Matera 2019:
l’opportunità mancata?

Dalla designazione ad oggi…….

La condizione complessiva in cui la Città di Matera e tutta la Basilicata si presentano, alla vigilia all’importante e prestigioso appuntamento di Matera Capitale europea della cultura 2019, rasenta l’incredibile. Al punto da richiamare gli strani e poliedrici paradossi che hanno riguardato la storia del meridionalismo italiano quando, per comprendere l’espressione reale del potere, era necessario fare uno sforzo di fantasia come suggerisce Gabriel Garcia Marquez nel romanzo “L’autunno del Patriarca”.

La designazione a capitale della cultura per il 2019, avvenuta il 17 ottobre 2014, aveva determinato inevitabilmente molte aspettative e delineato potenzialità che avrebbero costruito e rilanciato lo sviluppo socio – economico di Matera e della Basilicata che presentavano percentuali rilevanti di reddito medio, disoccupazione, povertà, spopolamento ed emigrazione intellettuale purtroppo strutturali rispetto al panorama europeo, nazionale e per alcuni versi meridionale.

Con l’iniziativa CULTURA al LAVORO del 5 ottobre 2016, che vide la presenza della Segretaria Generale nazionale – Susanna Camusso – la CGIL di Matera, oltre ad avanzare ulteriori proposte per creare i presupposti sociali, economici, culturali e occupazionali adeguati per affrontare l’evento internazionale, DENUNCIO’ che, a quasi 2 anni dalla designazione, era consapevolezza diffusa che la gestione operativa del prestigioso evento denotasse un ritardo ed un inadeguato coordinamento tra i livelli istituzionali comunali, regionali e nazionali che sicuramente avrebbe condizionato negativamente l’occasione unica e irripetibile quale è Matera 2019.

Come organizzazione sindacale, nel lanciare in tempo utile l’allarme, sentimmo la necessità di farci promotori di una discussione tra tutti i rappresentanti istituzionali coinvolti (comune, regione, ministeri, università, fondazione) affinché si potessero ricercare sinergie e strategie che focalizzassero l’obiettivo sulla città di Matera per valorizzarne i beni ambientali, archeologici, monumentali e paesaggistici.

Contestammo la totale assenza di approcci e momenti di condivisione partecipata con le parti sociali, le associazioni datoriali e culturali sulla programmazione e sulle scelte che avrebbero contribuito a strutturare un processo di lungo periodo in grado di consentire il superamento della crisi del sistema produttivo e industriale in declino riconvertendolo verso modelli di sviluppo fortemente interconnessi all’economia della cultura.

Unitariamente le OO.SS. – Cgil – Cisl – Uil confederali organizzarono il PRIMO MAGGIO 2017 con le parole d’ordine CULTURA e LAVORO per :

a) chiamare al senso di responsabilità il livello politico – amministrativo, datoriale ed imprenditoriale;

b) condividere di investire intelligentemente ed opportunamente sui processi culturali legati a Matera – Basilicata 2019;

c) recuperare le criticità ed i ritardi accumulati sulla realizzazione del dossier, dei servizi e delle infrastrutture necessarie per affrontare l’evento di Capitale Europea della Cultura 2019;

d) costruire interventi strutturali che avrebbero permesso a questo territorio di continuare a progredire ed a rispondere alle necessità occupazionali oltre il 2019.

Ancora come Cgil, denunciammo che l’ammissione dell’esistenza dei ritardi e criticità da parte del Presidente Pittella era da considerarsi un’affermazione drammaticamente grave considerando che, con tali importanti dichiarazioni, cercava di sollevarsi dalle responsabilità politiche ed amministrative che, di fatto, hanno creato l’inequivocabile ritardo nella programmazione delle attività legate al dossier e nella realizzazione delle infrastrutture e dei servizi all’altezza di una Capitale europea della Cultura. In sostanza, il Presidente Pittella dismise con quelle dichiarazioni le proprie responsabilità politiche ed i condizionamenti imposti sui processi legati a Matera 2019 e scaricò totalmente l’indifendibile amministrazione comunale di Matera.

Un’ovvia e palese affermazione quella sui ritardi di Matera 2019, paradossalmente fatta dall’amministrazione regionale che aveva preteso di essere artefice principale nei processi pre e post designazione che, nei fatti, hanno condizionato gli sviluppi attivati e/o in attesa di realizzazione. Si vedano ad esempio la trasformazione dello statuto della fondazione come Matera – Basilicata 2019, le dinamiche del mantenimento del Direttore della Fondazione, lo spostamento dell’evento di capodanno, le sottovalutazioni dei collegamenti stradali e ferroviari, il mancato trasferimento dei fondi regionali per la realizzazione del dossier, ecc.

Una situazione talmente grave che le rassicurazioni del Ministro De Vincenti circa la supervisione sui processi da parte del Governo, le accurate proiezioni e i precisi calcoli messi in campo dagli uffici regionali sugli effetti diretti e indiretti degli investimenti per l’evento Capitale della Cultura 2019, non tranquillizzarono nessuno, tanto è vero che fu avanzata con forza la richiesta al Primo Ministro di assicurare direttamente la GOVERNANCE delle attività, delle opere e dei servizi in grado di rilanciare l’azione di sviluppo del territorio materano e lucano e l’attuazione del programma per Matera – Capitale europea della cultura 2019.

Neanche la nomina del “COORDINATORE/FACILITATORE” ha prodotto le condizioni per dare risposta alle istanze che provengono inesorabilmente da tutti gli ambiti della società materana, dimostrando l’incapacità di garantire una GOVERNANCE del programma che avrebbe dovuto:
• posizionare la cultura al centro di un’agenda trasversale di interventi pubblici utilizzando la rete di partnership tra settore pubblico, privato e no-profit;
• risolvere definitivamente e compiutamente le difficoltà della mobilità collegando Matera alle direttrici nazionali e internazionali di comunicazione all’interno della programmazione infrastrutturale del Governo;
• attivare realmente le opere ed i servizi annunciati in modo da determinare uno sviluppo attraverso il rilancio imprenditoriale, artigianale, del terziario e del commercio della provincia di Matera e della Basilicata tutta;
• prevedere interventi a sostegno del welfare per i cittadini in condizione di difficoltà socio - economica che potrebbero subire effetti negativi da Matera 2019 a causa dell’aumento del costo della vita determinato all’incremento delle attività commerciali e turistiche legati all’evento.

Occorreva quindi recuperare il ritardo storico della città avviando urgenti processi di rigenerazione, di riconversione produttiva, di miglioramento dell’immagine turistica, di sviluppo urbano, di realizzazione delle infrastrutture e dei contenitori culturali utili per adempiere al ruolo di Capitale Europea della cultura ma anche da lasciare in eredità al territorio, consapevoli del fatto che il 17 ottobre 2014, Matera era giunta alla candidatura con molti elementi di debolezza.

Nonostante ciò, gli interventi della Fondazione Matera – Basilicata 2019 e quelli delle Amministrazioni comunale, provinciale e regionale continuano a procedere imperterriti a compartimenti stagni e al di fuori di qualsiasi programmazione ed in assenza del coinvolgimento dei cittadini materani che ormai esprimono diffidenza, scarsa considerazione e disaffezione al processo di avvicinamento all’evento.

La riprova è stata data dal recente Consiglio comunale annuale aperto che ha riservato il consueto spazio alla relazione e alle considerazioni della fondazione ” Matera-Basilicata 2019” ma al quale non solo non hanno partecipato i Parlamentari, il Presidente della giunta regionale - Marcello Pittella - e quello della Provincia -Francesco De Giacomo -, ma sono stati del tutto assenti soprattutto i cittadini materani.

La città di Matera è ormai consapevole che gli interventi collegati all’importante obiettivo e la conseguente costruzione di politiche di sviluppo non solo non soddisfano le aspettative, ma determinano azioni di pseudo - accaparramento degli spazi e delle progettualità da parte di settori della politica amministrativa e politica della città, della provincia e della regione.

