“La Cgil esiste e lotta, al fianco dei lavoratori, da 110 anni” con queste parole Angelo Summa, Segretario Generale della CGIL Basilicata, presenta la partecipazione del primo sindacato Lucano al grande appuntamento del 29 settembre in piazza del Popolo a Roma.

"È un momento importante per noi”, continua Summa “non è semplicemente una festa per ricordare i 110 anni di vita della nostra organizzazione, ma il momento più adatto per fare un bilancio dell’attività svolta negli ultimi mesi: dalle numerose vertenze, alla raccolta firme per la presentazione della Proposta di legge di iniziativa popolare "Carta dei diritti Universali del Lavoro”, a cui la Basilicata ha contribuito in maniera straordinaria con la raccolta di oltre 25.000 firme, grazie al lavoro di mobilitazione incessante svolto da tutta la Cgil lucana”.
“In questi mesi” ha aggiunto Summa “abbiamo costruito e determinato un dibattito costante, culminato nella festa della CGIL Basilicata del 3 e 4 settembre scorso in cui sono state coinvolte oltre 20.000 persone in una due giorni densa di temi importanti e cruciali per disegnare un nuovo modello di sviluppo: dalle agromafie al welfare, dalla riforma costituzionale all'automotive, all’industria creativa.
“Domattina” ha chiuso Summa, “partiremo alla volta di Roma con 4 pullman pieni di emozione e voglia di condividere con gli altri compagni provenienti da tutta Italia la consapevolezza di essere parte di una grande organizzazione qual è la CGIL”.
Come ha ben evidenziato il Segretario Generale Susanna Camusso:
I festeggiamenti per il 110° anniversario della Cgil portano ora alla ribalta una lunga storia, e anche parole come “classe operaia”, “diritti”, “movimento dei lavoratori”, “conflitto tra capitale e lavoro”. Parole che, dice ancora Camusso, “anche se abrogate dal linguaggio corrente, continuano ad avere una straordinaria attualità”. Perché “la stratificazione in classi e il conflitto determinato tra chi presta la propria opera e chi agisce per conto del capitale restano”.
Bisognerebbe quindi iniziare a discutere di nuovo di capitale, e si dovrebbe farlo in Europa. Perché sta venendo sempre meno quella mediazione politica tra capitale e lavoro che in passato ha reso il nostro continente il laboratorio del welfare mondiale. Il venir meno della mediazione politica e la supremazia dell’economia è una delle cause della recessione e della crisi di fiducia nelle istituzioni e nel lavoro che stiamo vivendo”.