Trovo incomprensibili e irricevibili le affermazioni del presidente di Confindustria di Basilicata che ancora una volta evidenzia tutta la miopia e in particolare scarsa attenzione a quanto sta avvenendo nel sito Eni della Val d’Agri.

Le priorità sono salute e sicurezza e le condizioni dei lavoratori a cui non sono garantiti i medesimi diritti sia salariali sia in termini di sicurezza e servizi. L’accordo di sito de 5 ottobre del 2012 è stato un grande risultato, frutto di scontri ma anche di confronto che portarono alla definizione di un protocollo che in questi anni ha assicurato ai lavoratori non solo la salvaguardia dell’occupazione nei cambi di appalto ma anche il mantenimento dei livelli retributivi .

È evidente che la piattaforma presentata da Cgil, Cisl e Uil di Basilicata per la definizione di una contrattazione unica di sito non è altro che la naturale evoluzione del Protocollo di sito del 2012 e dell'Accordo dell'agosto 2014 e rappresenta il segno tangibile dell'assunzione di una responsabilità sociale da parte delle imprese.

Per quanto ci riguarda è necessario aprire il confronto sui contenuti della piattaforma, diversamente Confindustria si assumerà la piena responsabilità della rottura, frutto di una inspiegabile e preconcetta chiusura rispetto alla necessità di garantire pari condizioni economiche e sociali a tutti i lavoratori che operano nell' indotto Eni.

La valorizzazione delle risorse energetiche quale volano dello sviluppo locale non può prescindere dall'assicurare diritti e sicurezza, in sintesi, buona occupazione. Per queste ragioni se Confindustria dovesse confermare la sua posizione di chiusura a qualsiasi forma di trattativa e confronto sulla contrattazione unica di sito per i lavoratori dell'indotto Eni di Viggiano, la nostra risposta sarà la mobilitazione e lo sciopero generale .

Angelo Summa
Segretario generale Cgil Basilicata