Un ASSALTO alla DILIGENZA all’interno di una confusione politica (governissimo), associata ad un elevato grado di incompetenza amministrativa, che ormai collocano Matera 2019 all’interno di uno scontro politico – elettorale strisciante.

Nel frattempo il dialogo tra sordi continua a produrre ulteriori ritardi e pasticci sugli interventi indispensabili per garantire l’accoglienza turistica, lo sviluppo urbano, la realizzazione delle infrastrutture e dei contenitori culturali utili per adempiere al ruolo di Capitale Europea della cultura.
E questo anche per le azioni che sembravano scontate, come:

Infrastrutture culturali e di aggregazione (Approfondimento: schede n. 1, n. 2, n. 4, n. 8 , n.9)
• Il caso del MUSEO DEMO-ETNO-ANTROPOLOGICO, uno delle due direttrici del DOSSIER presentato ai Commissari europei per la designazione di Matera - Capitale europea 2019, progettato circa 20 anni fa per testimoniare l’ESISTENZA STRATIFICATA DELL’UOMO NEL TERRITORIO MATERANO, che è stato sostituito dall’I-DEA – Istituto Demo Etno Antropologico, che di fatto ridimensiona il progetto nel recupero degli habitat rupestri oltre a modificarne le competenze e le titolarità.

• Il caso della BIBLIOTECA PROVINCIALE “T. Stigliani” di Matera che continua ad essere relegata nel silenzio e nel totale disinteresse mentre appetiti di varia natura cercano di strapparle spazi e progetti mettendone in discussione il RUOLO PUBBLICO.

• Il caso della CASA dello STUDENTE del Polo Materano dell’Università degli studi della Basilicata che per la seconda volta rischia di rimanere una chimera.

• Il caso del TEATRO, di uno spazio che possa accogliere iniziative culturali e spettacoli di una certa rilevanza.

• Il caso di Piazza della visitazione Piazza che avrebbe dovuto rappresentare l’identità di Matera mentre invece racconta il fallimento della politica urbanistica a Matera in cui si sono sprecati 25 anni in inutili concorsi e fantasiose destinazioni dimenticando il ruolo assegnato a quel luogo dal Piano Regolatore.

• Il caso della Cava del sole con la riqualificazione dell’area concerti all’aperto e la realizzazione di una “cavetta” coperta con materiali amovibili per 800 posti a sedere.

• definizione di rete dei contenitori culturali per la realizzazione di un sistema di spazi attrezzati e funzionali allo sviluppo delle attività creative e culturali in varie parti della città.

Infrastrutture e servizi di comunicazione ( Approfondimento: schede n. 3, n. 6, n.7)

L’accessibilità doveva essere una priorità imprescindibile per non presentarsi ai visitatori come una città difficilmente raggiungibile attraverso:

• Un efficiente e veloce servizio di trasporto pubblico da/per la stazione di Bari Centrale e gli aeroporti pugliesi, supportato da una informazione dedicata e puntuale in rete, ancora estremamente lacunosa all’interno del piano regionale dei trasporti;

• il completamento dei lavori di ammodernamento del corridoio ferroviario Matera-Bari FAL con la velocizzazione dei collegamenti tra Matera-Altamura-Bari;

• Il completamento dell’asse viario bradanico di cui non si conoscono ancora tempi definiti;

• la realizzazione dell’asse stradale Matera – Gioia del Colle;

• la risoluzione delle difficoltà di percorrenza della Basentana e del collegamento Matera – Ferrandina.

Protocolli di legalità e d’intesa

La LEGALITA’ come presupposto fondamentale per creare il corretto sviluppo del territorio in grado di controllare i processi socio-economici e culturali che si stanno evolvendo rapidamente e possono essere inquinati da meccanismi degenerativi.
E’ necessario quindi che la comunità si attrezzi per costruire difese e prevenzioni in grado di orientare ed evitare distorsioni nei processi socio – economici della città.
La preparazione al 2019, anche con i ritardi accumulati, presuppone investimenti cospicui nell’ambito delle opere pubbliche e nel settore dei servizi che potrebbero risultare appetibili per la malavita organizzata e per comitati corrotti per cui:

• La qualità dei servizi potrebbe essere compromessa da distorsioni e mancanza di rispetto delle regole trasparenti;

• La creazione di lavoro può risultare precario e privo di regole contrattuali.

Occorrerebbero pertanto:

1. Protocolli di legalità per contrastare il fenomeno delle infiltrazioni mafiose nelle attività economiche attraverso DISPOSIZIONI VOLONTARIE tra soggetti coinvolti nella gestione dell’opera pubblica con lo SCOPO di rafforzare i vincoli previsti dalle norme – legislazioni antimafie con forme di controllo in MATERIA DI APPALTI PUBBLICI;

2. Protocolli di Intesa tra soggetti pubblici e organizzazioni sindacali per migliorare la qualità delle opere e dei servizi pubblici erogati, per garantire l'occupazione, i diritti e le tutele delle lavoratrici e dei lavoratori, per favorire la trasparenza nelle procedure di gara e rafforzare il contrasto ai fenomeni di illegalità e di concorrenza sleale a salvaguardia delle imprese che operano nel rispetto dei CCNL .

 

 

 

 

 

 

LA SITUAZIONE DEL MEZZOGIORNO

Il rapporto SVIMEZ 2017 fotografa la situazione del mezzogiorno con indicatori positivi, quali:
• il Sud è in crescita più del Centro Nord
• il Mezzogiorno è uscito da una lunga fase di recessione consolidando la ripresa nel 2016.
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Infatti, nel biennio, l'industria manifatturiera aumentano al Sud di oltre il 7%, più del doppio del resto del Paese (3%), mentre il prodotto interno lordo è cresciuto di 1 punto nel Mezzogiorno e solo del'0,8% nel Centro Nord del Paese.

Anche nel 2017, il Mezzogiorno, pur con un passo meno sostenuto di quello del resto del Paese, non perde l’aggancio con la ripresa:
• ottobre 2017 il Pil italiano risulta in crescita dell’1,5%, conseguenza del +1,6% del Centro-Nord e del +1,3% del Sud.
• le esportazioni e gli investimenti cresceranno più al Sud che al Centro-Nord (rispettivamente +5,4% e +3,1% contro +4,3% e +2,7%) e anche la domanda interna sarà lievemente superiore.
I dati anche con il segno positivo, non determinato una ripresa congiunturale sufficiente ad affrontare le emergenze sociali del mezzogiorno.
Infatti, continuano a rimanere irrisolti problemi storici che ritardano lo sviluppo del sud e aumentano il divario con il Nord tanto che se il Mezzogiorno proseguirà con gli attuali ritmi di crescita, «recupererà i livelli pre-crisi nel 2028, 10 anni dopo il Centro-Nord».
E quindi, questa crescita non è sicuramente sufficiente a disancorare il Sud da una spirale in cui si rincorrono:
- bassi salari;
- bassa produttività
- bassa competitività
- ridotta accumulazione;
- in definitiva minor benessere».
Sistema fiscale
Le risorse del SISTEMA FISCALE che affluiscono al Sud, paradossalmente contribuiscono a dare sostegno a un'area di produzione e di consumo ancora rilevante per l'economia dell'intero Paese (Nord).
Infatti:
• per ogni 10 euro che arrivano al Sud come residui fiscali, 4 tornano immediatamente al Centro Nord sotto forma di domanda di beni e servizi.
• il 14% del Pil del Centro-Nord (pari a 177 miliardi di euro nel 2015) è dovuto a consumi e investimenti del Sud.
• su 50 miliardi di residui fiscali (tema sollevato dai referendum in Veneto e Lombardia) di cui beneficia il Sud, circa 20 miliardi ritornano direttamente al Centro-Nord e gli altri, comunque, rafforzano il mercato delle Regioni meridionali che resta rilevante per l’intero Paese.
• Il surplus dei depositi bancari al Sud – la differenza tra depositi e impieghi che nel 2016 era di circa 5 miliardi – finisce per finanziare l’economia del Centro-Nord.

