CGIL CISL UIL SI MOBILITANO PER CAMBIARE LE PENSIONI
I sindacati confederali lucani mettono a punto la macchina organizzativa in vista della mobilitazione nazionale del 14 ottobre. In programma presidi davanti alla prefetture di Potenza e Matera per sollecitare l’avvio della fase due della riforma previdenziale. Intanto Cgil Cisl Uil di Basilicata lavorano al piano unitario per il rilancio del confronto con la giunta regionale su sviluppo e lavoro

Potenza, 6 ottobre 2017 – Cgil Cisl Uil lanciano la fase due del confronto con il governo nazionale sui temi previdenziali e avviano una campagna di sensibilizzazione e informazione in tutta Italia sulla piattaforma unitaria. I dettagli della mobilitazione sono stati illustrati stamane in conferenza stampa, a Potenza, dai segretari generali Angelo Summa, Enrico Gambardella e Carmine Vaccaro. Per ottobre i sindacati hanno annunciato un fitto programma di iniziative che culminerà con due manifestazioni davanti alle prefetture di Potenza e Matera in occasione della manifestazione nazionale del 14 ottobre. Già in corso da alcuni giorni assemblee e volantinaggi nei luoghi di lavoro e nei territori per garantire il massimo coinvolgimento e una capillare informazione su un tema delicato e sentito come quello delle pensioni. L’obiettivo della mobilitazione lanciata da Cgil Cisl Uil in tutto il paese nella cosiddetta “fase due” è consolidare il percorso avviato con la firma, un anno fa, del protocollo sulle pensioni tra governo e sindacati, accordo che ha introdotto importanti elementi di flessibilità nel sistema pensionistico come la pensione anticipata per i lavoratori precoci e la cosiddetta ape sociale, il cumulo contributivo gratuito e la semplificazione della normativa per i lavoratori usuranti, nonché l’estensione della quattordicesima e della no-tax area ai pensionati.

Ora Cgil Cisl Uil spingono per il blocco del capitolo più controverso del sistema previdenziale, ovvero l’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita, previsto dal 1° gennaio 2019, rivendicando la revisione dell’attuale meccanismo. Un capitolo della piattaforma è dedicato al futuro previdenziale dei giovani, per i quali Cgil Cisl Uil propongono la pensione contributiva di garanzia, e alle donne con il riconoscimento di un anno di anticipo per ogni figlio, fino a un massimo di tre, e il riconoscimento di un bonus contributivo per i lavori di cura. Per i sindacati confederali è inoltre fondamentale incentivare le adesioni alla previdenza complementare estendendo al settore pubblico le agevolazioni fiscali già previste per il settore privato. Cgil Cisl Uil chiedono, infine, il ripristino della piena indicizzazione delle pensioni, la separazione contabile della spesa previdenziale da quella assistenziale al fine di dimostrare che la spesa per pensioni, in Italia, è sotto la media europea, e la riforma della governance di Inps e Inail per realizzare un sistema efficiente, trasparente e partecipato.

Nel corso della conferenza stampa Summa, Gambardella e Vaccaro hanno anticipato anche alcuni dei contenuti che saranno al centro del piano unitario per il rilancio del confronto con la giunta regionale sui temi dello sviluppo e del lavoro. Il documento, che riprende e sviluppa alcuni dei temi già affrontati nel Manifesto per il lavoro – Basilicata 2020, è articolato in sette capitoli: industria 4.0, petrolio e automotive, forestazione, infrastrutture, Matera 2019, legalità e appalti, welfare, precariato. La prima bozza del documento è stata sottoposta alle federazioni di categoria e nelle prossime settimane si dovrebbe arrivare alla definizione della proposta definitiva da inviare alla giunta regionale. Per Cgil Cisl Uil “il mondo sindacale non può che affrontare con analisi e proposte le questioni ritenute essenziali allo sviluppo della nostra regione; questioni da porre alla base di un confronto istituzioni–sindacati, che si traduca in scelte che incidono sulla ripresa dell’economia, del reddito e del lavoro in Basilicata. Occorre una energica manovra di politica economica regionale, coerente, proiettata in avanti e governata socialmente. Per aprire una fase nuova nel tempo della grande trasformazione e delle sfide globali che investono il Paese e il Mezzogiorno”.

Per un rilancio della proposta politica: un piano unitario (sintesi)

Per una Basilicata dell’innovazione con Industria 4.0

“Industria 4.0 – scrivono i sindacati nel documento – rappresenta, per molti aspetti, una opportunità e un rischio, in quanto implica la riduzione di figure professionali tradizionali e contestualmente la richiesta di nuovi profili e nuovi lavori. Di Industria 4.0 dovranno essere minimizzati i rischi affinché diventi una occasione per il Mezzogiorno e per il Paese, per ritornare a crescere in modo duraturo e consistente. Per questo occorre puntare su politiche industriali e del mercato del lavoro, su strategie e prospettive di valorizzazione delle competenze e di attivazione circolare della scuola, dell’università e del mondo della ricerca. La strategia Industria 4.0 va accompagnata da scelte di politica economica che favoriscano un riequilibrio tra i territori. Da questo punto di vista bisogna fare di più, puntando su contratti d’area, sulle Zes, sui patti per lo sviluppo, politiche per le aree deboli per portare al Sud gli investimenti privati e per allocare realtà innovative”.

