Case di riposo: serve una legge regionale

di Angelo Summa
Segretario generale Cgil Basilicata

L'assistenza agli anziani non autosufficienti rappresenta una delle emergenze sociali del nostro paese e di questa regione, un’emergenza cui non corrispondono adeguate risposte assistenziali.

È, infatti, di tutta evidenza che una delle conseguenze dell'invecchiamento demografico è il sempre maggiore bisogno di un'assistenza più o meno continuativa , che, peraltro, a causa del forte incremento di famiglie cd. mononucleari difficilmente riesce ormai ad essere erogata all'interno del nucleo familiare stesso.

Questo pone due ordini di problemi: da un lato la necessità di fornire una assistenza attraverso strutture adeguate, dall’altra quella di rafforzare l’ assistenza domiciliare che oggi garantisce un servizio ancora molto limitato in termini di ore per anziano .

L’approvazione da parte della Regione del Manuale per l’autorizzazione dei servizi e della strutture pubbliche e private che svolgono attività socio assistenziale e socio educative rappresenta un primo tentativo di normare il settore attraverso la disciplina dei percorsi di accreditamento, autorizzazione ed affidamento dei servizi sociosanitari, contemperando la perseguibilità economica con la valutazione di altri requisiti .

Obiettivo primario è e deve continuare ad essere quello di garantire standard di qualità nell’offerta di assistenza e personale qualificato, ed è su questo innesto che si intrecciano il tema dei diritti degli anziani e dei lavoratori.
Nelle case di riposo si registrano situazioni gravissime di sfruttamento di personale assunto per poche ore al giorno e costretto invece a lavorare per 48 - 50 ore settimanali. E ciò in parte stride con l’elevato costo delle rette, nonostante il quale evidentemente non si riescono a garantire condizioni di lavoro dignitoso né condizioni logistiche ed organizzative idonee, vista la situazione in cui versano molte strutture. Situazioni, peraltro, ben note sia alle Asl che ai Servizi Territoriali Ispettivi, che ad oggi non paiono aver assunto iniziative concrete a tutela sia dei lavoratori che degli anziani .
Sono del tutto evidenti i crescenti bisogni espressi in questo ambito del welfare, come sono di tutta evidenza le opportunità che il settore socio- assistenziale e quello della cura delle persone offrono . Bisogna investire risorse ed assumere il welfare quale tema politico centrale per renderlo una potenzialità per lo sviluppo del nostro territorio: il welfare crea lavoro e risponde ai bisogni delle persone .

Tutto questo è possibile se si interviene con una legge regionale che, assumendo la centralità della qualità dei servizi e della qualità del lavoro, definisca un sistema di accreditamento selettivo ed introduca meccanismi di contribuzione pubblica per assicurare livelli di qualità , diritti ai lavoratori e tariffe sociali . Basterebbe utilizzare parte dei Fse europei circa 296 milioni di euro .

La programmazione dei servizi residenziali e l’assistenza continuativa agli anziani necessitano di una profonda riorganizzazione e del potenziamento degli interventi. E questo non è solo un modo per meglio utilizzare le risorse pubbliche , ma è anche un cambio di paradigma sulle politiche di sviluppo: investire in welfare significa non solo rispondere ai bisogni e alla crescente domanda di assistenza , ma creare buona occupazione, con un rapporto risorse investite ed occupati decisamente migliore di quanto si possa registrare in altri settori.

Queste dovrebbero essere le linee della futura governance territoriale dei servizi socio sanitari e le direttrici del welfare regionale.