GARANZIA GIOVANI, NUOVA FASE, VECCHIE LOGICHE

Si è chiusa la fase di concertazione tra Regione e Parti Sociali rispetto al nuovo ciclo di Garanzia Giovani Basilicata. Sono oltre 12 milioni di euro le risorse riprogrammate con le quali si attuerà la nuova fase.

Nel corso del confronto, la CGIL di Basilicata ha avanzato alcune osservazioni e proposte, recepite però in minima parte dalla Regione.
L’aver puntato, ancora una volta, la gran parte delle risorse (ca 8 mln) sulla misura dei tirocini extracurricolari, che rappresenta una modalità precaria di impiego dei giovani, non può in alcun modo essere condivisibile. Esiste peraltro una richiesta da parte della CGIL Basilicata di revisione delle Linee Guida Regionali approvate, al fine di inserire maggiori garanzie per i lavoratori, richiesta ad oggi inascoltata da parte della Regione.
I tirocini rappresentano una forma di impiego che, talvolta, si presta ad abusi. Uno dei principali problemi in merito è il dumping contrattuale che essa esercita nei confronti di forme più tutelanti e più costose per le aziende, con la conseguenza che le stesse preferiscono utilizzare esclusivamente questa anziché stabilizzare e contrattualizzare i lavoratori. Abbiamo sottolineato come sia inaccettabile che la stragrande maggioranza delle risorse, 8 milioni di euro, siano concentrate su una unica misura: quella, per l’appunto dei tirocini, mentre risorse assolutamente risibili sono state attestate sull’apprendistato, strumento che garantisce un percorso di ben altra qualità ai beneficiari.

Se è vero, come è vero, che le scelte relative alle risorse non sono mai solo di numeri, ma anche e soprattutto politiche, dispiace desumere che la scelta della Regione Basilicata conferma le vecchie logiche già applicate alla precedente fase di Garanzia Giovani, sui cui esiti riteniamo di dare un giudizio non positivo, e che si rinuncia invece a un’occasione: quella di promuovere un lavoro di qualità anche per i giovani destinatari di Garanzia Giovani.

La Regione Basilicata continua a disperdere risorse pubbliche in interventi frammentari; anziché favorire sviluppo ed occupazione si continua nella direzione di bonus e voucher che non creeranno occasioni di lavoro aggiuntive ma solo sostitutive di quelle già esistenti. Non sono bastati i dati diffusi dall’Istat su quelli che sono stati i risultati prodotti con le politiche dei bonus portati avanti dal governo Renzi; si continua a proseguire sulla strada sbagliata pur di distribuire al mondo delle imprese incentivi a pioggia. Continuiamo a ribadirlo: senza un piano del lavoro e di investimenti non ci sarà alcuna ripresa nella nostra regione.

 

ASSE 1BIS – PON IOG
OSSERVAZIONI DELLA CGIL BASILICATA SULLA ALLOCAZIONE IPOTIZZATA

 Cominciamo col fare una premessa. L’Asse 1 bis, come noto, si rivolge, a differenza della “vecchia” misura Garanzia Giovani, non più soltanto ai NEET ma anche ai giovani ancora inseriti in percorsi di studio. Si tratta di un dettaglio non secondario che, a nostro giudizio, dovrebbe suggerire un approccio sostanzialmente diverso rispetto al precedente PAR GG.

Anche per questo motivo, riteniamo non condivisibile la ripartizione ipotizzata che vede la stragrande maggioranza delle risorse (ca. 8 mln di eu) stanziate sulla misura “tirocinio extra-curricolare” e nessuna risorsa, invece, attribuita alle misure “apprendistato per la qualifica e il diploma” e apprendistato per l’alta formazione e la ricerca”.

A livello nazionale, la CGIL ha presentato al tavolo con ANPAL un documento, poi divenuto proposta unitaria(di CGIL CISL UIL), che è stato pienamente recepito da ANPAL stesso e che contiene quelle che a nostro parere dovrebbero essere le direttrici su cui ripartire le risorse per l’Asse 1bis.
(Alleghiamo il documento alla presente, di cui costituisce parte integrante)

In particolare, le proposte pongono l’accento sulla necessità di mettere in campo percorsi in cui una combinazione di orientamento, integrazione studio/lavoro (es. apprendistato I e III livello, ma anche tirocini curricolari), e iniziative di placement, possa aiutare i giovani ad avviare e sviluppare il proprio percorso professionale nel contesto attuale.

Le proposte (dettagliate nel documento allegato) possono essere così sintetizzate

1. E’ necessario investire sul rafforzamento dell’apprendistato per la qualifica e il diploma, penalizzato sino ad oggi dal dumping di altre forme, quali i contratti a tutele crescenti e, soprattutto nel contesto di GG, i tirocini. Ciò al fine di potenziare il conseguimento del diploma secondario attraverso l’apprendistato. In particolare segnaliamo una importante eccellenza pilota in Basilicata, quale quella condotta dall’ISIS L. Sinisgalli di Senise, assieme all’IIS Petruccelli Parisi di Moliterno, l’ITAS di Marsicovetere e l’IIS Einstein di Potenza che hanno realizzato, sulla scorta di un bando emanato dall’USR Basilicata, un importante progetto per l’apprendistato di I livello. Questa esperienza va sostenuta ulteriormente e replicata il più possibile in regione. (Dettaglio: SCHEDA 1)
2. L’Apprendistato di alta formazione e ricerca rappresenta ancora un esperienza di nicchia in Italia. In realtà esiste un interesse crescente da parte delle aziende. Occorre estendere l’utilizzo del contratto di alta formazione e ricerca, anche in virtù degli sgravi contributivi e retributivi insiti nel meccanismo, finanziando le attività funzionali ad adattare l’offerta formativa alle esigenze del sistema produttivo (Dettaglio: SCHEDA 2)
3. Potenziamento dei servizi di orientamento e placement degli ITS. La Basilicata ad oggi non ha alcun ITS (gli ITS sono come noto gli Istituti Tecnici Superiori, che dovrebbero sviluppare i percorsi professionalizzanti nella istruzione terziaria). Lo scorso dicembre, la Regione Basilicata ha approvato un bando per istituire due ITS in Regione, uno per l’efficienza energetica e l’altro per le tecnologie del Made in Italy, con un investimento di circa 1,5 di euro. Sarebbe utile conoscere l’esito del bando e valutare la possibilità di estenderne la dotazione anche attraverso le risorse attestate sull’Asse 1 BIS PON IOG
4. E’ necessario innalzare i livelli delle competenze della popolazione giovanile per facilitarne l’ingresso nel mercato del lavoro, attraverso una più elevata qualificazione. Ciò andrebbe fatto tramite il sostegno a una rete integrata di servizi pubblici e privati, in particolare i CPIA, Centri per l’Istruzione per gli Adulti e gli Enti di formazione, in stretto raccordo con i CPI, per la realizzazione di attività specifiche rivolte a giovani dai 15 ai 24 anni. (Dettaglio: Scheda 4)
5. Intercettazione e attivazione dei NEET svantaggiati. Una delle principali difficoltà di Garanzia Giovani è stata l’intercettazione dei Neet più svantaggiati. A questo proposito, proponiamo di focalizzare l’attenzione su attività dedicate ai Neet provenienti dai nuclei beneficiari del Reddito di Inclusione (REI) o del Reddito Minimo.