Automotive e petrolio: due mondi che devono diventare sistema

Cgil Cisl Uil propongono “una strategia di connessione che colleghi funzionalmente le potenzialità del settore petrolifero della Val d’Agri con il comparto della produzione di autoveicoli e dei sistemi di mobilità” in quanto esiste “un nesso tra lo sviluppo tecnologico dell’auto, le tematiche dell’attività estrattiva, la riduzione della dipendenza dalla fonte fossile e la sperimentazione di alternative energetiche”. In quest’ottica per Cgil Cisl Uil “Fca Melfi rimane una grande opportunità e un punto fermo degli assetti produttivi regionali, è anzi una sorta di vettore strategico dell’economia regionale”, ma occorre accelerare su ricerca, innovazione e nuovi modelli assicurando al contempo “condizioni di lavoro dignitose e solide prospettive occupazionali”.

Per i sindacati “va definita una politica industriale regionale, nello specifico per l’automotive, che si traduca nell’allestimento di un ‘distretto dell’auto’. Un modello cooperativo e compartecipato da seguire – continuano – è quello sperimentato dalla Regione Abruzzo con un tavolo infrastrutture, tecnologie e automotive, una società consortile che riunisce imprese, Università e un istituto tecnologico nel sistema della meccanica e un polo tecnico professionale sulla meccanica”.

“Il rilancio di politiche locali intorno al ‘distretto auto’ - si legge nel documento – è una straordinaria occasione per sollecitare Eni a riprendere il progetto di chimica verde e i progetti innovativi che possono derivare dalla sua multiforme costellazione aziendale. In questo scenario è di fondamentale importanza il ruolo che la Regione Basilicata potrebbe avere circa la sperimentazione di progetti pilota di elettrificazione, di concerto con il Mise e con Enel, sia per creare nuova occupazione, sia ai fini di una maggiore diffusione dei veicoli elettrici, sia per il trasporto privato, sia per quello integrato o pubblico”.

Occhi puntati anche sulle questioni ambientali legate alle estrazioni petrolifere. Per Cgil Cisl Uil “in Basilicata è possibile sperimentare strategie produttive alternative per prepararsi al superamento della fase delle fonti fossili, prima che il flusso degli investimenti necessari diventi esorbitante rispetto all’obsolescenza degli odierni impianti; senza naturalmente trascurare una battaglia per il miglioramento dell’attuale complesso energetico produttivo-ambientale. Il ripetersi di fratture di credibilità ha sedimentato una turbativa sociale e di comunità che va affrontata con una offensiva di sicurezza e di trasparenza nei processi di lavorazione e di controllo, qualificando i rapporti tra istituzioni e compagnie petrolifere, per porre rimedio agli strappi prodotti in termini di diritti, qualità ambientale e fiducia dei cittadini”.

Il segmento del patrimonio forestale: una valorizzazione possibile

“Una nuova idea di crescita e sviluppo, su base ambientale, parte da un riordino della gestione forestale attraverso una vera azione di valorizzazione del bene-foresta”, scrivono i sindacati sottolineando la necessità di rivedere la governance del settore. Cgil Cisl Uil propongono in particolare un modello gestionale in cui “la Regione esercita i compiti di programmazione, di indirizzo e di gestione attraverso le Unioni dei Comuni, avvalendosi di una struttura funzionale speciale che predispone i documenti strategici di programmazione. Tale struttura, costituita sostanzialmente con dirigenti e operatori già in servizio, dovrà assumere una forma organizzativa operativa e snella cioè quella di una struttura compartimentale regionale”.

Le vie d’accesso alla Basilicata, le vie dello sviluppo

Secondo Cgil Cisl Uil “se è vero che la Basilicata è un territorio di snodo tra le regioni del Mezzogiorno, va allora sviluppata la sua naturale vocazione alla trasversalità, condizione per troppo tempo rimasta solo una bella espressione letterale, dotandola di un moderno sistema di mobilità regionale e interregionale con l’obiettivo strategico di una sua piena integrazione dentro il contesto geoeconomico meridionale. La sfida è contenere le spinte centrifughe e la conseguente deriva dei territori verso le regioni limitrofe, processo che rischia di determinare uno spacchettamento di fatto della regione, attraverso il rafforzamento delle connessioni e dei flussi interni sia materiali (reti di trasporto) che digitali (banda larga)”.