Dopo la fase della “dipendenza fisiologica”, quando le Regioni settentrionali hanno aiutato lo sviluppo di quelle meridionali, e quella della “dipendenza patologica”, i cui effetti sono ben noti, oggi la parola chiave è “interdipendenza”.

Spopolamento e fuga dei cervelli
Lo sviluppo di un paese, di un territorio avviene soprattutto attraverso il potenziale espresso dal CAPITALE UMANO.
Se il Mezzogiorno continuerà a perdere i propri giovani con le stesse percentuali del 2016 (62 mila abitanti) il calo demografico continuerà ad avanzare creando ulteriori effetti deleteri.
Un saldo migratorio totale del Sud continua a essere negativo e sfiora le 28 mila unità.
Nel Centro Nord è in aumento di 93.500.
In particolare nel 2016 la Sicilia perde 9.300 residenti, la Campania 9.100, la Puglia 6.900.
Il pendolarismo nel Mezzogiorno nel 2016 ha interessato circa 208 mila persone, di cui 54 mila si sono spostate all’interno del Sud, mentre ben 154 mila sono andate al Centro-Nord o all’estero.
La fuga dei cervelli rappresenta una delle emergenze più gravi se si pensa che il fenomeno ha una perdita:
• di circa 200mila laureati meridionali trasferiti alle regioni del Centro Nord e in piccola parte all’estero
• con un calo in termini finanziari del Sud di circa 30 miliardi di euro.

Quasi 2 punti di Pil Nazionale. E si tratta di una cifra al ribasso, che non considera altri effetti economici negativi indotti.
Alla fine del 2016, dal Meridione sono andati via 62mila abitanti: meno 9.300 residenti in Sicilia, 9.100 in Campania, 6.900 in Puglia.
Se non ci saranno interventi adeguati, il Mezzogiorno resterà terra d'emigrazione "selettiva" (specialmente di qualità), con scarse capacità di attrarre immigrati dall'estero, e sarà interessato da un progressivo ulteriore calo delle nascite».

n.b. Questo aumento di pendolari spiega circa un quarto dell’aumento dell’occupazione complessiva del Mezzogiorno di circa 101 mila unità nel 2016.

Povertà e occupazione
Il rischio di povertà al Sud è triplo rispetto al resto del Paese. L’introduzione del Rei, il reddito d’inclusione, va nella direzione giusta ma per ora l’impegno finanziario è assolutamente insufficiente:
• al rischio di povertà si assesta al 34,1%. Un dramma.
• due dei 4,5 milioni di poveri abitano al Sud.
• Addirittura in Sicilia e Campania, il rischio di povertà arriva a sfiorare il 40%.

La povertà «resta sui livelli più alti di sempre e il livello di disuguaglianza interno all'area deprime la ripresa dei consumi» a causa delle politiche di austerità che hanno portato al deterioramento della capacità del welfare pubblico di controbilanciare le crescenti disuguaglianze indotte dal mercato.

Immobilismo sociale
La pessima ripartizione delle risorse tra le università nazionali, che per anni ha colpevolmente impoverito l’università meridionale, alimenta il cosiddetto “effetto Nobel”, che tende ad incrementare i divari anziché attutirli.
La criticità nei campi della formazione, della cultura e in ricerca e sviluppo ed il calo dell’efficienza nell’erogazione dei servizi.
Crescente “circolo vizioso di immobilità sociale”:
• il 40% dei giovani la cui famiglia di origine ha bassi livelli di istruzione non consegue titoli superiori alla licenza media. Solo il 10% raggiunge la laurea.
• Sicuramente il calo delle borse di studio per la incentivazione alle iscrizioni ha influito.

Nel frattempo, la quota dei laureati al Sud scende al 14,6%.
Il Sud ha perso rispetto al 2006 il 22,4% degli immatricolati residenti.

La Pubblica amministrazione al Sud: - 21.500 dipendenti
I luoghi comuni descrivono la Pubblica amministrazione del SUD inondata di risorse e dipendenti pubblici.
Invece c’è un forte ridimensionamento della P.A. nel Mezzogiorno, in termini di risorse umane e finanziarie, tra il 2011 e il 2015:
• -21.500 dipendenti pubblici (nel Centro-Nord sono calati di -17.954 unità)
• una spesa pro capite corrente consolidata della P.A. (fonte CPT) pari al 71,2% di quella del Centro-Nord.
Un divario in valore assoluto di circa 3.700 euro a persona.

La sfida di una maggiore efficienza della macchina pubblica al Sud passa per una sua profonda riforma ma anche per un suo rafforzamento attraverso l’inserimento di personale più giovane a più alta qualificazione.

Tasso di occupazione
Il LAVORO resta in tutta evidenza il problema più grave.
Il tasso di occupazione nel Mezzogiorno (47%) è ancora molto lontano da quello registrato nel Centro-Nord (69%) e soprattutto dalla media europea (35% inferiore alla media UE).
E ciò accade nonostante nei primi 8 mesi del 2017 siano stati incentivati oltre 90 mila rapporti di lavoro nell'ambito della misura "Occupazione Sud".

L'aumento dei posti di lavoro al Sud nell'ultimo biennio riguarda innanzitutto:
• gli occupati anziani e, nella media del 2016, si registrano ancora oltre 1 milione
• 900 mila giovani occupati in meno rispetto al 2008».

Si consolida dunque «un drammatico dualismo generazionale, al quale si affianca un deciso incremento dei lavoratori a bassa retribuzione, conseguenza dell'occupazione di minore qualità e della riduzione d'orario, che deprime i redditi complessivi».

Nelle Regioni meridionali gli occupati sono cresciuti dell’1,7% nel 2016 con il particolare che:
• le Regioni del Centro-Nord hanno recuperato integralmente la perdita di posti di lavoro avvenuta durante la crisi
• al Sud mancano all’appello ancora 381mila unità e non è che prima della crisi la situazione fosse rosea.

Rapporto Svimez, la ripresa del Sud proseguirà
In questo mare di difficoltà, a confortare sono le previsioni sulla crescita del Pil al Sud.
In soldoni, l'economia del Sud, nonostante tutto, potrebbe riprendersi.

Secondo il report, dal mese di ottobre 2017«il Pil italiano cresce dell'1,5%, risultato del +1,6% del Centro-Nord e del +1,3% del Sud».

Così, nel 2018, il tasso di crescita del Pil nazionale si fermerà «all'1,4% con una variazione territoriale dell'1,4% nel Centro-Nord e dell'1,2% al Sud».

A portare avanti l'evoluzione positiva del Pil nel 2017 e nel 2018 secondo Svimez sarà l'andamento della domanda interna, «che al Sud registrerà, rispettivamente, +1,5% e +1,4% (nel Centro-Nord, invece, aumenta quest'anno del +1,6% e il prossimo del +1,3%)».

Per il 2018 Svimez prevede un significativo aumento delle esportazioni e degli investimenti totali, «che cresceranno più nel Mezzogiorno che al Centro-Nord: le esportazioni del +5,4% rispetto a +4,3%, gli investimenti del 3,1% rispetto a +2,7%».

Situazione della Basilicata

Per quanto riguarda la Basilicata il bicchiere è mezzo vuoto o mezzo pieno.
Il bicchiere mezzo pieno:
• la Basilicata è la seconda regione del Mezzogiorno e una delle prime d’Italia, anche se rallenta la crescita (da più 5,4% del 2015 a +2,1% del 2016).
Il bicchiere mezzo vuoto:
• l’incidenza della povertà assoluta da noi come in tutto il Sud nel 2016 cresce nei comuni con meno di 50 mila abitanti che in Basilicata sono tutti eccetto i due capoluoghi.
• Il tasso di disoccupazione scende dal 13,7% al 13,3% e quello di occupazione sale dal 49,2% al 50,3%.

