Autonomia differenziata
Senza equità è l’ennesima riforma che penalizza il Sud
Bardi rappresenti gli interessi dei lucani e della Basilicata

 

“Sull’autonomia differenziata si continua a discutere senza una chiara definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, elementi centrali per evitare che si dia attuazione a un disegno di riforma in cui si dà avvio a un trasferimento delle funzioni oggi in capo allo Stato senza quell’equità e quell’equilibrio necessari per il superamento della spesa storica e la definizione dei costi standard uniformi su tutto il territorio. Diversamente, sarà solo una ulteriore riforma che penalizzerà pesantemente il sud”.

È quanto afferma il segretario generale Cgil Basilicata Angelo Summa a seguito dell’incontro del ministro Boccia con le istituzioni regionali.

“Qualsiasi proposta di autonomia differenziata che non tiene conto di un riequilibrio delle risorse, della definizione dei costi standard e di un fondo di perequazione, diventa solo l’ennesima riforma che allarga il divario tra nord e sud del Paese – continua Summa - È necessario un nuovo patto di coesione tra nord e sud del Paese da rilanciare con coraggio. Affrontare il tema dell’articolo 119 con cui dare attuazione al federalismo che individui fabbisogni standard. Con la riforma del Titolo V sono stati introdotti i Lep concernenti i diritti civili e sociali, da garantire su tutto il territorio nazionale. Occorre determinare i Lep e farli rispettare, altrimenti questa sarà l’autonomia delle diseguaglianze.

Nell’attesa di conoscere con esattezza le materie oggetto di decentramento – riprende Summa - ribadiamo il nostro impegno a contrastare ogni ipotesi che metta in discussione la coesione nazionale e l’uniformità dei diritti civili e sociali sul territorio. Il governatore Bardi rappresenti gli interessi dei lucani e della Basilicata, non quelli di una autonomia differenziata senza equità. Basta a propaganda e semplificazioni – conclude - si affrontino le questioni nel merito”.