Matera 2019

“A quasi tre anni dalla designazione di Matera a capitale europea della cultura 2019 – spiegano i sindacati – sono di lapalissiana evidenza i ritardi accumulati nei processi di governance, di avanzamento della spesa e di rafforzamento amministrativo e la totale carenza di un coordinamento tra i livelli istituzionali comunali, regionali e nazionali”. Cgil Cisl Uil lanciano la proposta di “un contratto d’area interregionale che abbracci il Comune di Matera, il suo immediato hinterland, l’area del Metapontino, insieme alle Murge pugliesi, fino a Taranto e al versante salentino, con la funzione di collegare Matera al suo territorio, anche nell’ambito di una Zes interregionale, potenziando quei fattori fondamentali per lo sviluppo di Matera e restituendo al territorio più ampio opportunità di sviluppo promananti dalla città e dall’evento del 2019. Cgil Cisl Uil indicano la definizione di un protocollo di legalità quale “strumento necessario per migliorare la qualità delle opere e dei servizi pubblici erogati, garantire l’occupazione, i diritti e le tutele delle lavoratrici e dei lavoratori”.

Legalità e appalti

Per Cgil Cisl Uil “la materia degli appalti non tocca la legalità solo intesa quale stretta aderenza delle procedure alle norme, ma rappresenta il luogo emblematico in cui rafforzare la legalità significa dare valore e sostegno al lavoro. In Basilicata assistiamo ad un progressivo impoverimento del lavoro, in particolare di quello più povero e precario, che orbita proprio intorno al mondo degli appalti. Un susseguirsi di gare per nuovi affidamenti o cambi d’appalto che non garantiscono i diritti acquisiti dai lavoratori, sia in termini di orario di lavoro che di retribuzione. Gare al massimo ribasso sulle quali non viene effettuato alcun confronto preventivo con le organizzazioni sindacali, né dall’ente committente, né dalla stazione unica appaltante. Stortura che va necessariamente corretta per rendere efficace il lavoro della Sua, la cui costituzione è stata un grande punto di avanzamento per la nostra regione. Come pure riteniamo necessario intervenire sulla L.R. n. 24/2010 che deve diventare norma cogente affinché la previsione della cosiddetta clausola sociale non rimanga una mera enunciazione”.

Ripartire dalla riforma del sistema sanitario regionale per costruire un sistema di welfare a misura della persona

“La riforma e la tenuta del sistema sanitario regionale – spiegano Cgil Cisl Uil – è una questione che attiene all’idea di coesione sociale, aggiornata alla stregua dei cambiamenti in atto e di una puntuale analisi dei bisogni, delle criticità odierne e di quelle storiche. Riformare il servizio sanitario regionale richiede una inversione metodologica: occorre rilanciare i distretti socio-sanitari territoriali come punto di partenza della raccolta dei fabbisogni e della programmazione socio-sanitaria e socio-assistenziale integrata, in linea con lo spirito della stessa legislazione regionale in merito che mira alla integrazione delle filiere socio-sanitarie e alla presa in carico integrale dell’utente, tesa a rispondere a 360 gradi alle sue esigenze. Nel territorio va rafforzata la presa in carico e la continuità assistenziale a partire dalla riqualificazione della rete ospedaliera, la creazione di strutture intermedie appunto come le case della salute, potenziando servizi ad alta integrazione (salute mentale, dipendenza, anziani, handicap, consultori). Tutto ciò rende fondamentale il principio dell’assistenza fondata sulla centralità della persona in una logica in cui si muovono i servizi e non le persone”.

Verso una strategia regionale per il superamento del precariato

Un capitolo del documento è dedicato al tema del precariato nella pubblica amministrazione, criticità storica che va superata con un apposito piano regionale concertato con i sindacati. Per Cgil Cisl Uil “il piano di rafforzamento amministrativo regionale, finanziato con risorse comunitarie, deve rientrare tra i temi di confronto del tavolo tecnico regionale con le forze sociali e deve essere mirato alla reale valorizzazione delle competenze già maturate al servizio degli enti lucani e finalizzato al miglioramento dell’efficienza e alla modernizzazione e razionalizzazione delle procedure. Attraverso uno specifico accordo tra tutti gli enti locali regionali, in analogia a quanto già avviene per le graduatorie dei concorsi pubblici, deve essere adottata la possibilità trasversale per tutti gli enti di attingere dalle graduatorie di precari che avranno superato le previste selezioni pubbliche creando graduatorie aperte per profili, dalle quali attingere nel triennio 2018-2020 e oltre”. Per i sindacati va inoltre “attivato un programma straordinario di assunzioni per i lavoratori più deboli, Lsu e lavoratori diversamente abili, già utilizzati negli anni con i progetti di work experience, con il coinvolgimento di tutto il pubblico e del privato nel definire percorsi per un inserimento lavorativo stabile, trovando soluzioni adeguate in base alle competenze, alla esperienza maturata, alla formazione possibile e alle fasce d’età”.