PRODUTTIVITA':CAMUSSO,GIUDIZIO NEGATIVO SU PARTI SOSTANZIALI

Sindacato


«Il Sud faccia rete, a partire dai fondi europei»


Le Regioni del Mezzogiorno devono ragionare assieme su come spendere i contributi Ue, dice il segretario generale Susanna Camusso alla Festa Cgil di Potenza. Presenti i governatori di Basilicata, Calabria e Puglia: serve più collaborazione fra noi


Che il Mezzogiorno non sia al centro dei pensieri della politica e dell'informazione lo dimostra l’iniziativa Cgil di domenica 6 settembre a Potenza. Il sindacato lanciava la vertenza nazionale “Laboratorio Sud. Idee per il paese”, raccogliendo attorno al segretario i presidenti delle Regioni meridionali. Un’iniziativa di grande importanza (vedi la presentazione del progetto), sostenuto da una strategia di respiro nazionale, cui però la “grande” stampa italiana non ha dedicato l’attenzione che meritava. L’appuntamento, invece, ha riempito pagine e pagine dei quotidiani locali, dimostrando ancora una volta come del Sud è soltanto il Sud a parlare, come se la crescita e lo sviluppo di questa fetta enorme d’Italia non riguardasse tutti.

L’obiettivo della Cgil è chiaro: far tornare competitivo il Mezzogiorno. Occorre allora fare rete, muoversi uniti. ““Il Sud deve tornare nell’agenda nazionale, soprattutto quando otto Regioni ritornano nell’Obiettivo 1” dice il segretario generale Susanna Camusso (secondo quanto riporta il quotidiano La Nuova del Sud): “Sarebbe una novità se otto Regioni programmassero all’unisono, non dico il master plan, ma quantomeno una proposta su come utilizzare i fondi europei”. Il leader Cgil ha dunque sottolineato l’esigenza per i governi regionali di “ragionare assieme su come concretamente spendere i fondi, dando la priorità a opere realmente necessarie, anche in considerazione dello spaventoso differenziale infrastrutturale tra Nord e Sud”.

La situazione attuale è molto complicata, e il Sud deve essere protagonista del proprio sviluppo. “Anche perché la soluzione – ha continuato Camusso (come riferisce il Quotidiano del Sud) – non può più essere quella di ridistribuire le risorse, spostando stabilimenti da Nord a Sud. La verità è che in questo momento anche il Nord sconta dei gravi ritardi rispetto all’Europa”. Da qui la sfida lanciata dal segretario generale ai presidenti delle Regioni meridionali: “Se non volete esser tagliati fuori, progettate insieme. La responsabilità è anche la vostra. Non spezzettate i fondi europei per il consenso, ma programmate insieme”.


Susanna Camusso ha poi concentrato la propria attenzione sul lavoro: “Non si può dire che l’offerta lavorativa è aumentata del 25 per cento, questi sono dati del 2014. È lo stesso ministro ad affermare che si tratta dell’effetto degli incentivi e non della legge delega sul lavoro”. Per il segretario generale sul lavoro “servono direttrici nazionali. Non si può ripetere la politica distributiva industriale degli anni settanta. Per combattere la diseguaglianza serve lavoro nuovo e sviluppo nuovo”. La soluzione è, anzitutto, nell’università e nella ricerca: “Nel Mezzogiorno vi sono 21 università, non sono poche. È evidente che le università del Sud hanno ottenuto meno finanziamenti rispetto a quelle del Nord, ma non deve essere sempre così”.

All’iniziativa sindacale di domenica 6 settembre, nell’ambito della Festa della Cgil Basilicata, hanno anche partecipato i presidenti delle Regioni Puglia, Basilicata e Calabria. “Credo sia necessario ridare centralità al Sud, perché se non si esce dalla questione meridionale sarà impossibile superare il declino economico dell’Italia” ha detto il governatore pugliese Michele Emiliano (come si legge negli articoli della Gazzetta di Basilicata). Il presidente ha rimarcato la necessità di elaborare e attuare proprie azioni di governo: “Per questo serve trasformare il sottoutilizzo delle aree sottosviluppate del meridione in qualcosa di buono, decidendo per una fiscalità di vantaggio e approvando regole che impongano parità di costi infrastrutturali tra Nord e Sud”. Emiliano, infine, ha ricordato che la Fiera del Levante di Bari, che sarà inaugurata sabato 12 settembre alla presenza del presidente del Consiglio, sarà “l’occasione giusta per presentare a Renzi le nostre istanze di governatori del Sud”.

Mettere in rete le regioni meridionali, ha sostenuto il presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella
, può rappresentare “una chiave di volta per un Sud che ha finora fatto la politica del fai-da-te, spendendo in maniera improduttiva i fondi europei. È da quando mi sono insediato che sostengo che non c’è stata collaborazione tra le regioni del Sud. Qui ora va immaginato il Mezzogiorno, non una singola regione”. Pittella è intervenuto anche sulla questione del petrolio, ribadendo che “sulle questioni vitali per il bene dei nostri cittadini non mi lascio piegare dalla logica partitica. In mare non siamo disponibili ad accettare alcuna perforazione, e anche su terra non possiamo più sostenere altri sacrifici”.

Il governatore della Calabria Mario Oliverio, infine, ha centrato il suo intervento sulle risorse, sottolineando i tagli del governo centrale a Regioni, Province e Comuni. “Va detto ai cittadini – ha spiegato – che ora che sono state eliminate le Province, non si potrà garantire il riscaldamento nelle scuole. E lo stesso discorso dobbiamo farlo per il trasporto pubblico”. Ha poi concluso ricordando che “noi apprezziamo tanto quegli 80 euro in più in busta paga, ma a fronte di quella cifra sono stati tagliati servizi ai cittadini”.

Da registrare, da ultimo, le parole del segretario Cgil Basilicata Angelo Summa, intervenuto in un dibattito sabato 5 settembre, sempre nell’ambito della Festa di Potenza. “Il Mezzogiorno e la Basilicata vivono una grandissima crisi” ha sostenuto: “Il Sud è sempre più povero, senza lavoro e con il rischio di una desertificazione anche a causa dell’emigrazione. Bisogna sfatare i luoghi comuni secondo cui tutta la responsabilità è da attribuire al Sud sprecone e alla sua classe dirigente. C’è una parte di responsabilità della classe dirigente: non solo su come hanno utilizzato le risorse, ma anche sul fatto che non hanno alzato la voce quando il governo nazionale ha sottratto le risorse al Sud”.