Questi dati hanno prodotto facili entusiasmi per la crescita del Pil secondo la quale l’industria lucana è in ripresa già dal 2014 e continua a tirare, sia pure con intensità diverse nell’ultimo triennio.
Invece, per interrompere lo SPOPOLAMENTO che mette in discussione la tenuta civile della nostra regione, è necessario che i politici lucani e le istituzioni con la Regione in testa si riapproprino di un livello contrattuale con il Governo, facendosi carico di un impegno straordinario per superare innanzitutto il crescente disagio sociale.

Alla luce dei suddetti elementi, è necessario:

• mettere in campo una strategia mirata a rivedere la Politica di coesione;
• tener conto che l’aumento del +5,4% registrato l’anno scorso era frutto soprattutto della ripresa della produzione degli stabilimenti FCA e non dal turismo e della nomina di Matera a Capitale Europea della Cultura.

Nel 2017, il panorama non è molto diverso, poiché:
• la crescita del valore aggiunto (produttività) dell’industria in senso stretto è stato del 4,7%, mentre quello dei servizi di solo lo 0,7%.
• la dinamica occupazionale settoriale, con il numero di occupati nell’industria cresciuti del 4,5%, contro l’1,7% del settore terziario.

Questi numeri positivi, ci restituiscono uno scenario significativo da non sottovalutare:
• una situazione in cui l’industria, con quella automobilistica ed estrattiva in primis, a giocare chiaramente il ruolo di settore strategico;
• il terziario, benchè importante, non è il traino dell’economia regionale, anzi, pur in presenza di una chiara e forse tumultuosa crescita di presenze turistiche, non ha ancora una forza tale da guidare le sorti della Basilicata.

Questa evidenza, politicamente deve far riflettere.

 

Matera – Capitale europea della cultura 2019

Dai dati elaborati dal Centro Studi Turistici di Firenze si evince che il Turismo tra le città d'arte vede il boom di Matera.

La città dei Sassi diventa la "star" ben prima della sua incoronazione a Capitale europea della cultura 2019: nell’arco di tempo 2010-2017 è quella che regista la maggiore crescita di visitatori (+152% in 7 anni).

In Italia si conferma l'attrattiva dell'arte per il turismo proveniente dall'estero, costituendo il 36,2% del totale degli arrivi nel 2016.
Il turismo continua a essere un driver decisivo per il nostro Paese. L’industria turistica italiana vale, infatti, oltre 70 miliardi di euro (ovvero il 4,2% del Pil) che salgono a 172,8 miliardi di euro (il 10,3% del Pil) se si aggiunge anche tutto l’indotto.

Il Rapporto sul Turismo 2017 segnala che la Basilicata con circa 2,3 milioni di presenze turistiche, si piazza al 20° posto fra le regioni italiane con una significativa crescita nel quinquennio 2010-2015 del 21,8% (+ 4,6% il dato medio Italia).

Per quanto riguarda invece la distribuzione percentuale delle presenze turistiche nelle province lucane Matera vanta il 69,0% del dato complessivo regionale e, a seguire, vi è Potenza con il 31,0% (città di Matera sono arrivati 250.093 visitatori, per un +16,4 %; a Potenza 37.679 per un +2,4 %).
Il settore turistico lucano ha una quota del 3,8% sul valore aggiunto nazionale, dando lavoro a circa 8.000 addetti (distribuiti fra alloggio e ristorazione).

L’offerta ricettiva, nel 2015 la Basilicata si è attestata al 20° posto in Italia sia per numero di esercizi turistici (957) che per numero di letti totali (39.419).

Il turismo si conferma come un settore importante dell’economia lucana, ancora con grandi potenzialità e significativi margini di crescita.

 


Scheda n. 1

DEFINIZIONE DI RETE DEI CONTENITORI CULTURALI

Il 9 marzo 2016 la Giunta Comunale di Matera, impegnando euro 6.396 milioni dei Fondi di Sviluppo e Coesione, approvò la definizione operativa della rete dei contenitori culturali.

In questo modo si intendeva intervenire sulle principali strutture cittadine, adeguandole alle esigenze della città, in vista del 2019 e del ruolo sempre più significativo della città nel contesto del Mezzogiorno e dell’Europa.

L’intervento prevedeva la realizzazione di un sistema di spazi attrezzati e funzionali allo sviluppo delle attività creative e culturali in varie parti della città. I principi alla base delle scelte localizzate e tecnico-progettuali sono state:

• distribuzione equilibrata dei servizi culturali tra il centro storico ed il resto della città;

• contributo al miglioramento della qualità della vita in ambiti periferici della città, con l’insediamento di nuove attività operanti a livello locale e sovra locale;

• Recupero e rifunzionalizzazione di edifici antichi e/o dismessi, invece che nuova edificazione;

• Individuazione di spazi e servizi tra loro complementari nel sistema urbano, anche per garantire la sostenibilità gestionale nel tempo.

• Integrazioni di funzioni, anche a valenza sociale, per massimizzare la distribuzione di benefici connessi con la diffusione della cultura, anche presso categorie e fasce più deboli.

Nel dettaglio gli interventi previsti sono i seguenti:

Adeguamento del Cinema Kennedy

Il Cinema – Teatro Kennedy, con gli spazi ad esso circostanti, rappresenta un luogo chiave nella distribuzione degli spazi per la cultura.

La riqualificazione dell’edificio è legata alla rifunzionalizzazione dell’intera area.

 

 

Il Kennedy diventerà il principale hub integrato di produzione culturale nelle discipline artistiche del teatro, della musica e della letteratura, al servizio di associazioni, compagnie, attori.

L’intervento prevede:

• un investimento a base d’asta di 904 mila euro;
• la conclusioni dei lavori entro 10 mesi.

N.B.

• Il 6 aprile 2017, l'assessore ai Lavori pubblici, Michele Casino, comunica che la ditta Pype Lyne di Pisticci è aggiudicataria dell’appalto;

• Dopo 8 mesi, lo stato di avanzamento dei lavori è fermo e la consegna degli stessi risulterebbe fortemente ritardata.

Adeguamento del Cinema Comunale

Il Cinema – Teatro Comunale, localizzato nella piazza principale della città all’interno dell’ottocentesco Palazzo dell’annunziata necessita di intervento di riqualificazione delle attrezzature e degli ambienti, per farne un moderno e funzionale spazio per lo spettacolo e per piccole conferenze. Si trova, inoltre, all’interno di un edificio strategico per le sue funzioni oltre che per la sua posizione, poiché contiene la biblioteca Provinciale e una Mediateca.

L’intervento prevede:
• Un investimento di 550 mila euro;
• La conclusione dei lavori entro nove mesi.

N.B.
• Il 16 Maggio 2017 sono iniziati i lavori di adeguamento del cinema comunale e che riguarderanno un restyiling generale dei vari ambienti del cinema;

• Dopo 7 mesi dall’inizio dei lavori, il Cinema comunale non è stato ancora consegnato.

 

Ristrutturazione del Centro Socio-Culturale San Giacomo (Ex Biblioteca)

 

Riqualificazione e rifunzionalizzazione di un immobile collocato nella periferia della città, nel quartiere San Giacomo. La struttura originariamente progettata come biblioteca e mai completata, potrà ospitare un centro per attività culturali, pensato anche per favorire e sostenere categorie sociali svantaggiate.

Il centro, nel suo complesso, contribuirà alla riqualificazione socio-culturale dei quartieri e al miglioramento dell’inclusione sociale.

• Verranno conclusi entro il 2017 i lavori del centro socio-culturale che sorgerà nell’edificio dell’ex biblioteca di San Giacomo.

Completamento Santa Lucia alla Fontana

Completamento del restauro del convento settecentesco che oggi ospita la sede distaccata dell’istituto Superiore di Conservazione e Restauro.

