Secondo giornata quinta festa Cgil Basilicata

In piazza Mario Pagano a Potenza i temi della legalità e dell’industria 4.0

Massafra, Cgil nazionale: “Approvare subito il codice antimafia da due anni fermo in Parlamento”
Summa: “Industria 4.0 in Basilicata significa investire in istruzione, formazione, ricerca, FCA e transazione energetica”

Dopo l’apertura a Matera, si è trasferita a Potenza in piazza Mario Pagano la quinta festa della Cgil Basilicata. Ad aprire la due giorni potentina, oggi, il dibattito coordinato dal giornalista Fabrizio Feo “Legalità, democrazia ed economia del crimine, il nord e il sud allo specchio” alla presenza del procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, il procuratore distrettuale antimafia Luigi Gay, il vice ministro dell’Interno Filippo Bubbico, il prorettore dell’Università di Padova Antonio Parbonetti e il segretario nazionale Cgil Giuseppe Massafra.

L’ultima relazione di Roberti descrive un quadro di continua ascesa delle organizzazioni criminali nelle nostre economie e nelle istituzioni. Come ha sottolineato la Banca mondiale, la corruzione è uno dei fenomeni che maggiormente ostacola lo sviluppo di un Paese, riducendo il tasso di crescita di 0,5 – 1,0 punti percentuali per anno. In Italia, secondo un calcolo approssimativo della Corte dei Conti, costa circa 60 miliardi di euro l’anno. La Basilicata non è esente da tutto ciò tanto che Roberti parla di un territorio interessato da “un’intrusione di tipo predatorio”. In una pubblicazione Della Banca d'Italia del 2012,è stato confrontato lo sviluppo economico di Puglia e Basilicata nei decenni precedenti e successivi al diffondersi del contagio mafioso, avvenuto verso la fine degli anni ’70, con quello di un gruppo (di controllo) di regioni del Centro Nord che avevano simili condizioni socio-economiche iniziali. I risultati empirici mostrano che, in concomitanza con il contagio, la Puglia e la Basilicata sono passate da una crescita del prodotto pro capite che era più rapida di quella del gruppo di regioni inizialmente simili a una più lenta: nell’arco di trenta anni, all’insorgere della criminalità organizzata sarebbe attribuibile una perdita di PIL di 20 punti percentuali, essenzialmente per minori investimenti privati.

Parlare di legalità, dunque, significa parlare di sviluppo e di democrazia e richiede trasparenza, conoscenza dei meccanismi di funzionamento e controllo. Afferma Giuseppe Massafra: “La legalità è il presupposto fondamentale per costruire il futuro di un Paese. Il contrasto alle mafie deve tener conto di due aspetti fondamentali: gli interessi economici non riguardano solo il sud, come documentano le diverse inchieste giudiziarie e la crisi crea condizioni più favorevoli alle infiltrazioni malavitose. Ecco perché come sindacato sosteniamo la necessità di affermare i diritti universali per tutti, in quanto migliorare le condizioni di vita di chi sta peggio sottrae a quella sudditanza su cui le mafie si costituiscono. Dal punto di vista pratico ciò si traduce nella diffusione dei protocolli di legalità con gli enti locali, spingendo le istituzioni a un maggiore coinvolgimento nei piani anticorruzione e nell’approvazione del codice antimafia, da due anni fermo in Parlamento e che noi chiediamo con forza in quanto consentirebbe di meglio organizzare la procedura di confisca dei beni immobili e di rafforzare la presenza dello Stato il cui controllo sociale in alcuni contesti è esercitato dalla mafia”.

Dalla legalità al tema dell’innovazione, altro fattore indispensabile secondo l’organizzazione sindacale pe restituire valore e peso politico al lavoro. Se n’è discusso all’incontro “L’uomo e le nuove tecnologie, la sfida per il governo per lo sviluppo sostenibile” al quale hanno partecipato Guglielmo Epifani, presidente della Commissione attività produttive della Camera, Luciano Marcocci, responsabile innovazione di Leonardo Company, Patrizio Bianchi, assessore allo Sviluppo, formazione e ricerca dell’Emilia Romagna, il segretario generale Cgil Basilicata Angelo Summa, Vincenzo Colla, segretario confederale Cgil e Marcello Pittella, presidente della Regione Basilicata.

