Verso il congresso Cgil
Chiude a Potenza il ciclo di assemblee in Basilicata
Più di 30 incontri, un migliaio i delegati coinvolti
Al centro del dibattito: petrolio, innovazione, situazione politica regionale e nazionale

 

Con l’assemblea generale della Cgil Basilicata che si è svolta a Potenza alla presenza del segretario nazionale Vincenzo Colla, si è conclusa sul territorio lucano la prima fase del percorso verso il diciottesimo congresso dell’organizzazione sindacale che si terrà a Bari dal 22 al 25 gennaio 2019. Oltre 1000 i delegati coinvolti, più di 30 le assemblee generali in tutta la Basilicata.
“Una straordinaria occasione di democrazia e partecipazione - afferma il segretario generale Cgil Basilicata Angelo Summa – che contribuisce a consolidare sia il ruolo della assemblee generali, non più esclusivamente finalizzate a eleggere i gruppi dirigenti, sia il rapporto con i lavoratori e i delegati che assumono un ruolo determinante nella linea di azione del sindacato”.
Obiettivo delle assemblee è stato discutere il documento congressuale nazionale "Il Lavoro è" la cui stesura finale sarà il frutto dei contributi che le singole categorie e i territori vorranno apportare. Cinque i nodi concettuali attraverso cui declinare il lavoro: uguaglianza, sviluppo, diritti di cittadinanza, solidarietà e democrazia.
Petrolio, transizione energetica, innovazione, turismo, cultura e Matera 2019. Sono questi gli assi attorno ai quali sviluppare il documento di sintesi della Basilicata che andrà a costruire, insieme agli altri, il documento nazionale congressuale.
“Prima di tutto – continua Summa - dobbiamo corroborare le questioni che attengono al mezzogiorno. Due sono le grandi questioni in Basilicata: il petrolio e la transizione energetica, l’innovazione. Fino al 2021 la Basilicata avrà 435 milioni di euro dalle royalties. Questi, se spesi correttamente, rappresentano una potenzialità per il territorio, senza ovviamente sottovalutare l’ambiente che resta il punto essenziale. Guardare allo sviluppo sostenibile non significa non ragionare su come usare al meglio le risorse per cambiare il modello di sviluppo della regione e far diventare la Basilicata uno degli hub principali per le risorse energetiche del futuro. Siamo la regione che più di altre contribuisce alla produzione petrolifera in Italia con oltre il 90%, il 7% del fabbisogno energetico generale. E fuggiamo dalla discussione della transizione da un lato e degli investimenti economici e infrastrutturali dall’altro, a causa di implicazioni ambientali che non abbiamo saputo governare”.

Sull’innovazione afferma: “La Basilicata ha il problema dell’innovazione più di altre regioni. L’automotive potrebbe essere la saldatura tra Melfi e la Val d’Agri, dove sperimentare connessioni nuove grazie ai propulsori a basso impianto ambientale con risorse energetiche. La Basilicata dovrà essere l’avamposto che sperimenti nel mezzogiorno elementi di innovazione per evitare il rischio che il divario nord e sud si amplifichi. Queste le sfide vere in Basilicata insieme a turismo, cultura, Matera 2019 e al tema dello spopolamento e dell’invecchiamento, connotativi del mezzogiorno ed elementi di cui tener conto per costruire un modello di welfare sostenibile, individuando risorse e investimenti”.

Il tutto tenendo conto di quanto sta accadendo a livello nazionale e regionale. “La formazione del governo rappresenta un monito di grande preoccupazione – riprende Summa - L’Italia non è mai stata più a destra di così dal ‘46. Non è sufficiente oggi solo dichiarare il pericolo del governo delle destre. C’è stata una sottovalutazione prima e dopo del voto del 4 marzo. Una organizzazione sindacale come la Cgil, che ha una sua impostazione politica con tratti ancorati nel progressismo e soprattutto nei valori europei, non può rimanere neutrale. Oggi il lavoro è povero, non basta lavorare per affermarsi. Il tema è capire con quali strumenti vogliamo dargli valore. Sicuramente continuando l’azione di contrasto alla precarietà e la reintroduzione dell’articolo 18 come elemento di dignità del lavoro. L’altro l’elemento forte è la riduzione dell’orario di lavoro nell’era digitale oltre a quello degli ammortizzatori sociali e della cassa integrazione, tra reddito di cittadinanza e mobilità. La Cgil ha individuato un elemento diverso che si frappone tra il non lavoro, il lavoro povero e il reddito: il reddito di integrazione o di continuità, strumento universale e articolato che garantisce la continuità del reddito anche a chi non ce l’ha o ha salari bassi”.

Sulle questione regionale “la situazione è complicata sul piano politico e del bilancio regionale. La mancata approvazione del bilancio di previsione – precisa il segretario generale - ha fatto sì che dal 1 maggio siamo entrati in gestione provvisoria. Non c’è stata ancora la parifica del bilancio del 2016 da parte della Corte del conti e non c’è traccia del bilancio di previsione del 2018 che dovrebbe essere approvato entro fine maggio. In questo quadro le criticità riguardano i servizi ai cittadini e le condizioni dei lavoratori, specialmente del settore trasporti. Le risorse attestate non sono sufficienti a garantire l’attuale sistema che avrebbe bisogno di una riforma progressiva che non è stata fatta. Oltre ai problemi su altri servizi, come la sanità, c’è la questione dei forestali – conclude Summa - Le categorie hanno siglato un accordo storico delle 151 giornate con una platea unica che consente un aumento del salario al settore e garantisce più giornate. A preoccupare, tuttavia, è la trasparenza delle risorse del bilancio da assegnare a queste voce”.

Aggiunge Vincenzo Colla: “Il congresso non può assolutamente prescindere la nuova idea di unità sindacale e la ridistribuzione delle risorse. Nell’era della discontinuità il tema è la garanzia di futuro attraverso la pensione. In questo scenario c’è bisogno di uno Stato 4.0 e di un territorio 4.0, dove l’innovazione non deve solo essere consegnata al tecnicismo dell’impresa ma allo Stato innovativo, in grado di governare processi produttivi e sociali. È questo è evidente tanto più al sud perché se perdo le filiere del sud perdo la possibilità di sviluppo. Dentro questa innovazione la grande sfida del nuovo secolo è come modifichiamo il mondo del lavoro”.