 

L’edificio si affaccia sulla piazza centrale della città e assume, per la rilevanza dell’istituto, un ruolo e un’importanza significativa.

La scuola di Matera, specializzata sul restauro dei paramenti lapidei, è infatti l’unica sede che il prestigioso Istituto ha aperto al Sud di Roma. Vi sono ospitati studenti provenienti da tutta Italia e da paesi esteri.

L’intervento prevede:
• Un investimento di 802.879 euro ;

• La conclusione dei lavori entro 12 mesi.

N.B.
• Il 09 Giugno 2016, l’impresa General Construction srl di Tinchi – Pisticci, si è aggiudicato i lavori nella struttura destinata a sede della Scuola di Alta formazione per la conservazione e il Restauro.

• A distanza di 18 mesi i lavori non si sono conclusi.
Ristrutturazione del Centro Socio-Culturale di Via Sallustio – Sala Pasolini

 

Il centro di via Sallustio ospiterà un polo culturale integrato, con auditorium e spazi per prove e produzioni culturali. Già adesso parte della struttura è impiegata dalle grandi produzioni cinematografiche che periodicamente trovano collocazione a Matera.

La ristrutturazione di parte di esso, con la riqualificazione dell’auditorium all’occorrenza utilizzabile come Sala Consiliare Comunale, potrà favorire gli scambi tra soggetti che si occupano di cultura cinematografica e le grandi produzioni che di volta in volta si susseguono nell’utilizzo di questi spazi. Inoltre fungerà da polo di aggregazione per i giovani e i residenti della zona circostante.

L’intervento prevede:

• Un investimento di € 376.300,75 euro ;

Completamento del Recupero del Monastero Santa Lucia e Agata

 

 

Il Monastero di santa Lucia e Agata si trova su Via Madonna delle Virtù, in prossimità di Porta Pistola. È uno dei luoghi più suggestivi della città e si presta da un lato alla realizzazione di spettacoli ed eventi in una ambientazione unica, dall’altro alla collocazione di uno dei “luoghi del silenzio”, progettati dall’Amministrazione Comunale.

Tali luoghi sarebbero definibili “riserve sonore integrali”, dedicate alla contemplazione del silenzio e della straordinarietà dell’ambiente e del paesaggio naturale, dei Sassi e del loro rapporto con il prospiciente altipiano murgico.

L’intervento prevede:

• Un investimento di 305.954 euro ;

• La conclusione dei lavori entro 6 mesi.

N.B.
• Il 29 giugno 2016 sono stati aggiudicati i lavori di completamento del Convento di Santa Lucia e Agata nei Sassi di Matera alla ditta Francesco Di Lena di Ferrandina.

• A distanza di 18 mesi i lavori non sono stati conclusi.

Laboratorio Sassi – Universita’ della Basilicata

 

L’intervento, localizzato nel Sasso Barisano in ambienti situati in Piazzetta Garibaldi e Via Sant’Agostino, risponde ad una proposta dell’Università degli studi di Basilicata, che qui prevede di insediare un laboratorio permanente/Cantiere Scuola sul restauro, risanamento conservativo, gestione del rischio e valorizzazione del patrimonio culturale.

Il progettato Cantiere Scuola sarà parte di un Polo scientifico di ricerca, alta formazione e trasferimento tecnologico per la mitigazione dei rischi, la protezione, la conservazione e la valorizzazione dei patrimoni culturali.

L’iniziativa nasce da un progetto Erasmus Mundus (progetto ELARCH), finanziato dalla Commissione Europea e realizzato da un network di 20 università europee e latino-americane, avente come capofila l’Università di Basilicata.

L’intervento prevede:

• Un investimento di 172.033 euro ;

N.B.
• Il 22 Giugno 2016, sono stati Aggiudicati i lavori del Cantiere-Laboratorio alla srl Edilizia F.lli Sacco di Matera per un importo complessivo di euro.

• A distanza di 18 mesi i lavori non sono stati conclusi

Ristrutturazione Palazzo del Casale e Adiacenze – Sede Fondazione Matera 2019

Si tratta dell’intervento di ristrutturazione e riqualificazione degli uffici della Fondazione Matera 2019. La struttura oggi necessita di importanti interventi di ristrutturazione per poter ospitare adeguatamente gli uffici della fondazione. Nei prossimi mesi infatti dovranno essere acquisite le risorse umane e quelle strumentali necessarie alla gestione e attuazione del programma.

L’intervento prevede:
• Un investimento di € 980.000,00 euro ;

• La conclusione dei lavori entro 6 mesi.

N.B.

• Il 06/06/2016, si è aggiudicati i lavori l’Impresa A.T.I.- CO.RES. (CAPOGRUPPO) VIA C.GABINO 10/B VENAFRO (IS)- TMC TECHNOLOGY SRL (MANDANTE);

• A distanza di 18 mesi i lavori non sono stati conclusi.
PROPOSTA PROGETTO OPEN DESIGN SCHOOL

Un ulteriore progetto caratterizzante il Dossier della Capitale Europea della Cultura è l’Open Design School.

L’area in cui verrà realizzata l’Open Design School è il cosiddetto Complesso del casale, nel Sasso Barisano.

Parte della sistemazione infrastrutturale sarà realizzata con gli interventi descritti in precedenza, mentre la restante sarà completata con le risorse stanziate per il recupero dei Sassi di Matera dalla Legge di Stabilità 2016.

La notevole mole di progettualità (materiale ed immateriale) connessa con Matera 2019 suggerisce già oggi l’attivazione del primo gruppo di lavoro dell’Open Design School, per la progettazione delle specifiche del progetto di recupero dei locali in cui la Scuola avrà sede e soprattutto, per la progettazione di un innovativo centro per le arti performative, la produzione culturale, il teatro, lo spettacolo, da realizzarsi nella cava del Sole, attuale anfiteatro naturale all’aperto con circa 3000 posti a sedere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scheda n. 2

CONTRATTI ISTITUZIONALI DI SVILUPPO

Il 28 settembre 2017, è stato Firmato il Contratto di sviluppo 400 milioni per Matera 2019

Con circa 400 milioni stanziati, il governo accelera sugli interventi per «Matera 2019», quando la città lucana sarà Capitale europea della cultura.

L’occasione è la firma del CIS per Matera 2019, che coinvolge i ministeri di Cultura, Ambiente, Infrastrutture e Sud, la Regione Basilicata, la città di Matera e Invitalia, nonché il coordinatore degli interventi Salvatore Nastasi.
A dare la misura dell’impegno, già avviato con cantieri attivi con la stipula del patto per la Basilicata, è il ministro per la Coesione Claudio De Vincenti:
• sono previsti "interventi diretti su Matera 2019 per 106,4 milioni e su Basilicata 2019 per 284,9 milioni, più il bando periferie per 13,12 milioni: nel complesso circa 400 milioni a disposizione.
• Si tratta di «fondi interamente coperti, in parte nazionali e in parte strutturali europei: senza far debito» e con «protocolli di legalità».

Prevede diverse misure e progetti, decisioni che riguardano la qualità ambientale, culturale della città, le vie di collegamento, dalle strade alla ferrovia, fino a oggi punto dolente.
Sono sette i primi interventi di riqualificazione (se ne potranno aggiungere altri) previsti dal contratto:
• il percorso di accesso al centro città (dalla stazione ai Sassi);
• il restauro paesaggistico del Parco delle cave;
• il Parco della storia dell’uomo (Civiltà Rupestre, Civiltà Contadina, Preistoria, Città dello Spazio);
• la riqualificazione di piazza della Visitazione.


Al momento della sottoscrizione del CIS sono state fatte grandi affermazioni da parte di:
GENTILONI: «Abbiamo la responsabilità di arrivare pronti all’appuntamento», spronando a proseguire nel «lavoro di squadra».

