Un quadro estremamente critico quello che emerge dal resoconto che il presidente della IV Commissione consiliare permanente, Politiche Sociali, Massimo Zullino ha inviato ai presidenti Bardi e Cicala in seguito all’audizione del dirigente generale dell’Irccs-Crob di Rionero, Giovanni Battista Bochicchio, del dirigente amministrativo, Cristiana Mecca e del direttore scientifico, Alessandro Sgambato. Un’analisi impietosa - sostiene la Fp Cgil in un comunicato stampa - che non manca di destare grande inquietudine e preoccupazione sia nei lavoratori che negli utenti e nella popolazione nel suo complesso, facendo emergere spettri di smantellamento che ciclicamente tornano ad aleggiare sulla struttura, le cui condizioni «sfiorano», secondo Zullino, «il completo dissesto».

Seppur vero che da qualche tempo l’Irccs Crob sta combattendo con numerose criticità, prima fra tutte la carenza di personale, soprattutto di medici, non si può sottacere che non tutte le scelte del passato «si sono rilevate inconcludenti ed errate». Sul Crob, negli ultimi 20 anni, sono state fatte una serie di scelte lungimiranti che, unite al lavoro dei manager e del personale nel suo complesso, dei ricercatori e dei collaboratori, hanno portato al traguardo del riconoscimento del carattere scientifico dell’Istituto. Un traguardo prestigioso e per nulla scontato in una piccola regione come la Basilicata, dai numeri risicati e sempre più in balia di emigrazione, spopolamento e denatalità.

Sicuramente nell’ultimo periodo si è assistito in alcuni casi ad una sorta di politica di smantellamento dell’Irccs regionale, che si è visto gradualmente svuotato di risorse, di personale e di politiche di investimento, contingenze che hanno iniziato a pesare in maniera pressante sul personale, spesso demotivato, disincentivato, scoraggiato. Proprio in quest’assenza di progettualità andrebbe letta a nostro avviso la spinta di diversi lavoratori ad andare via, alla ricerca di nuovi sbocchi professionali, creando un via vai soprattutto di medici che non ha di certo giovato alla crescita del Centro di riferimento oncologico lucano.

Eppure le potenzialità affinché non solo l’Irccs Crob confermi nel 2020 il riconoscimento di carattere scientifico, ma assurga a struttura di riferimento per la rete oncologica regionale e diventi altresì polo attrattivo per la mobilità attiva, ci sono tutte.

Riteniamo corretta l’analisi di Zullino sulla necessità di investire anzitutto sulla chirurgia e sulla radioterapia, branche che nella lotta al cancro sono, insieme con la chemioterapia, su di un "podio" che non conosce secondo o terzo posto ma unicamente ruoli chiave, di protagonisti, in quella lotta che tutti i giorni si affronta per sconfiggere il male del secolo.

Il presidente della IV commissione, tuttavia, parla, tra le altre cose, a proposito della radioterapia, della presenza al Crob di 3 macchinari obsoleti.

L’avanzamento della nuova tecnologia porta, senza ombra di dubbio, a continui e costanti miglioramenti della strumentazione in campo medico; purtuttavia è solamente il primo linac del Crob, già in dismissione, a potersi definire obsoleto, mentre il Trilogy, il terzo acceleratore installato nel 2011 e utilizzato anche all’Istituto oncologico europeo, è a tutt’oggi uno dei più avanzati e moderni macchinari per la radioterapia e tra i pochi così avanzati presenti a livello nazionale.

Le dimissioni arrivate in questi giorni del Direttore Generale Giovanni Battista Bochicchio, che ha accettato un nuovo incarico, rendono in questo momento ancor più vulnerabile un’Azienda sanitaria che si sente con qualche ragione, ma anche con qualche torto, nell’occhio del mirino ma che con attenti e mirati investimenti può agevolmente diventare il fiore all’occhiello della sanità non solo lucana, ma di tutto il meridione.

La Fp Cgil auspica che la Regione Basilicata investa in maniera massiccia sull’Irccs Crob, sia a livello di stanziamenti che di progettualità e di personale, al fine di rilanciare il suo ruolo di hub regionale per la lotta ai tumori e riconsegnare nel 2020 alla Basilicata il suo Irccs attraverso il nuovo riconoscimento