Ill.mo Sig. Presidente,

intendiamo segnalare alla Sua attenzione la fortissima adesione emotiva e la viva preoccupazione con le quali guardiamo, come forze sociali costantemente impegnate nella rappresentanza di lavoratori e territori ma con sguardo all’interesse generale del paese, alla complessa situazione che si è venuta a creare nel Centro Oli della Val d’Agri e nello spirito pubblico dell’intera popolazione della Basilicata.

Nel sito estrattivo che garantisce uno straordinario apporto al fabbisogno energetico del paese ed al valore delle importazioni di petrolio e gas, la stessa Eni ha fatto sapere in queste ore che si calcola una contaminazione

nell’ambiente circostante di 400 tonnellate di greggio, a causa delle perdite dai serbatoi che, dai controlli, risultano danneggiati.

Riteniamo, questa recente, soltanto la coda di una vicenda di lunga portata, che nel corso degli ultimi 5 anni ha assunto i caratteri della drammaticità e di un disagio sociale molto vasto, che tocca la serenità pubblica dei cittadini dell’intera regione e che giunge alle cronache con i risvolti noti.

A quasi venti anni dalla firma dei protocolli tra la Regione Basilicata, lo Stato e le compagnie petrolifere, riteniamo occorra un punto di verifica di tenore e livello adeguati agli sforzi che il territorio e la popolazione lucana stanno sostenendo. In quella circostanza, e con una impostazione tanto inedita e non priva di rischi quanto condivisa ed autorevole, la comunità lucana e le istituzioni a tutti i livelli hanno ingaggiato un dialogo proficuo, nell’ottica di una programmazione di lunga visuale, nella comprensione delle dinamiche di sviluppo del territorio lucano e della Val d’Agri, consapevoli che i livelli di compromissione di suolo e ambiente sarebbero stati oggetto di una verifica permanente e partecipata. Verifica che purtroppo non c'è stata negli anni a seguire.

Ad oggi ciò che si registra è il naturale slittamento verso una vera e propria emergenza sociale ed ambientale, di una forte e diffusa preoccupazione per le conseguenze di questi eventi sulla salute dei cittadini, per il danno arrecato

alla credibilità degli enti preposti ai controlli e monitoraggio, delle istituzioni regionali e delle stesse compagnie petrolifere presenti nell’area.

Per queste ragioni, sinteticamente esposte in questa lettera, siamo qui a chiederLe la ricomposizione di una agibilità istituzionale, per comporre e ricomprendere al livello adeguato gli attori e gli stakeholder interessati, ma sapendo che prioritariamente occorrerà ricostruire la credibilità dell’intera filiera dei controlli ambientali, chiamando a partecipazione le migliori e più attendibili strutture in campo internazionale; ricorrendo alle migliori tecnologie per riparare ai danni che verranno accertati e ricostruendo un profilo di etica e di responsabilità di impresa. Infine, e solo infine, ripercorrendo la via di una nuova stagione programmatoria, con la Presidenza del Consiglio, con il Mise e con il Ministero dell’Ambiente, che sappia ridefinire con le popolazioni ed i lavoratori coinvolti, con cittadini ed associazioni, con le istituzioni a tutti i livelli una griglia delle priorità incentrata sulla sostenibilità economica e sociale quale criterio per una verifica permanente della qualità dello sviluppo, in una impervia (per i fatti esposti) corrispondenza tra lo stesso, l'energia e l'ambiente. Corrispondenza che va praticata malgrado le difficoltà, ma che va resa coerente con la Strategia Quadro europea per l’energia, poggiante sui pilastri della sicurezza energetica, della ricerca, innovazione e competitività; perseguendo strenuamente gli impegni presi a livello internazionale, la via della transizione energetica del paese e praticando un costante equilibrio nei

rapporti tra Stato e Regioni, in uno spirito di collaborazione e di fiducia reciproci, andando oltre gli strappi che negli ultimi mesi si sono consumati in particolare sul riparto delle competenze previste dal Titolo V del testo costituzionale confermato il 4 dicembre.

È questo il tempo in cui ricollocare visione e funzione di una regione strategica, assumendo ora la Val d'Agri quale sito produttivo nazionale dell'innovazione in campo energetico, per ripensare il settore nel solco della transizione e della decarbonizzazione del paese e per riconfigurare il destino industriale della Basilicata, gli investimenti e le scelte ben prima che vada declinando ed esaurendosi il ciclo estrattivo.

Certi di trovare in Lei la giusta sensibilità istituzionale, La ringraziamo per l'attenzione ed auspichiamo che questa nostra possa rappresentare l'avvio di un proficuo confronto.

Angelo Summa

Segretario Generale CGIL Basilicata