SINDACO: REALIZZIAMO UN SOGNO - «E' una giornata storica, per non dire epica. Sono qui a realizzare un sogno, in un segno di azione rivoluzionaria: siamo stati gli anarchici dell’immaginazione e gli apostoli della preveggenza», dichiara. Il contratto firmato oggi «dà dignità alla città che rappresento».

PITTELLA: SENTO LA RESPONSABILITA' – “come Regione ho recuperato la sfida titanica, per un regionalismo nuovo, di maggiore cooperazione e sintonia con il governo nazionale. Vogliamo vincere la scommessa per dimostrare la responsabilità matura di una classe dirigente che ce la vuole fare, ha fatto un gran passo in avanti e prova a recuperare fiducia e credibilità.

Lo abbiamo fatto con il Patto per il sud, uno degli esperimenti più riusciti per metodologia innovativa, e lo abbiamo fatto in occasione della definizione del cronoprogramma concordato con il Governo accelerando i tempi di realizzazione degli interventi a beneficio della città e dell’intera regione.

Vogliamo vincere questa scommessa, con lei e con il suo governo, affiancando operativamente persone di qualità come Nastasi e Arcuri, anche per consegnare alla nostra regione il significato più avanzato di una classe politica matura e che dimostra di volerlo e di saperlo fare.

Inversione di un paradigma di un sud non più assistito e di una regione, come la Basilicata, al servizio dell’intero paese nella convinzione che attraverso un’azione sinergica si possa lanciare e vincere la sfida del futuro».

Tabella riassuntiva progetti CIS
(finanziamenti, stato dell’arte, tempi di realizzazione)
Intervento Costo Fonte di finanziamento Stato dei lavori Tempi di realizzazione
Parco della storia dell’uomo – Città dello Spazio 1.500.000 art. 1 co. 345 L. 208/2015 documento tecnico propedeutico all’attivazione della procedura di evidenza pubblica per l’affidamento della progettazione definitiva ed esecutiva. I sem. 2019
Collaudo/funzionalità
Parco della storia dell’uomo – Civiltà contadina 7.000.000 art. 1 co. 345 L. 208/2015 documento tecnico propedeutico all’attivazione della procedura di evidenza pubblica per l’affidamento della progettazione definitiva ed esecutiva. I sem. 2018 - I lotto
I sem. 2020 – II lotto
Collaudo/funzionalità
Parco della storia dell’uomo – Preistoria 1.000.000 art. 1 co. 347 L. 208/2015 documento tecnico propedeutico all’attivazione della procedura di evidenza pubblica per l’affidamento della progettazione definitiva ed esecutiva. I sem. 2019
Collaudo/funzionalità
Parco della storia dell’uomo – Civiltà rupestre 3.500.000 art. 1 co. 347 L. 208/2015 documento tecnico propedeutico all’attivazione della procedura di evidenza pubblica per l’affidamento della progettazione definitiva ed esecutiva. I sem. 2019
Collaudo/funzionalità
Sistema delle Cave 2.000.000 PO FESR 2014-2020 Basilicata Progetto preliminare da aggiornare / scheda progetto I sem. 2019
Collaudo/funzionalità
Sistema viabilità aree delle cave 3.500.000 Delibera CIPE n.2/2017 – Bando Periferie 2016 (FSC) scheda progetto - Livello di progettazione necessaria per l’avvio delle procedure di affidamento per la realizzazione delle opere: progettazione esecutiva I sem. 2019
Collaudo/funzionalità
Piazza della visitazione 3.500.000 PO FESR 2014-2020 Basilicata scheda progetto I sem. 2019
Collaudo/funzionalità
Totale 22.000.000
Scheda n. 3

Patti per il Sud
- intesa Governo – Basilicata -
04 Maggio 2016

Viene firmato a Matera il Patto per la Basilicata, con investimenti per circa 4 miliardi.

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, e il governatore della Regione Basilicata Marcello Pittella firmano, nel teatro Duni di Matera, il Patto per la Basilicata, uno dei 16 patti per il Sud, che il Governo sta negoziando con Regioni e Città metropolitane.

I Patti, al centro del piano per il Mezzogiorno, serviranno a individuare risorse, priorità e tempi d’azione per ciascuna delle aree del paese.

Patto per la Basilicata

L'investimento complessivo ammonta a circa 4 miliardi di euro, di cui 2,2 miliardi di risorse già disponibili per il primo biennio.
L'accordo prevede l'attuazione degli interventi prioritari e l'individuazione delle aree di intervento strategiche per il territorio.

Cinque sono gli assi concordati tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Regione Basilicata:

• Infrastrutture (circa 1,83 miliardi di euro);

• Ambiente (953 milioni);

• Sviluppo economico e produttivo (424 milioni);

• Turismo e cultura (308 milioni);

• Welfare e legalità (278 milioni).

 

Per il primo triennio:

• Già accordati 1 miliardo e 633 milioni di euro di risorse ordinarie.
• A queste voci si vanno ad aggiungere 565 milioni di euro, quale primo acconto pari al 50% di un finanziamento complessivo di oltre 1 miliardo e 100 milioni di risorse del FSC 2014-2020.
• Inoltre, il Patto per la Basilicata verrà integrato con una quota significativa dal piano triennale per le infrastrutture gestito da Anas.

Nel presentare i dettagli del Patto, Pittella si è soffermato in particolare sul primo asse: fra le infrastrutture che beneficeranno dell'accordo figurano le direttrici viarie Matera-Ferrandina, Murgia-Pollino, Potenza-Melfi e l’intero percorso della Basentana, per la quale la Regione ha già investito 70 milioni di euro di risorse proprie.

Previsti inoltre investimenti per migliorare il trasporto ferroviario sia delle Ferrovie dello Stato che delle Ferrovie Appulo Lucane.

Per quanto riguarda invece le infrastrutture immateriali, gli investimenti si concentreranno sulla banda ultralarga, la scuola digitale e la cartella elettronica in sanità.

Per ciò che concerne il tema ambientale, Pittella ha annunciato che “il Patto consentirà di mettere a norma tutti i depuratori e incidere significativamente sul ciclo dei rifiuti”.

Il Patto prevede inoltre un finanziamento per Matera 2019, pari a 50 milioni di euro. Ulteriori dettagli, ha concluso Pittella, “saranno illustrati dopo le necessarie interlocuzioni con Palazzo Chigi, ma le opere partiranno nel più breve tempo possibile”.

Scheda n. 4

LEGGE DI STABILITA’ 2016

Il Governo impegna su Matera 2019 la somma di 28 milioni euro sul programma cultura per il quadriennio 2016-2019 di cui:
• 17 milioni di euro per le opere pubbliche;
• 11 milioni di euro per il dossier Matera 2019.

Le risorse per le opere pubbliche destinate al Comune di Matera sono state così ripartite:
• 7 milioni di euro per il Parco della Storia dell'uomo – civiltà contadina;
• 1 milione e mezzo di euro per il Parco della Storia dell'uomo - Città dello spazio;
• 8 milioni di euro per i ''Guerrieri di Matera'';
• 500mila euro per la risistemazione della Cava del Sole.

Gli 11 milioni di euro destinati alla Fondazione Matera-Basilicata 2019 per il dossier sono ripartiti:

• 3 milioni 600 mila euro per il piano della comunicazione;
• 7 milioni e 400 mila euro per il piano di assistenza tecnica.

Il Presidente della Fondazione Matera – Basilicata 2019, Aurelia Sole afferma che il decreto firmato dal ministro si muove in modo assai coerente con i contenuti del dossier di candidatura sia in relazione alla quantità che alla qualità dei finanziamenti'‘.

''Il budget della Fondazione Matera Basilicata 2019 non si ferma all'anno della Capitale ma arriva fino al 2022, per dare continuità ai numerosi stimoli che da tutta Europa e da tutta Italia arriveranno a Matera nel 2019 e da qui verranno poi fatti girare in tutte le nostre regioni''.