Su Industria 4.0 e nuovi modelli industriali, Summa dice: “È fondamentale implementare da subito, in una prospettiva ampia e trasversale, il mondo delle competenze, della scuola, dell’università e della ricerca. Non ci possiamo illudere di partecipare attivamente al pari di altri Paesi alla quarta rivoluzione industriale con i dati attuali sui laureati e sulle risorse che vengono stanziate per la ricerca e l’istruzione in Italia. Senza dubbio occorre aprire una riflessione sul ruolo di strutture deputate alla ricerca e allo sviluppo e orientate a fornire un supporto di definizione strategica nei processi e nei prodotti, come ad esempio il campus Fca di Melfi, ma pure il ruolo della nostra università e dei centri di ricerca. Per questo riteniamo abbia senso pensare a una strategia di connessione che punti a legare funzionalmente da un lato le potenzialità del settore energetico della Val d’Agri e dall’altro il comparto della produzione di autoveicoli. Voglio ricordare che a gennaio di quest’anno il governo ha dato il via libera alla direttiva europea 2014/94 cosiddetta direttiva Dafi, dove si definisce il quadro strategico nazionale per le infrastrutture e fornitura per lo sviluppo del mercato dei carburanti alternativi. Per noi può essere una opportunità. Contestualmente bisogna imprimere una direzione anche al campus di ricerca della Fca.

In una regione come la nostra – continua Summa - che in questi anni si è cimentata con lo spinoso problema della coesistenza di modelli per certi versi alternativi, se non proprio inconciliabili come lo sfruttamento delle risorse energetiche e la salvaguardia/investimento sul e del suo territorio, ha senso migliorare il rapporto uomo/natura/innovazione, immaginando una via d’uscita graduale e consapevole dalla dipendenza dalle fonti fossili Questi sono gli assi e su questi pensiamo si possa inquadrare una strategia ampia e rivolta al futuro: istruzione, formazione, competenze, Fca, settore energetico, modernizzazione urbana e integrazione del territorio regionale con la rete dei servizi. Questi sono i nodi principali da aggredire se si vuol fare di Industria 4.0 non una mera partita di giro, non la semplice destinazione di risorse su macchinari e tecnologia, ma un vero e proprio campo di prova per tutti.

Il concetto di innovazione – conclude - non va poi circoscritto a un ambito prettamente tecnologico. Innovazione è anche quella “sociale”, di tipo organizzativo, di mercato. Infrastruttura è anche quella sociale. Il programma operativo relativo al Fesr per il 2014-2020 ha assegnato alla Basilicata 826 milioni di euro, di cui 413 provenienti dal fondo Fesr dell’Unione europea e altri 413 da fondi nazionali (35%) e un 15% da fondi regionali. In questo grande contenitore vanno orientati gli investimenti, bisogna compiere delle scelte, provando a collegare il sistema della ricerca al sistema produttivo e sociale del territorio, perché l’innovazione tecnologica divenga realmente innovazione sociale”.

Aggiunge Vincenzo Colla: “è in atto una rivoluzione e come la governiamo ha un impatto sociale. Se non investiamo in innovazione perdiamo posti di lavoro. La Cgil si sta attrezzando con corsi di formazione e strumenti come “Idea diffusa” che coinvolge docenti, professionisti e ricercatori per l’analisi dei nuovi sistemi produttivi che bisogna conoscere per contrattare l’impatto sul lavoro. Il problema è che si tratta di una gestione mondiale che polarizza il mercato attorno a quattro grandi piattaforme come Google, Facebook, Amazon e Apple che fanno il Pil nel nostro Paese con 1 milione di lavoratori contro i 10 milioni in Italia. Ciò nonostante, l’applicabilità in ogni luogo può essere una grande occasione per la rinascita del lavoro specialmente nel sud dove il tasso di disoccupazione nei giovani è alto. Bisogna, però, sviluppare competenze”.

Sul palco, a partire dalle 21, il cantautore napoletano Maldestro e la Med Free Orkestra.

DOMANI DOMENICA 10 SETTEMBRE
Alle 17.30 in piazza Mario Pagano a Potenza presentazione del volume sulla violenza sulle donne“4 petali rossi: frammenti di vite spezzate” pubblicato da Arpeggio Libero nella collana Allo specchio. Interverranno Anna Russelli, della segreteria regionale Cgil, una delle autrici Loriana Lucciarini e la segretaria generale Fiom Cgil Francesca Re David. Alle 19, confronto su “Lavoro, giovani e mezzogiorno” tra la segretaria generale Cgil Susanna Camusso e l’arcivescovo di Taranto Filippo Santoro. A chiudere la festa, alle 21.30, Fabrizio Moro in concerto.

Sarà possibile visitare gli stand delle associazioni anche domani mattina dalle 11.30 alle 13.30 partecipando alle diverse attività proposte. In piazza sono presenti circa 30 associazioni provenienti da tutta la regione con attività e laboratori per i più piccoli a cura di Libreria senza nome, Redahouselab, Comicshool, Yin-sime, la raccolta dei centesimi di Io pontentino Onlus – Magazzini Sociali per l’acquisto della farina per gli utenti in difficoltà serviti dall’associazione e la possibilità di ritirare il proprio kit domestico all’apposito stand dell’Acta.