Legge regionale del diritto allo studio
Un importante passo in avanti ma si coinvolgano anche le parti sociali

L'assenza di confronto e il susseguirsi di atti e leggi adottati in piena solitudine connota sempre più il modus operandi di questa consiliatura regionale.
L’aver licenziato il disegno di legge sul diritto allo studio al di fuori di un confronto con le parti sociali - cgil cisl e uil di Basilicata che rappresentano oltre 150 mila iscritti - con le istituzioni scolastiche e l'università di Basilicata e in assenza di un qualsiasi coinvolgimento delle associazioni degli studenti, è il segno di come questa classe dirigente intenda e interpreti l'esercizio delle proprie funzioni.
Ormai siamo in presenza di una sistematica occupazione delle funzioni istituzionali relegate alla sola logica del proprio consenso, a danno dell'interesse generale e di quel confronto democratico essenziale e necessario per la rappresentanza dei vari interessi , confronto in assenza del quale si è dentro un' oligarchia protesa solo a conservare il proprio potere facendo scivolare la Basilicata in un avvitamento autoreferenziale privo di prospettiva e di una visione poliedrica.
Se l'approdo di questo disegno di legge in Consiglio colma finalmente un vuoto - la legge vigente risale al lontano 1979 - è pur vero che ci si sarebbe aspettati un previo coinvolgimento di tutti i soggetti interessati su una materia così trasversale e che investe un diritto di cittadinanza fondamentale nella vita e lo sviluppo di una comunità.
E' indubbio che le disuguaglianze educative e formative sono una componente importante delle disuguaglianze economiche e sociali. Intervenire sulle politiche dell'istruzione per garantirne l'accesso e la frequenza è quindi uno strumento fondamentale per affrontare i nuovi rischi sociali del welfare.
Affinchè questa legge regionale possa dar vita a un diritto allo studio realmente universale e produrre un avanzamento sostanziale nelle condizioni di studio, lavoro e vita di tutti i soggetti e non si traduca in una mera dichiarazione d'intenti, è necessario che vada ben coordinata con la legge regionale 30/2015, di cui deve rappresentare un avanzamento e con la stessa legge istitutiva della LAB, cui vengono demandati compiti in materia di realizzazione delle misure-tipo a sostegno del diritto all'apprendimento che paiono esorbitanti rispetto alle funzioni istituzionalmente attribuite.
Come pure la norma va coordinata con il sistema di governance regionale, senza dimenticare il ruolo e le funzioni degli stessi ambiti socio territoriali che possono essere a vario titolo coinvolti nell'attuazione delle misure rivolte al diritto allo studio, oltre agli enti locali espressamente richiamati.
Auspichiamo pertanto che nell’avanzamento dell’iter legislativo si proceda celermente tenendo come punto fermo il confronto con tutti i soggetti istituzionali coinvolti determinando, anche con investimenti economici strutturali, una effettiva inversione di rotta nelle politiche educative di questa regione.

Segreteria regionale Cgil
Flc Cgil Basilicata

Potenza, 4/11/2017