Legge di stabilità 2016 – commi riguardanti Matera 2019

Comma 345. Per la realizzazione del programma di interventi della città designata «Capitale europea della cultura» per l'anno 2019 e' autorizzata la spesa di 2 milioni di euro per l'anno 2016, 6 milioni di euro per l'anno 2017, 11 milioni di euro per l'anno 2018 e 9 milioni di euro per l'anno 2019. L'individuazione degli interventi di cui al precedente periodo e' effettuata con decreto del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, previa intesa con il sindaco di Matera.

Comma 346. Al fine di governare e di gestire il ruolo di «Capitale europea della cultura» riconosciuto per il 2019, al comune di Matera non si applicano, fino al 31 dicembre 2019, le norme di contenimento delle spese per l'acquisto di beni e di servizi nonché quelle limitative delle assunzioni di personale, con forme contrattuali flessibili, di cui all'articolo 9, comma 28, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, e successive modificazioni, nei limiti di quanto strettamente necessario allo svolgimento dell'evento. Le spese di cui al presente comma non concorrono alla definizione dell'ammontare della riduzione della spesa di personale ai sensi dell'articolo 1, comma 557, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e successive modificazioni. Per garantire l'obiettivo di cui al presente comma, in favore del comune di Matera e' autorizzata la spesa di 500.000 euro annui per gli anni dal 2016 al 2019.

Comma 347. Per consentire il completamento del restauro urbanistico ambientale dei rioni Sassi e del prospiciente altopiano murgico di Matera, in esecuzione degli articoli 5 e 13 della legge 11 novembre 1986, n. 771, e' autorizzata la spesa di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017, 2018 e 2019.

Tabella riassuntiva in milioni di euro
2016 2017 2018 2019 Totale
Comma 345 programma 2 6 11 9 28
Comma 346 personale 0,5 0,5 0,5 0,5 2
Comma 347 legge 771/86 5 5 5 5 20
Totale 7,5 11,5 16,5 14,5 50

 

 


Scheda n. 5
FERROVIA MATERA - FERRANDINA
Il dibattito della tratta ferroviaria Ferrandina – Matera è una vecchia storia.

Una storia che comincia nell’Ottocento all’indomani dell’Unità d’Italia, nel 1879 e attraversa tutti i periodi succedutisi fino ai nostri giorni.

Tutti i tentativi di dotare l’unico capoluogo di provincia italiana ancora non servito dal trasporto ferroviario nazionale sono clamorosamente falliti compreso l’ultimo riferito al periodo 1981-1996.

La tratta fu progettata e completata in tutte le opere infrastrutturali, comprese una nuova galleria e la stazione impiegando 350 miliardi di vecchie lire. Mancavano solo l’allestimento dei binari e altre opere complementari. Il fallimento di due consorzi di imprese determinarono la sospensione dei lavori e l’abbandono dell’opera al degrado.

Nel 2006, gli 80 milioni di Euro stanziati per il completamento della tratta e la sua entrata in funzione durante una campagna elettorale, dall’allora ministro Pecoraro Scanio furono sottratti a Matera per il completamento di altre opere – si disse – più urgenti.

La città di Matera, Capitale europea della cultura 2019, deve risolvere definitivamente i ritardi dei collegamenti viari e ferroviari per permetterle di allacciarsi sulle direttrici veloci adriatica e tirrenica.

Il completamento della tratta Ferrandina-Matera, se deve rappresentare un'opera strategica che toglie Matera dal gap infrastrutturale e dall'isolamento e che consente di recuperare un ruolo di forte attrazione per l’hinterland (rapido congiungimento con la Valle del Basento, area produttiva e industriale, qualificazione e potenziamento della logistica e i dei rapporti commerciali con la Puglia), deve prevedere il recupero del collegamento con l’asse ferroviario adriatico al ALTA INTENSITA’, il potenziamento del servizio ferroviario e la velocizzazione della linea Taranto-Potenza-Salerno, in vista dell’esigenza di collegare Matera “Capitale europea della cultura 2019” con il resto del Paese.

Il fabbisogno finanziario per il completamento della Ferrandina – Matera, pari a 220 milioni (45 già stanziati) di cui 180 mln per l’aggiornamento del vecchio progetto a nuove normative e adeguamento della sicurezza in galleria; 10 mln per l’elettrificazione della linea (non prevista nel precedente progetto); 30 mln per la realizzazione della bretella di collegamento a Ferrandina (direzione Potenza), deve essere certificato e le somme devono essere rese disponibili immediatamente e programmate secondo un crono programma certo affinché l’opera trovi una operatività concreta.

Pertanto è indispensabile:

• verificare la fattività progettuale del completamento della tratta ferroviaria e la relativa certificazione della copertura finanziaria;

• approntare il crono programma che fissi i tempi della realizzazione dell’opera nel rispetto degli stadi di avanzamento;

• inserire il tratto ferroviario all’interno di una programmazione del piano dei trasporti nazionale che qualifichi il sistema ferroviario di Basilicata ed in particolare la tratta Taranto – Salerno;

• prevedere il prolungamento del collegamento dell’asse ferroviario al versante adriatico.

 

 

 


Scheda n. 6
IL TERMINAL INTERMODALE FAL A SERRA RIFUSA

Il progetto del nuovo terminal intermodale per bus e auto delle Ferrovie Appulo Lucane, ubicato alla periferia nord di Matera, presso il quartiere di Serra Rifusa e raggiungibile dalla statale 99 in prossimità dell’ingresso nella città è già in fase esecutiva grazie ad un investimento di 6,2 milioni di cui 3,7 a valere sul Fondo di Sviluppo e Coesione nella disponibilità del Comune di Matera e la restante parte a carico di Fal e sarà completato nel mese di luglio 2018.

L’intervento si sviluppa su una superficie totale di circa 7 ettari e prevede la realizzazione di un Terminal Intermodale nel deposito ferroviario ed automobilistico FAL di Matera Serra Rifusa, ubicato alle porte della Città di Matera.

L’obiettivo è quello di alleggerire l’area centrale della città di Matera di una parte significativa dal traffico di auto e bus turistici, realizzando le condizioni tecnico-operative per promuovere la intermodalità gomma-ferro nei collegamenti da/per il centro di Matera.

Nello specifico si stanno realizzando:
• fermata ferroviaria;
• area di fermata dei bus;
• parcheggio coperto per auto a 2 piani dedicato all’interscambio modale (289 posti);
• sosta lunga per autobus turistici (30 posti);
• area destinata a servizi agli utenti;

Il terminal rappresenta un’opera strategica finalizzata a favorire la intermodalità dei trasporti auto/bus/treno snellendo il traffico cittadino in vista dell’appuntamento con il 2019.
Un’infrastruttura vitale per assicurare migliore accessibilità al flusso turistico, in fortissimo incremento, che in questi anni la sta interessando.

L’area individuata, tuttavia, è urbanisticamente “infelice”, incastrata com’è in un’area periferica urbana già densa di insediamenti residenziali e produttivi, ed oltretutto di faticosa accessibilità dalla viabilità statale che la sfiora (ma non la connette adeguatamente), sia in direzione Bari (ss.n.99) e Taranto (SS.n.7), che Ferrandina (raccordo SS.n.7).

Si tratta quindi, con ogni evidenza, di una soluzione “tampone” o d’emergenza che, se pur prevista dal PUM approvato nel 2013, sconta pesantemente la mancanza di una pianificazione strategica-strutturale di ampia visione, per Matera ed il territorio appulo-lucano di riferimento.

Il Documento Preliminare al Piano Strutturale Comunale/2013, già oggetto di esame in Conferenza di Pianificazione regionale individua in Venusio il nodo intermodale e polo di servizi, logistica ed attività (“magnete”) a scala interregionale appulo-lucana, in grado di attrezzarsi quale vera e propria “porta d’ingresso” (o di uscita) della città, rafforzata dalla presenza della stessa area commerciale, e di altri servizi di area vasta che ivi potrebbero aggregarsi.

