiamo ripreso il tema del Contratto di Sito in relazione ai temi che riguardano la prevenzione e la tutela della sicurezza per i lavoratori delle aziende dell’indotto ma più in generale della zona industriale di Viggiano. In questo ambito abbiamo cercato anche di fare, seppure non in maniera approfondita, il punto delle questioni ambientali e degli interventi effettuati o che ancora non sono stati realizzati e in alcuni casi abbandonati come il progetto “Ambiente e Salute” della Regione Basilicata che avrebbe dovuto realizzare un importante lavoro sul piano della sorveglianza sanitaria con riferimento alla popolazione dell’area della Val d’Agri.
  6. Nella sesta parte, a partire dall’esperienza fin qui conseguita dal Programma Operativo Val d’Agri, abbiamo cercato di ragionare sugli effetti più generali, sull’economia e sull’occupazione, conseguiti con questo programma sul territorio osservando, ad esempio, le dinamiche demografiche dell’area.
  7. Nella settima parte abbiamo fatto infine alcuni brevi cenni alle future attività estrattive relative alla concessione Tempa Rossa e al relativo investimento della Total e della Shell.


A livello occupazionale facciamo registrare che, fermo restando il fatto che nessuno ha mai immaginato che l’ENI in Val d’Agri potesse avere lo stesso effetto di assorbimento occupazionale prodotto, ad esempio, dalla FIAT a Melfi, l’occupazione finora prodotta continua a scontare due problemi:
  • uno legato alla crescita o comunque all’incidenza dell’occupazione a termine, condizionata anche dalla durata degli appalti e dalla natura di questi oltre che dalla natura degli interventi (in alcuni casi straordinari e non programmabili);
  • l’altro legato all’ancora scarsa incidenza tra il personale locale di profili a più alta qualificazione, un fattore che è anche il risultato dell’inserimento prevalente, con poche eccezioni, della maggior parte delle imprese locali nei servizi a minor valore aggiunto.


Creare e garantire occupazione, inoltre, vuol dire anche generare le condizioni favorevoli per attrarre imprese produttrici di impianti e/o componenti per l’industria petrolifera, cosa questa che sta nella missione di una decisa politica di programmazione industriale a livello regionale, che, putroppo, finora è risultata debole e che poteva essere invece inserita nell’ambito delle compensazioni economiche riconosciute al territorio.

Per questo motivo chiediamo alla Regione di:

  1. attivare un programma di incentivazione all’insediamento di industria produttrici di componentistica per il rinnovabile;
  2. favorire lo sviluppo delle filiere agroalimentari nei territori delle estrazioni;
  3. impostare un programma per la nascita di un attrattore turistico/cultura “valle dell’energia”;
  4. lavorare per la creazione di un distretto energetico regionale imperniato principalmente sul tema delle energie rinnovabili, anche sull’esempio di quanto si sta realizzando nel nord est della Scozia, ad Aberdeen, dove le attività estrattive cominciate negli anni ’70 sono ora affiancate da un distretto per le energie rinnovabili sulla base di risorse rese disponibili nell’ambito di un accordo tra il governo britannico e le società petrolifere;
  5. pretendere investimenti diversi di ENI nel campo delle energie rinnovabili soprattutto in termini di trasferimento di know how e di nuove iniziative imprenditoriali;
  6. garantire una migliore e più efficace spesa delle royalty impiegate nel sostegno alle attività produttive nell’area del PO Val d’Agri. Questa considerazione emerge dalla valutazione degli investimenti finora avvenuti e che hanno consentito, nel migliore dei casi, il mantenimento dei livelli occupazionali esistenti. Anche in questa circostanza una migliore capacità programmatoria consentirebbe un impiego più efficace sotto il profilo dell’occupazione delle risorse finora impegnate.


 Rapporto in versione integrale

Rapporto in sintesi

Estratto Rassegna Stampa