Potenza, chiude Liberiamo il futuro

La Cgil Basilicata lancia dal palco di piazza Don Bosco
le idee programmatiche
per lo sviluppo della Basilicata e del Mezzogiorno

Summa: “Risorse ordinarie, strategia unitaria, coordinamento tra regioni, nuovi strumenti pubblici di governo, istruzione e ricerca,
tutela e messa in sicurezza del territorio

 

“Non possiamo continuare con il racconto e la narrazione del cambiamento se la frattura tra istituzioni e cittadini sta proprio nel solco tra realtà e racconto. Servono idee e investimenti per cambiare la Basilicata e il Mezzogiorno, partendo dal tema degli investimenti e del ruolo degli investitori pubblici. Con la chiusura dell'intervento straordinario si è smesso di pensare a una programmazione per la Basilicata e per il sud, soprattutto nella evidente inadeguatezza della classe dirigente”.

È quanto afferma il segretario generale della Cgil Basilicata Angelo Summa a conclusione delle tre giornate del lavoro “Liberiamo il futuro” promosse dall’organizzazione sindacale per portare al centro del dibattito e dell’agenda politica regionale il tema del lavoro e dei diritti.

“La nostra regione vive uno dei momenti più drammatici della sua storia a causa della grave crisi istituzionale che ha portato ai livelli di giustizia sociale ai minimi storici e a una situazione economica in grave arretramento – continua Summa – Concentrarci sul futuro in questo contesto significa stabilire delle priorità e la prima tra queste è il piano infrastrutturale che sta alla base del Patto per lo sviluppo: mobilità innovativa a basso impatto ambientale, smart city e transizione energetica nell'attesa delle grandi trattative. Queste sono le sfide che abbiamo di fronte”.

Dal palco di Liberiamo il futuro in piazza Don Bosco a Potenza la Cgil Basilicata lancia le cinque idee programmatiche per lo sviluppo del mezzogiorno:

“Partire dalle risorse ordinarie – dichiara Summa - in quanto le risorse comunitarie hanno avuto una funzione di supplenza dell'ordinario. In questo senso è necessario riaffermare una misura di investimenti in conto capitale di almeno il 34,5%, che è il peso della misura proporzionale alla popolazione del sud, portando la spesa in conto capitale verso le regioni del mezzogiorno almeno al 45% per il prossimo quinquennio.

Una strategia unitaria per lo sviluppo economico, produttivo e occupazionale che superi il localismo virtuoso degli ultimi 15 anni, cioè l’idea di uno sviluppo basato quasi esclusivamente sulle risorse endogene di ciascun territorio, il coordinamento tra regioni e soprattutto l'uso di un nuovo strumento pubblico di governo delle politiche industriali, dove le scelte strategiche della politica possano trovare un nuovo piano operativo di governo. Infine, istruzione e ricerca come motori di cambiamento e sviluppo e tutela dei territori: un piano straordinario per la Basilicata, per la cura, la messa in sicurezza e la valorizzazione del territorio”.

Condizioni che a oggi non si sarebbero verificate a causa di “come le classi dirigenti hanno usato le risorse dei fondi strutturali. I fondi comunitari non sono stati aggiuntivi ma travolti dentro la spesa corrente, facendoci perdere una grande occasione di sviluppo e generando una distorsione nelle politiche economiche di finanziamento, provocando l’insorgere di una nuova questione settentrionale che ha rimosso quella meridionale.

Oggi il mezzogiorno vive una condizione di debolezza economica e di scarsa credibilità politica delle sue classi dirigenti che rischia di consegnare il futuro a formazioni politiche neopopuliste che nulla hanno a che fare con la storia del meridionalismo. È necessario che il mezzogiorno costruisca una condizione propria di autonomia che guardi al mediterraneo. Una prospettiva rispetto alla quale le Zes sono un punto cruciale insieme all’Agenzia per lo sviluppo industriale dove le scelte strategiche della politica possano trovare un luogo operativo di governo, puntare su istruzione e ricerca come motori di cambiamento e sviluppo con l’inserimento di specifici piani progettuali per il Mezzogiorno, connettere territori e persone introducendo un fondo specificamente destinato alla mobilità nel Mezzogiorno per finanziare progetti condivisi con le Regioni e gli enti locali, un piano straordinario per la cura, la messa in sicurezza e la valorizzazione del territorio”.

E poi l’innovazione: “La Basilicata – conclude Summa - ha il problema dell’innovazione più di altre regioni. L’automotive potrebbe essere la saldatura tra Melfi e la Val d’Agri, dove sperimentare connessioni nuove grazie ai propulsori a basso impianto ambientale con risorse energetiche. La Basilicata dovrà essere l’avamposto che sperimenti nel mezzogiorno elementi di innovazione per evitare il rischio che il divario nord e sud si amplifichi. Queste le sfide vere in Basilicata insieme a turismo, cultura, Matera 2019 e al tema dello spopolamento e dell’invecchiamento, connotativi del mezzogiorno ed elementi di cui tener conto per costruire un modello di welfare sostenibile, individuando risorse e investimenti”.

Ha aggiunto il segretario nazionale Cgil Vincenzo Colla: “Discutere di tutto ciò alle giornate del lavoro della Cgil Basilicata significa anche discutere di legalità e di democrazia, di università, vuol dire discutere di competenza e di sapere, di welfare e di modalità di modelli di sviluppo e quindi del come riusciamo ad avere l’idea di uno sviluppo sostenibile e uno sviluppo in grado di creare lavoro e quindi del come siamo in grado di governare le innovazioni socialmente, imparando a conoscere, a governare e a far sì che i lavoratori non abbiamo paura delle innovazioni. Innovazioni che abbiamo il diritto di poter usare, di poterle conoscere e governare. È questo il contributo della Cgil nel delineare il futuro della Basilicata e del Mezzogiorno, attraverso anche un modo di fare e di concepire la Cgil nel territorio qui in Basilicata che è esempio e patrimonio per tutta la Cgil nazionale”.

All’incontro conclusivo dal titolo “Lavoro e innovazione a Mezzogiorno. Per un nuovo modello di sviluppo”, moderato dal giornalista di Repubblica Marco Panara, hanno partecipato anche Andrea Bianchi, direttore Politiche industriali Confindustria, Raffaele Brancati, amministratore unico MET srl, Ennio Cascetta, presidente ANAS Spa, Roberto Cifarelli, assessore alle Politiche di sviluppo, lavoro, formazione e ricerca della Regione Basilicata, Luisella Costamagna, giornalista, scrittrice e conduttrice. Il dibattito è stato anticipato dall’appuntamento “Un’ora con”: dialogo tra il sociologo e accademico Enrico Pugliese e il direttore Svimez Luca Bianchi.

 

In serata, infine, il concerto del gruppo musicale La Municipal e del cantautore Willie Peyote.

 

Potenza, 9/9/2018