Purtroppo, le vicende della politica locale e regionale degli ultimi anni, hanno escluso il ragionamento di pianificazione e strategia territoriale, portando Matera e la Basilicata, alla vigilia dell’appuntamento europeo di ECoC/2019, in una situazione di grande affanno amministrativo: per cui quella che doveva essere una nuova, fertile stagione di “modernizzazione” della città e del territorio, si è trasformata nella più classica delle “emergenze”, cui ormai i cittadini sono purtroppo abituati.


Scheda n. 7
FAL – raddoppio binario Matera - Bari
Mentre la Regione Puglia continua ad intervenire per rendere efficiente i servizi e la riduzione dei tempi di percorrenza Matera – Bari, la Regione Basilicata, ancora, non ha programmato l’intervento del raddoppio dei binari dei pochi chilometri sulla Matera – Altamura.
La Sezione Infrastrutture e mobilità della Regione Puglia ha dato via libera al progetto definitivo “Raddoppio ferroviario stazioni di Palo del Colle e Modugno e relativa dichiarazione di pubblica utilità”.
L’intervento della Regione Puglia rinviene dal programma CIPE (comitato interministeriale programmazione Economica) del 2011 relativo al finanziamento per le aree sottoutilizzate ( vale a dire il sud Italia) anni 2007-2013.
L’accordo in merito agli investimenti ferroviari sui tracciati pugliesi e lucani fu sottoscritto il giorno 27 maggio 2013 tra Ministro dello sviluppo economico,Ministro dei trasporti e Regione Puglia.
Cinque lotti funzionali,importo complessivo euro 46.000.000,00 per rafforzare le funzioni di “metropolitana’’ leggera e guarda in prospettiva a quanto ipotizzato per tutta la tratta fino ad Altamura e poi a Matera.
Scheda n. 8
Legge di Bilancio 2018: Matera 2019, ulteriori risorse per accelerare azione e investimenti
Altri 30 milioni di euro (di cui 20 milioni a valere sul 2018 e 10 milioni di euro per il 2019) per il decoro urbano e oltre 13 milioni di euro per rigenerare le periferie (Piccianello, ingresso Matera nord e area sportiva La Martella) per accelerare vorticosamente l’azione degli investimenti e la realizzazione delle opere sull’intera città, comprese le periferie.

Scheda n. 9
La casa dello studente il Polo universitario materano

Se la struttura del Campus sembra procedere, tuttavia, quella dello studentato, nella parte alta dell’ex ospedale civile, risulta all’anno zero, o quasi.
Il progetto per lo studentato si è ormai arenato negli uffici tecnici della regione Basilicata. Due volte progettato, due volte finanziato eppure dello studentato c’è solo lo scheletro della demolizione del palazzo che ospitò i reparti dell’ospedale civile.
Nemmeno la grande occasione fornita da Matera 2019 capitale europea della cultura è riuscita a dare una svolta a questa vicenda.
Il governatore Marcello Pittella, ricordandosi della legge per il diritto allo studio, dovrebbe intervenire e adoperarsi affinché il campus possa davvero essere realizzato nella sua completezza.
Lo studentato, è bene ricordarlo, avrebbe dovuto far parte del sistema culturale a sostegno della capitale della cultura, così come il Conservatorio, la Biblioteca provinciale, l’Archivio di Stato, il museo demo antropologico, il teatro e in genere tutta la rete dei presidi della conoscenza.
Un sistema che avrebbe dovuto caratterizzare l’impalcatura prevista dal dossier della capitale.
Il campus completo avrebbe potuto rappresentare un elemento fondamentale nel contesto di rapporti internazionali indicati da Matera 2019, consentendo scambi tra università e facoltà.
Del resto, si parla tanto anche di Matera come baricentro del Mediterraneo e in quest’ottica una università attrezzata, con spazi e strutture, avrebbe dovuto essere il fiore all’occhiello dell’offerta cittadina.
Un polo universitario materano adeguato, come previsto dal progetto regionale complessivo, avrebbe potuto contribuire ad elevare il numero degli iscritti, tenendo presente un potenziale bacino d’utenza rappresentato dal comprensorio apulo-lucano, dal territorio tarantino, del nord cosentino e anche di una parte del Potentino.
Quella del polo universitario è una vicenda che ha tutte le caratteristiche della storia infinita. La data indicata sul vecchio cartello del cantiere per la conclusione dei lavori è il 6 febbraio 2015. Gli interventi sono iniziati il 7 maggio del 2010.
In questi anni ci sono stati mille intoppi, sono cambiati progetti e norme, si sono registrati ribassi e varianti, si è assistito al balletto delle imprese che si sono alternate per appalti e subappalti.

Scheda n. 10
Museo Demoetnoantropologico (DEA)

Rileggendo il DOSSIER presentato per la candidatura di capitale europea della cultura 2019, a pag. 27 si specifica che “…..uno dei punti di forza della nostra candidatura è la realizzazione del grande Museo Demoetnoantropologico DEA, che verrà inaugurato nel 2019……” ed a pag. 56 si evidenziano le importanti e profonde motivazione: “……..Recuperando la memoria dell’abbandono dei Sassi, per ricucire la profonda frattura aperta nell’immediato dopoguerra e non ancora completamente risolta, richiamando gli studi dei maestri dell’antropologia e dell’etnologia italiani e non solo, intendiamo dar forma al progetto di ricerca indirizzato alla realizzazione del grande materiale e immateriale …………, sarà un museo di testimonianze e di documenti ma soprattutto un luogo dedicato agli attraversamenti di spazio e di tempo….”

Il DOSSIER riprendeva quanto previsto dal Secondo Programma Biennale (1994) che, tra i vari interventi, introduceva la realizzazione di un Museo Demoetnoantropologico nell’ambito del Rione Malve e Casalnuovo comprendente un’area di circa due ettari.

L’area è ubicata nella parte estrema del Sasso Caveoso e consiste negli ultimi “terrazzamenti” a ridosso della Gravina situati nella parte finale.

Le caratteristiche morfologiche costituiscono l’esempio di abitazioni ipogee con meno presenza di parti costruite, ed è per questo l’area più “primitiva” di tutti i Sassi, dove si sono conservati i primi esempi di architetture ipogee.

I punti di riferimento principali sono costituiti da architetture religiose, ipogee e non: a nord la chiesa San Pietro Caveoso, chiesa non ipogea antistante la Piazza di San Pietro Caveoso, che segna l’accesso al rione Casalnuovo da Vico Solitario; a sud il Convinicio di Sant’Antonio, splendido esempio di architettura ipogea, nel tempo trasformatasi parzialmente in residenza e poi recuperata con il restauro; vicino alla Piazza di San Pietro Caveoso è situato uno sperone chiamato Rupe dell’Idris, nel cui interno sono state scavate due chiese rupestri successivamente collegate da un “budello”, Santa Maria dell’Idris e San Giovanni in Monterrone; la chiesa rupestre di Santa Lucia alle Malve, splendido esempio di ipogeo formato da tre navate e con affreschi risalenti al XI secolo, che si trova nel cuore della zona di progetto.

Nel fervore di programmazione culturale che ha caratterizzato la fase di avvicinamento al 2019, il “DEA”, incredibilmente, è stato sostituito da un”I-DEA” che è indubbiamente “altra cosa”.
Come paradossalmente accade spesso, veniva messo da parte Il lungo e ricco iter ideativo e progettuale che l’iniziale idea di Rocco Mazzarone aveva registrato nell’arco di alcuni decenni, fino alla sua ultima definizione culturale (“Documento d’Indirizzo” di un Comitato Scientifico di altissimo livello), e progettuale-gestionale, data dallo Studio di Fattibilità finanziato dalla Fondazione Carical nel 2010.

Il Museo Museo Demoetnoantropologico rischia di diventare una “occasione persa” per la realizzazione di una “infrastruttura culturale” di strategica importanza per Matera per interpretare il ruolo di città internazionale della cultura anche “dopo” il 2019.